Baobab
di Laura Nicoli
Nome scientifico: Adansonia digitata L.
Parti utilizzate: tutta la pianta |
Descrizione
Albero simbolo dell’Africa, viene soprannominato “il gigante buono” per via degli innumerevoli doni che rende agli uomini. La polpa dei suoi frutti ha proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e antimicrobiche ed è particolarmente ricca di vitamina C, di calcio e di fibre probiotiche. Il baobab è una pianta pantropicale appartenente alla famiglia delle Bombacacee originaria dell’Africa centrale, in particolare nelle zone sahariane del Mali, successivamente diffusasi in varie regioni del mondo con clima tropicale. Per il suo aspetto imponente è l’albero simbolo della savana africana. Il fusto, di forma cilindrica o conica, porta un’ampia chioma e a petto d’uomo raggiunge una circonferenza di 10 metri, eccezionalmente anche di 15 metri. È un albero particolarmente longevo, che facilmente supera i 500 anni e di cui si conoscono esemplari che hanno raggiunto la veneranda età di 5000 anni! Durante la stagione secca la chioma perde le foglie ed assume un caratteristico aspetto di albero capovolto, dalle radici insù. In questo modo evita un’eccessiva traspirazione, riuscendo così a superare senza problemi anche lunghi periodi di siccità, sfruttando le notevoli quantità di acqua che immagazzina grazie al suo legno poroso. Quando però arriva il periodo delle piogge, la chioma si carica di grandi foglie: le prime a formarsi sono semplici, seguite successivamente da foglie digitate, che possono raggiungere i 20 cm di diametro. I fiori del Baobab sono bianchi e compaiono dopo le prime piogge, assieme alle foglie. Sono di notevoli dimensioni (la corolla è larga dai 15 ai 20 cm) e vengono impollinati dai pipistrelli. I frutti sono di forma ovoidale, lunghi da 7 a 55 cm e larghi da 7 a 20 cm. Sono protetti da un guscio legnoso e ricoperti da una peluria giallognola o verdastra. La polpa matura ha una consistenza gessosa e contiene molteplici semi, approssimativamente lunghi 10 mm. La loro abbondanza ha probabilmente dato il nome comune alla pianta che deriverebbe dall’arabo bu hiba, ovvero “frutto dai molteplici semi”. Le radici giovani sono tuberose, da adulte diventano molto lunghe e resistenti, permettendo all’albero di approvvigionarsi di acqua anche in annate molto secche e di sopravvivere a forti cicloni. Per molti popoli africani il Baobab rappresenta innanzitutto un albero sacro, che viene considerato cosmico, perché si crede che tragga le sue forze dal cielo. Praticamente tutte le parti del Baobab vengono utilizzate nella medicina tradizionale, nell’alimentazione o per altri scopi. In Africa è di tale importanza per le sue doti farmacologiche da essere comunemente soprannominato “l’albero farmacista”.
Modo d’uso
Le giovani foglie sono un ingrediente comune di numerose ricette, sia fresche che essiccate. Contengono tutti gli aminoacidi essenziali e la maggior parte di quelli non essenziali; pertanto sono un’importante fonte proteica, particolarmente indicata nella nutrizione dei bambini, in mancanza di un sufficiente apporto di proteine animali. Nella farmacopea tradizionale sono impiegate per il trattamento della diarrea, della febbre, degli stati asmatici, delle malattie renali e urinarie. Macerate e poi compresse servono a calmare le infiammazioni degli occhi, delle orecchie e delle punture di insetto.
La scorza serve a combattere le infiammazioni del tubo digerente e come febbrifugo in alternativa alla corteccia di china. In passato veniva usata in Europa col nome di cortex cael cedra.
Le radici ancora tenere sono eduli, simili alle carote. Allo stato adulto contengono una sostanza colorante di rosso e vengono per questo utilizzate per tingere i tessuti.
Dai semi si estrae un buon olio, utilizzato sia nell’alimentazione che in cosmesi. È ricco di acidi grassi essenziali, in particolare acido oleico, linoleico e linolenico. Dona alla pelle tono ed elasticità, rivitalizzando in tempi brevi i tessuti epiteliali. Per questo è anche un valido sollievo in caso di scottature. I semi tostati sono commestibili, di sapore simile ai pistacchi e con essi si prepara anche un buon surrogato del caffè.
La polpa del frutto: quando il frutto è maturo la sua polpa si presenta disidratata e gessosa, con un’umidità che non supera il 10%. Sbriciolata forma una polvere di colore bianco-avorio, dal sapore gradevolmente acidulo e dall’elevato contenuto di acidi organici, in particolare acido ascorbico e tartarico. Notevole, inoltre, è la presenza di calcio e fibre solubili e insolubili. Viene tradizionalmente usata per fare bevande rinfrescante e per addensare le marmellate. La polpa ha una forte azione antinfiammatoria, come notevole è il suo effetto antimicrobico e antifungino. Bibite preparate con la polpa sono impiegate per reidratare i bambini affetti da diarrea. Le fibre stimolano la proliferazione di microrganismi utili alla flora intestinale. Le fibre insolubili non vengono assimilate dall’intestino e aumentano il transito intestinale e,quindi, risultano utili a combattere la stitichezza e a indurre un senso di sazietà, che si può sfruttare in un regime di dieta ipocalorica.
Tale pianta riveste una notevole importanza per le popolazioni del continente africano, dove tutte le sue parti trovano utilizzo a scopo fitoterapico e nutrizionale. Sono infatti note le sue numerose proprietà: da quella analgesica, antipiretica e antinfiammatoria a quella antiossidante del frutto fino all’attività nei confronti di virus, batteri e parassiti umano di foglie e fiori o quella sull’apparato circolatorio della corteccia. Dal punto di vista nutrizionale la parte della pianta più interessante è il frutto. La polpa del frutto di baobab può essere, infatti, ritenuta una fonte preziosa di principi nutrizionali, quali glucidi, microelementi, fibre solubili e non, e soprattutto vitamina C.
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