Ribes nigrum

di Laura Nicoli

Nome scientifico: Ribes nigrum
Famiglia: L. fam. Grossularaiceae (Sassifragaceae)
Parti usate: foglie
Principi attivi: Flavonoidi (Quercetina, Caempferolo, Miricetina), glicosidi della Miricitina e dell’Isoramnetina, olio essenziale, tannini; Iperina, Rutina; Ipericina (resina colorante di giallo e di rosso) e derivati; fitosteroli, procianidine e Melatonina, che concorrono alle proprietà antiansia e antidepressive tipiche dell’Iperico
Proprietà: emollienti, diuretiche, antiuriche, vasoprotettrici, antinfiammatorie, antidiarroiche

Habitat
È un arbusto originario delle zone montuose dell’Eurasia, alto fino a 2 metri con fogliame deciduo e fusti ramosi. La corteccia è liscia, da chiara a rossastra nei fusti giovani, mentre diviene scura nei fusti vecchi. Le foglie sono grandi, piane, picciolate, con tre-cinque lobi, apice acuto e margine dentato. La pagina inferiore, coperta da un leggero tomento, è ricca di ghiandole giallastre dalle quali emana un caratteristico odore. I fiori appaiono in primavera, raccolti in racemi pendenti, sono pentameri, di colore verde-biancastro, poco appariscenti. I frutti, delle bacche nere globose ricche di semi con all’apice le vestigia del fiore, compaiono in agosto-settembre. Si differenzia molto dal ribes rosso per il colore, l’aroma e sapore e destinazione dei frutti. Le foglie, le gemme ed i frutti sono intensamente profumati per la presenza di ghiandole contenenti oli essenziali.
Il ribes nero viene coltivato prevalentemente a scopo alimentare, ma negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede la finalità terapeutica. Il terreno deve presentare del calcare attivo e si deve apportare un ottimo quantitativo di potassio, essendo una specie potassiofila. La moltiplicazione della specie avviene principalmente per talea di ramo. Salvo particolari condizioni non necessita di interventi irrigui. Tenendo presente che il ribes fruttifica prevalentemente sui rami di un anno e poco su quelli corti e inseriti su legno vecchio, l'operazione di potatura deve essere rivolta ad assicurare il rinnovo delle vegetazione.
È una pianta che non ama umidità e freddo e nel corpo vince ristagni di liquidi e malattie da raffreddamento. inoltre ama la luce del sole e protegge dalla fotosensibilizzazione.

Storia
In passato l’aroma caratteristico di questa pianta non era come quello attuale, frutto di selezioni da parte dell’uomo, ma descritto come sgradevole e repellente. Si tratta, quindi, di una specie “addomesticata”, anche se la si trova allo stato selvatico.
Come succede per altre piante con parti scure ma mangerecce (ad esempio il noce) o con accezione bivalente (i frutti dolci ma di colore cupo, le foglie un tempo maleodoranti, poi selezionate come succedaneo del tè), ha il significato di “scacciare gli umori neri” ed in passato fu usato, infatti, per guarire pestilenze e febbri. Comporta, cioè, un “lato oscuro” non malevolo, che può allontanare gli umori neri e funesti.
L’uso tradizionale concerne l’azione diuretica ed antinfiammatoria generale e locale, in particolare per l’apparato respiratorio e digestivo. Trova attualmente impiego nelle sindromi allergiche e nell’oculorinite allergica stagionale (raffreddore da fieno) utilizzato come macerato glicerinato o tintura madre; infatti, ha un’azione cortison-simile priva di tossicità. La stimolazione corticosurrenale è utile in quanto alla maggioranza degli allergici sono longilinei astenici con squilibrio del rapporto ghiandolare tra surrenali e tiroide a favore di quest’ultima.

Impieghi
Viene utilizzato in fitoterapia e gemmoterapia per stimolare le ghiandole surrenali a produrre cortisolo, un cortisone endogeno che aiuta l'organismo a reagire alle infiammazioni. Utilizzato anche per malattie cutanee (eczema e psoriasi). Il cortisolo genera una reazione essenziale ad ogni tipo di stress o lesione. Stimola la convesione di proteine in energia e elimina le infiammazioni, inibisce inoltre temporaneamente l'azione del sistema immunitario.
Il suo nome è "Ribes nigrum", ma è noto anche con i più comuni nome di Uva spina, Piperella, Uva ramà. Appartenente alla famiglia delle Saxifragaceae, il suo nome sembrerebbe derivare dall'arabo ribas, un particolare rabarbaro del Libano che, secondo i conquistatori arabi in Spagna, aveva stesso sapore e stesse proprietà.
Terapeuticamente si usano le sue foglie i cui componenti principali sono vitamine, acidi polinsaturi, acidi organici.
La fitoterapia ne estrae infusi e tinture a scopo depurativo e diuretico; ma anche la polpa ed il suo succo si rivelano utili, l'una per curare infiammazioni della bocca ed ustioni, l'altro come regolatore intestinale, diuretico e rinfrescante.
Nel corso poi degli ultimi anni il Ribes nigrum è stato largamente impiegato anche dalla gemmoterapia, la quale utilizza gli estratti di piante giovani ancora in fase di crescita, ricavandoli dai germogli, dai boccioli, dalle radici, dalla linfa dai semi, dai tessuti embrionali. La gemmoterapia sfrutta soprattutto le proprietà antinfiammatorie del Ribes nigrum facendovi ricorso per la cura di riniti allergiche e croniche, asma, bronchiti, laringiti, faringiti. Il grande successo di questa pianta è dovuto, oltre alle sue molteplici proprietà terapeutiche, anche al fatto che sia in fitoterapia che in gemmoterapia non sono stati riscontrati particolari effetti tossici.
Si utilizza come infuso: 3 grammi (= 1 cucchiaio da tavola) per tazza deposito di 10-20 minuti.
        
Utilizzo terapeutico del gemmoderivato: le gemme fresche, trasformate in macerato glicemico, agiscono soprattutto sulle ghiandole surrenali stimolandole al rilascio di sostanze antinfiammatorie e antiallergiche; inoltre rafforzano il sistema immunitario, combattendo la stanchezza, aumentando la resistenza al freddo nei soggetti freddolosi, favoriscono l’eliminazione dell’urea e dell’acido urico, riducono i livelli di colesterolo nel sangue, stabilizzano le membrane cellulari e drenano l’organismo. Questo gemmoderivato è pertanto indicato in caso di stress psicofisico, processi infiammatori generalizzati, sindromi allergiche, eritemi solari, acne dermatiti e dermatosi, cefalea vasomotoria.

Dosi consigliate: lo si assume come macerato glicemico al dosaggio di 50-60 gocce alle 8 ed alle 15.

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