Hypericum perforatum
di Laura Nicoli
Nome scientifico: Hypericum perforatum
Famiglia: L. Hypericaceae (Guttifere)
Altri nomi: Erba di San Giovanni, Cacciadiavoli, “Rosa di Saron”, “Barba di Aronne”, Pilastro, Mille buchi, Pirico
Parti usate: sommità fiorite
Principi attivi: olio essenziale; flavonoidi; Quercina, Iperina, Rutina; Ipericina (resina colorante di giallo e di rosso) e derivati; tannini catechetici; fitosteroli, procianidine e melatonina, che concorrono alle proprietà antiansia e antidepressive tipiche dell’Iperico |
Habitat
L’Iperico si trova lungo le strade, nei campi incolti e coltivati, partendo dalla pianura alle zone montane superiori dell’Europa, Africa e America Settentrionale.
Descrizione
È una pianta perenne, che quindi mantiene le foglie tutto l’anno, legnosa, alta fino a 60 cm che si propaga con estremo vigore tanto da diventare facilmente infestante. È di facile coltivazione e presenta bellissime fioriture con petali dorati.
È una pianta glabra, con fusto eretto percorso da due strisce longitudinali in rilievo. È ben riconoscibile anche quando non è in fioritura perché ha le foglioline che in controluce appaiono bucherellate, in realtà sono piccole vescichette oleose da cui il nome perforatum, mentre ai margini sono visibili dei punti neri, strutture ghiandolari contenenti ipericina (da ciò il nome erba dell'olio rosso), queste strutture ghiandolari sono presenti soprattutto nei petali. Le foglie sono opposte oblunghe. I fiori giallo oro hanno cinque petali delicati. Sono riuniti in pannocchie che raggiungono la fioritura massima verso il 24 giugno (ricorrenza di San Giovanni) da cui il nome popolare.
Preferisce boschi radi e luminosi. Originario dell'arcipelago britannico, è oggi diffuso in tutte le regioni d'Italia e in tutto il mondo. L’Iperico si propaga di preferenza mediante divisione delle radici, da effettuarsi in primavera o in autunno. Cresce pressoché in qualsiasi terreno, purché ben drenato e soleggiato, oppure parzialmente in ombra. È consigliabile delimitare il terreno di crescita della pianta per evitarne un’eccessiva propagazione. Pur essendo una pianta perenne, l’Iperico non è molto longevo. È opportuno ripiantarlo a distanza di qualche anno.
Le foglie e le sommità fiorite possono essere raccolte nella fase di fioritura, quindi essiccate e conservate in contenitori ermetici.
Storia
L’Iperico viene usato in erboristeria da oltre 2000 anni per le sue proprietà vulnerarie e cicatrizzanti. Soltanto recentemente gli scienziati hanno raccolto prove della possibile efficacia come stimolante del sistema immunitario.
I primi cristiani chiamarono l’Iperico “Erba di San Giovanni” in onore di Giovanni Battista, ritenendo che la pianta secernesse l’olio sanguigno il 29 agosto, anniversario della decapitazione del santo.
Nel I secolo, il naturalista romano Plinio prescriveva lo spirito di Iperico come cura contro i morsi di serpenti velenosi. Il medico greco Dioscoride lo raccomandava esternamente per le ustioni, e internamente come diuretico, emmenagogo e trattamento per sciatica e febbre ricorrente (malaria). I Greci ed i Romani credevano, inoltre, che l’erba proteggesse dagli incantesimi delle streghe. I cristiani adottarono la credenza secondo la quale l’Erba di San Giovanni era in grado di allontanare gli spiriti maligni, e il giorni di San Giovanni bruciavano la pianta in grandi falò per purificare l’aria, scacciare gli spiriti maligni ed assicurare buoni raccolti.
Nel Medioevo, la notte della vigilia di San Giovanni si metteva un mazzolino d’Iperico sotto il cuscino, affinché il Santo apparisse in sonno e proteggesse dalla morte per un anno intero.
Secondo Paracelso, i fiorellini che si intravedono nel fusto della pianta (da qui l’appellativo di “perforatum”) e le minuscole macchioline presenti sulle foglie sono un sicuro indice che la pianta "serve a curare e guarire le affezioni di tutti gli orifizi interni ed esterni della pelle", mentre il color rosso sangue che lasciano sulle dita i fiori quando sono strofinati indica che la pianta può essere usata per curare ferite e lesioni. E, più in generale: “Dio ha dato al Perforatum la forza di cacciar via ogni forma di malinconia e depressione”.
La prima Farmacopea di Londra del 1618 consigliava di triturare i fiori di Iperico, immergerli in olio ed esporre la mistura al sole per tre settimane. La tintura risultante fu per secoli il trattamento di routine per ferite e contusioni. I primi coloni introdussero l’Iperico nell’America settentrionale, ma scoprirono che gli Indiani già facevano uso della varietà indigena dell’erba con impieghi pressoché identici a quelli europei.
Proprietà
L’Iperico è stato investigato a fondo soprattutto in Germania e nella ex Unione Sovietica. Esso contiene quantità assai concentrate di alcuni costituenti chimici potenzialmente immunomodulanti, chiamati flavonoidi. Nell’Iperico è inoltre presente un’altra sostanza, l’Ipericina, che esercita un’azione antivirale ed antidepressiva. Altri studi ne hanno dimostrato gli effetti antibatterici e antinfiammatori.
L’Erba di San Giovanni, o Iperico, è attualmente tra le piante più studiate al mondo, come “antidoto” naturale a una delle malattie più diffuse: la depressione. Fino a pochi decenni fa era considerato solo come rimedio – per quanto uno dei migliori – antinfiammatorio e dermatologico. L’olio di Iperico, tradizionalmente ottenuto per macerazione delle sommità fiorite in olio di oliva, presenta attività antinfiammatorie e cicatrizzanti.
La moderna ricerca farmacologia ha “scoperto”, tra i derivati antranolici contenuti nella pianta, l’Ipericina o Rosso d’Iperico, una sostanza che eccita, regola e tonifica le funzioni vitali di tutto l’organismo, senza scatenare effetti collaterali e con azione distensiva.
Impieghi
Utile in casi di sindromi depressive di lieve e media intensità, depressione stagionale e depressione dovuta a menopausa. Utilizzabile anche in persone con attacchi di panico. Trova impiego nell’enuresi e nelle paure infantili. L’ipericina sembra interferire con l’attività di un costituente chimico presente nel corpo, la monoamino-ossidasi (MAO) agendo come inibitore della MAO. Gli inibitori della MAO costituiscono una importante classe di antidepressivi. Riduce l’efficacia di teofillina, anticoagulanti orali, ciclosporina, indinavir, estroprogestinici (come gli anticoncezionali orali). Potrebbe anche interferire sul metabolismo di altri farmaci.
Come si trova in commercio. Tintura Madre, olio, crema, capsule. È importante che l’ipericina sia titolata, perché ogni assunzione deve fornire almeno 0,3 mg di questa preziosa sostanza. Sono dunque da preferire gli opercoli titolati di Ipericina.
Sindrome ansioso-depressiva: stimolante la produzione di Serotonina, ovvero la felicità fatta sostanza, l’Ipericina combatte efficacemente lo stress ed il male oscuro della depressione. Prendere 50 gocce di tintura madre o di estratto analcolico concentrato con un po’ d’acqua 1-3 volte al giorno per 2 mesi consecutivi. Per i bambini in età scolare, 15 gocce 1-3 volte al giorno.
Precauzioni: È meglio non esporsi al sole durante la cura. Un effetto collaterale dell’Iperico è l'aumento della fotosensibilità dell’organismo.
Per preparare un infuso utile contro la depressione, ed eventualmente stimolante del sistema immunitario, usare 1-2 cucchiaini da tè di erba secca per una tazza di acqua bollente, lasciando in infusione per 10-15 minuti. La dose massima è di 3 tazze al giorno. L’Iperico ha inizialmente sapore dolce, poi amaro ed astringente.
Usando la tintura, attenersi a dosi di 1 cucchiaino da tè scarso fino a tre volte al giorno.
L’Iperico non deve essere somministrato a bambini di età inferiore a 2 anni. Per bambini di età superiore e anziani sopra i 65 anni, iniziare con preparazioni leggere, aumentandone la potenza se necessario.
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