Il naso e l'olfatto

di Laura Nicoli

I primi 10 gradi del Toro anatomicamente corrispondono al naso e al suo senso: l’olfatto.
Il naso è il nostro organo più prominente ed è certamente anche il più sincero. In una situazione di dubbio, è sicuramente sulla sua punta che possiamo leggere la verità, come suggerisce il detto di seguire sempre il nostro naso.
Nelle mucose del naso si trovano le zone di riflesso degli organi sessuali; ogni narice diventa una zona di riflesso attraverso la quale è possibile entrare in contatto con quello scabroso settore. Per questo motivo le narici sono considerate zone delicate e difficili da tenere a freno: comunicano apertamente il desiderio.
La mucosa del naso, nella parte superiore è formata da 5 milioni di cellule olfattive fornite di peli recettori che vengono stimolati attraverso il contatto. Affinché gli odori vengano percepiti, è necessario che l’aria inalata contenente le molecole volatili raggiunga la parte superiore delle cavità nasali, dove si trovano le fibre nervose dei neuroni olfattivi. Queste cellule nervose, una volta sollecitate dalle molecole odorose, trasformano l’energia chimica in impulsi elettrici che vanno a stimolare i centri olfattivi dei bulbi (che si trovano nel cervello, anteriormente all’altezza degli occhi). Da qui, il messaggio olfattivo viaggia verso altre regioni del cervello, dove vengono elaborati i dati acquisiti ed hanno sede le reazioni emotive. In particolare, il nervo olfattivo si collega con aree filogeneticamente antiche del cervello (il sistema limbico) in relazione con lo stato dell’umore, la sessualità, l’alimentazione, la riproduzione.
L’olfatto è antichissimo e insieme al naso formano un organo sensoriale relativamente locale.
Il naso che fiuta i temporali e la preda è un elemento tipico degli animali; noi ci limitiamo ad arricciare il naso. Ci siamo orgogliosamente sollevati da terra, abbiamo alzato in alto il naso, col passare del tempo abbiamo perso il nostro buon olfatto; solo le narici restano rivolte verso il basso, verso le profondità del mondo materiale. Riusciamo a percepire qualcosa soltanto se ce la mettiamo sotto al naso o ce la legano al naso. Mentre l’occhio ha la stessa struttura di una macchina fotografica e l’orecchio quella di uno strumento musicale, il naso necessita di contatti fisici di diverso tipo.
L’olfatto è il primo senso del bambino appena nato. L’odorato porta il neonato al seno della madre e fa scattare l’istinto di succhiare; se la madre non ha l’odore giusto, il seno può essere rifiutato con conseguenti difficoltà nell’allattamento e nella creazione del legame tra i due. Le persone possono odorare il pericolo, gli animali lo sentono e diventano nervosi. Il rilascio di adrenalina negli uomini che hanno paura degli animali fa sì che in questi l’odorato faccia scattare il meccanismo del “combatti e fuggi”, l’odore del pericolo scatena automaticamente l’emissione di maggiori quantità di adrenalina nella circolazione del sangue e fornisce un sovrappiù di forza se dobbiamo combattere ed un sovrappiù di velocità se dobbiamo scappare abbreviando contemporaneamente i nostri tempi di reazione.
Nella scala evolutiva, l’apparato olfattivo rappresenta l’organo sensoriale più antico. In molte specie animali riveste un’importanza fondamentale nelle funzioni della ricerca del cibo e dell’accoppiamento.
Nell’uomo esiste ancora un rapporto stretto tra la stimolazione olfattiva e la sfera sessuale: un profumo o l’odore emesso da un corpo possono indurre attrazione o repulsione, ed è dimostrato come gli odori siano in grado di modulare la risposta ormonale. L’attrazione istintiva che si percepisce verso una determinata persona è verosimilmente provocata anche da messaggi che percorrono il canale olfattivo, in particolare dai ferormoni (delle sostanze secrete dalle specifiche ghiandole sudorali, presenti in modo consistente nelle specie animali, dove hanno un’importante funzione di richiamo sessuale); nell’uomo esse rappresentano soltanto delle vestigia del suo passato, ma la produzione di questi ferormoni, anche se non apprezzabile coscientemente, continua a trasmettere messaggi decodificabili dalla nostra mente in modo inconscio, che influenzano in modo significativo i rapporti umani.
Se l’udito e la vista possono essere paragonate a scritture alfabetiche, l’olfatto e il gusto corrispondono a quelle pittografiche, che sono ancora più antiche e in cui ogni concetto corrisponde a un simbolo. L’olfatto è, perciò, un senso che consente di percepire la realtà in modo più diretto e primitivo: penetra, infatti, non solo nel corpo, ma anche nella psiche. La capacità di sentire gli odori corrisponde al grado di intensità delle nostre esperienze psicologiche.
A differenza degli altri sensi, le stimolazioni olfattive sono le sole a passare direttamente nella corteccia cerebrale, senza subire il filtro di un centro recettore chiamato talamo, per un’analisi preliminare. Questo spiega come mai un odore o un profumo possa evocare istantaneamente ricordi estremamente vividi di esperienze anche molto lontane: più che di un ricordare, in questi casi si tratta quasi di rivivere l’esperienza antica che si riaffaccia prepotentemente, annullando le distanze spazio – temporali, con la stessa coloritura affettiva di allora, anche se all’apparenza si tratta di un’esperienza dimenticata, sepolta nel passato.
Il ricordo scatenato da un odore, quindi, è molto più intenso di quello evocato da un’immagine o da un suono: la percezione di un odore contiene in sé tutta l’energia di una realtà esistenziale.
Per la medicina ayurvedica indiana il naso è la porta del cervello e della sua coscienza ed è collegato, nella sua funzione sensoriale dell’odorato, con l’azione dell’escrezione intestinale e dell’ano. Per questo, secondo i medici ayurvedici, una persona che soffre di stitichezza e di colon impuro avrà il senso dell’olfatto che diventerà ottuso. Per purificare i canali energetici del naso essi consigliano massaggi con oli e lavaggi con acqua e sale delle cavità nasali.
Agli inizi della storia umana, l’olfatto raggiungeva il livello dell’intuizione; ancora oggi esistono persone in grado di fiutare il pericolo: hanno fiuto per le situazioni che sanno di bruciato. Per noi moderni, metaforicamente parlando tutto puzza, ma dobbiamo ricordare che il naso svolge anche per noi un ruolo maggiore di quanto vogliamo ammettere. Quanto sia importante l’odore del partner, lo rivela l’enorme volume di affari dell’industria dei profumi.
Noi cerchiamo di nascondere all’altro sesso il nostro odore primitivo: l’odore tipico del corpo umano. Ci appare gradevole solo in rare occasioni: perché è troppo sincero. Abbiamo ghiandole odorifere sotto le ascelle e attorno i genitali che ci spingono a non dare più importanza al nostro odore che costituisce una caratteristica autentica e personale. In primo luogo è perché abbiamo smesso di trovare piacere nell’annusare. A questo proposito, noi abbiamo perso la nostra innocenza EDENICA. Il nostro modo di vita e, soprattutto, la nostra alimentazione hanno influenzato negativamente la nostra sudorazione. Abbiamo, quindi, reagito alla maniera funzionale che ci caratterizza. Con deodoranti di diverso tipo. Una pulizia deve venire dall’interno o dal profondo, ma ci è sempre faticoso. Chi osa affrontarla, magari attraverso un digiuno, potrà verificare quale collezione di rifiuti, con relativi odori, scaturisce dalle profondità del nostro corpo. Le farfalle trovano il loro partner esclusivamente attraverso l’olfatto, e anche nella ricerca del nostro partner il profumo ha un ruolo decisivo. Le ricerche hanno dimostrato che gli odori hanno un effetto più erotizzante delle impressioni ottiche. Se non sopportiamo l’odore di una certa persona, significa che questa non va bene per noi. Se il nostro sudore è sgradevole, vuol dire che il nostro corpo sta cercando di liberarsi di qualcosa di nocivo, si disintossica attraverso la pelle.
I medici di un tempo davano grande importanza agli odori al momento di formulare la diagnosi: non solo annusavano gli escrementi, ma l’intera persona. In tal modo il naso poteva individuare delle tracce e spesso indicare la strada più corretta.
Il fatto che oggi ci affidiamo soprattutto al senso della vista, che di fatto resta ancorato alla superficie, dimostra quanto siamo diventati superficiali.
Anche l’odorato opera esclusivamente dentro di noi, ma soddisfa meglio le esigenze di una vera percezione.
Se noi moderni ricominciassimo a vivere affidandoci alle percezioni del nostro naso e dessimo valore all’olfatto, molte cose sarebbero più facili e più semplici. Formeremmo un altro mondo diverso da quello attuale che è ottico. L’allontanamento dal naso si riflette in un mondo che puzza in molti campi e che, quindi, ci appare puzzolente. Avere naso per qualcosa significa avere intuizioni sicure: sarebbe auspicabile per noi e per il nostro mondo se imparassimo di nuovo a fidarci del naso. Verificheremmo, allora,  che l’aria che respiriamo, spesso, non solo è un’offesa per l’olfatto, ma anche per gli organi della respirazione: il naso altro non è che l’inizio delle vie respiratorie. Suo compito è provvedere alla purificazione dell’aria, facendo in modo che le particelle sporche siano bloccate da peli sottili. Deve poi riscaldare l’aria che entra nelle vie più profonde della respirazione, per cui ha a disposizione un ampio sistema di cavità.
Per rendere l’odorato più acuto è utile anche annusare il basilico, sotto forma di pianta, se possibile, o come essenza.
Aromi e profumi sono entrati nella storia dell’uomo che ne ha sfruttato la magia persuasiva ed evocativa, spaziando dal sacro al profano: dagli incensieri ardenti davanti agli altari degli dei, che aiutano l’anima a elevarsi dalla fisicità e a portarsi verso il cielo, alla ricerca delle composizioni aromatiche per aumentare il fascino e l’attrattiva sessuale.
L’olfatto è, quindi, legato contemporaneamente alla carne e all’anima; è vicino all’istinto e all’inconscio, all’interno di una dimensione sottile dell’esistenza; così come ha il potere di rievocare il passato, allo stesso modo può risvegliare energie creative profonde e riportare il contatto con le forze che animano l’immaginario; seguendo questa “scia odorosa”, i profumi delle essenze, così carichi di una loro potenza intrinseca e di valenze simboliche ed energetiche, possono aiutare l’uomo di tutti i tempi a ritrovare automaticamente se stesso e ad aprirsi a nuove possibilità espressive.
Si pensa che le essenze esercitino principalmente la loro azione a carico del sistema nervoso, quindi con un’azione sull’umore, sulle funzioni psichiche come la memoria e l’apprendimento  e sull’aspetto neurovegetativo, cioè sulle implicazioni psicosomatiche tra stati mentali e salute degli organi.
L’olfatto è un’attività sensoriale sollecitata dalle essenze. La sostanza aromatica che si effonde nell’ambiente viene colta dall’uomo con un gesto di interiorizzazione e di raccoglimento, cosicché le sottili sostanze si trasmettono a colui che le percepisce. La percezione olfattiva è qualcosa di estremamente sottile e si collega con gli stati psichici. È interessante notare che il progressivo aumento dell’inquinamento ambientale ha portato a una diminuzione delle capacità olfattive e quindi della capacità di riconoscere gli odori (anosmia). Con l’aumento indiscriminato delle stimolazioni visive e acustiche, l’uomo sta perdendo la capacità di discriminare gli stimoli sensoriali, mentre i suoi sensi si induriscono e diventano sempre più grossolani.

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5/5/2008