Arancio amaro

di Laura Nicoli

Nome botanico: Citrus Aurantium, variante amara
Famiglia: Rutacee
Descrizione: sempreverde che può raggiungere un’altezza di 10 metri, con foglie ovali e lucide di colore verde scuro. Presenta fiori banchi e profumati e fiori più piccoli di quelli dell’arancio dolce, con scorza spessa e polpa troppo acre ed amara per poter essere consumata.
Distribuzione: originario dell’Estremo Oriente, si è adattato bene al clima mediterraneo.
Profumo:  fresco, ricco, dolce-amaro
Colore: giallo scuro
Pianeta governatore: Sole
Proprietà: antispasmodico, calmante nervoso, antidepressivo, digestivo, diuretico, tonico cardiaco e della circolazione.
Principali indicazioni: stanchezza, ansia, insonnia, stress, disturbi digestivi, inappetenza, stitichezza, spasmi muscolari e viscerali, ritenzione idrica, palpitazioni cardiache, stasi venosa, pelle grassa, pelle rugosa e asfittica.

Precauzioni: è fotosensibilizzante.

Storia
Le piante di arancio sono originarie dell’Estremo Oriente, precisamente della Cina meridionale e del Nord della Birmania e si diffuse in Europa ad opera dei Portoghesi e degli Arabi, sembra tra il VII e XII secolo. In Sicilia gli aranci erano coltivati fin dall’inizio del XIII secolo.
In realtà, i Greci conobbero gli agrumi al massimo nel IV secolo sotto forma di cedri, e i limoni  qualche secolo dopo, ma né loro né i Romani sospettarono mai l’esistenza delle arance, comparse in Europa solo verso l’anno Mille.

Descrizione
L’Arancio amaro (Citrus aurantium L.) è probabilmente un reincrocio di Citrus maxima (il pomelo) e Citrus reticulata (il mandarancio). Originario dell'Asia (Cina), fu portato in Europa dagli Arabi nel X secolo; in Italia sembra sia stato portato dai Crociati.
Ha una chioma arrotolata; alto fino a 10 metri. Le foglie hanno colore verde intenso, ovate e appuntite all'apice, provviste di grandi alette sul picciolo. I rami più vigorosi sono molto spinosi; ha un robusto apparato radicale con fittone. I fiori sono ermafroditi, bianchi e molto simili a quelli dell'Arancio dolce, come i frutti che però sono più rugosi e ricchi di oli essenziali.
La polpa è acida, amarognola e ricca di semi; l’epicarpo è abbastanza sottile. Di colore arancio, resistono a lungo sulla pianta.
L'Arancio amaro ha una resistenza alle basse temperature molto più alta rispetto all'arancio dolce.
Utilizzato prevalentemente come portinnesto di molti agrumi, i suoi frutti sono oggetto di utilizzazione da parte dell'industria alimentare per ottenere scorze fresche o essiccate per la pasticceria o per la produzione di liquori (ad esempio il “Curaçao”) e in farmacologia per la preparazione di tonici. Molto apprezzato anche come pianta ornamentale. Dalla pianta di arancio amaro si ricavano tre tipi diversi di essenza: dalla scorza esterna l’essenza di arancio amaro, dalle foglie fresche e dai rametti si distilla il petitgrain, dai fiori la pregiata essenza denominata neroli. Dalla scorza dei frutti di un’altra pianta di arancio, la varietà dolce, si ricava l’essenza denominata arancio dolce, le cui caratteristiche richiamano quelle dell’arancio amaro.
Gli agrumi, arance, limoni, ma anche mandarini e pompelmi, sono i vegetali che meglio si lasciano penetrare dal calore cosmico e per questo sono intimamente legati all’elemento fuoco: sono la manifestazione delle forze cosmiche di luce e calore che si materializzano e diventano sostanza nei fiori, nelle scorze, nei frutti e nel legno.
Negli agrumi la luce diventa profumo e ciò spiega l’azione vitalizzante di certi oli essenziali.
Erano arance i “pomi d’oro” del giardino delle Esperidi, messi al sicuro da Giove in un luogo ben protetto; l’undicesima fatica di Ercole fu proprio quella di riuscire a trafugare i pomi d’oro dal giardino segreto. I pomi delle Esperidi, quei frutti segnati dal fuoco, esprimerebbero l’intelligenza del cuore. rappresentata dal Sole, che si fonde e si armonizza con il freddo e il limpido intelletto lunare. Frutto solare, l’arancia richiama le asprezze della vita con la sua scorza amara ma promette, al contempo, dolcissimi spicchi ed umori fragranti a chi avrà avuto la costanza di procedere senza lasciarsi scoraggiare. Omaggio alla luce radiosa, questi alberi non trattengono niente, la loro attività continua li spinge a fruttificare e a spargere profumi. La loro attività, tuttavia, si svolge sotto il segno della misura, nel senso che ogni pianta produce un quantitativo limitato di frutti. L’olio essenziale estratto dalla scorza dell’arancio richiama qualità tipicamente solari, quali vitalità, espansione, azione, fiducia, temperate e mitigate dalla dolcezza. L’effetto, pertanto, sarà corroborante, ma anche distensivo e non eccitante. È utile per tranquillizzare in caso di ansia e nervosismo, insonnia (bagni aromatici, massaggi rilassanti, diffusione nell’ambiente). Agisce come antidepressivo, aiuta a trovare la fiducia in se stessi  e nelle proprie capacità creative. Un massaggio con arancio a livello del petto e del plesso solare apporterà energia e aiuterà ad allontanare la malinconia, senza eccitare, ma calmando la tensione nervosa  somatizzata a livello del cuore, organo solare per eccellenza.

nettuno_nl@libero.it

30/6/2008