Biancospino
di Laura Nicoli
Nome scientifico: Crataegus oxyacantha
Famiglia: Rosacee
Etimologia: dal greco “kràtaigos” che indicava il biancospino.
Habitat: Abita l’Europa, il Nord Africa e l’ovest dell’Asia.
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Il biancospino è specie a larga distribuzione europea; in Italia comune in tutta la penisola e le isole, sale nelle Alpi fino a 1000 metri; vive nelle radure dei boschi di latifoglie, nelle pinete di pino silvestre, nei terreni alluvionali, negli arbusteti; spesso viene coltivato per farne siepi e come specie ornamentale nei parchi e nei giardini.
È un arbusto o un piccolo albero dal legno durissimo con spine sottili e fitte, foglie lobate e caduche, fiori piccoli bianchi o rosa a mazzetti (in maggio, ma sono state riportate, benché rarissime, anche fioriture invernali) e dall’estate al tardo autunno frutti rossi, farinosi. È molto longevo potendo arrivare ai 500 anni. In terapia è stato usato sistematicamente solo dalla fine del 1800.
Il mese dell’anno che per i Celti cadeva tra la metà di maggio e la prima decade di giugno era dedicato al Biancospino che i Romani chiamavano Alba Spina, spina bianca.
La consacrazione del Biancospino alla Madonna era, in realtà, la cristianizzazione di una tradizione pagana. I Romani avevano dedicato l’albero alla dea Maia che regnava sul mese di maggio ed imponeva la castità, essendo quello il mese delle purificazioni. Perciò, di maggio si sconsigliavano le nozze e se proprio non si poteva fare diversamente si accendevano cinque torce di biancospino fiorito per placare la dea. I Greci adornavano gli altari coi suoi rami fioriti durante le cerimonie nuziali. Nell’antica Roma la pianta era dedicata anche alla dea Flora che regnava sulla primavera trionfante. Nel Medioevo si usò il biancospino come Maggio, l’albero che veniva innalzato nella piazza dei villaggi: lo si decorava con oggetti che rappresentavano la fecondità, poi gli si danzava intorno per attirare la prosperità su tutto il paese.
Coi suoi fiori bianchi e soavemente profumati ben protetti dalle spine sembra simboleggiare un centro vitale e prezioso, un “cuore” delicato, circondato da difese invalicabili. Pertanto, la tradizione lo indica come rimedio per i disturbi del cuore (sia in senso fisico che emotivo) ed in particolare nei casi di emotività repressa per eccesso di difesa (palpitazioni, tachicardie, angina).
Il suo nome botanico, forse assegnato da Teofrasto, deriva dal termine kràtos, forza (a causa della durezza del legno e dell’impressione di forza che suscita l’intera pianta), da oxùs, aguzzo, e da ànthos, fiore. Le foglie e i fiori in infuso, in decotto o in tintura madre, esercitano un’azione sedativa e ansiolitica, sicché li si prescrive nella cura dell’insonnia. Blandi cardiotonici sono usati anche per i disturbi del ritmo cardiaco, dell’angina pectoris, nel cuore senile. Combattono, infine, cefalee, vertigini ed i disturbi della menopausa.
Di particolare interesse l’azione cardiovascolare riscontrabile con una vasodilatazione dovuta al rilasciamento delle fibre muscolari della parete vasale. L’azione sulla muscolatura vasale sembra sia dovuta a un’azione sedativa sul tono simpatico vasocostrittrice, sia a sostanze vasodilatatrice e cardioregolatrici.
È particolarmente utile nelle angine pectoris, nelle nevrosi cardiache, negli stati di ipereccitabilità con aritmie e nell’ipertensione arteriosa particolarmente se di origine nervosa.
Potenzia l’azione della digitale, utile in soggetti arteriosclerotici associato al tiglio che agisce diminuendo la viscosità del sangue. Dall’uso abituale di biancospino trovano beneficio coloro che soffrono di spasmi dolorosi allo stomaco di origine nervosa e di dolori reumatici.
L’azione del biancospino è quella di essere rilassante, sedativo del sistema nervoso dove c’è una situazione di tensione, di emotività persistente e continua. È un ottimo distensivo. Si utilizza anche come antiipertensivo perché fa abbassare la pressione arteriosa ed è utilizzato in tisane rilassanti e distensive per il sonno. Ha un’azione sedativa sul tono simpatico, per cui è un modulante a livello circolatorio; agisce sui vasi ed a livello del cuore, per cui il biancospino è consigliato come regolatore del ritmo cardiaco; per angina pectoris, nevrosi cardiache e aritmie ed anche gli attacchi di panico. Nei soggetti ipotensivi va usato con molta cautela.
La camomilla non è un calmante, è fondamentalmente un antispasmodico con un’azione blandamente distensiva. Quindi, secondo gli esperti, per il mal di pancia va benissimo, per dormire la camomilla ha l’effetto, talvolta, paradosso.
Il biancospino è spesso associato al Tiglio perché il Tiglio ha un’azione purificante del sangue; Biancospino + passiflora per insonnia; si associa comunemente a droghe calmante, ipotensive, circolatorie.
Molto utile per persone anziane. Da usare con cautela per gli ipotesi.
nettuno_nl@libero.it
5/5/2008
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