Ficus carica

di Laura Nicoli

Descrizione
Il fico comune (Ficus carica L.) Rappresenta la specie più nordica del genere Ficus, produce il frutto detto comunemente fico. Il nome del fico, in latino “ficus”, deriverebbe dal greco “phyo” produco, a causa della fecondità di questa pianta; secondo altri origina dall’ebraico “phag” che ha lo stesso significato. L'epiteto specifico carica fa riferimento alle sue origini che vengono fatte risalire alla Caria, regione dell'Asia Minore. Testimonianze della sua coltivazione si hanno già nelle prime civiltà agricole di Mesopotamia, Palestina ed Egitto, da cui si diffuse successivamente in tutto il bacino del Mar Mediterraneo. Se per definizione è detto "Fico Mediterraneo", si considera pure storicamente originario e comune delle regioni Caucasiche, e del Mar Nero. Solo dopo la scoperta dell'America il fico si diffuse in quel continente, in seguito ai contatti con l'Oriente fu diffuso in Cina ed in Giappone.
Appartiene alla famiglia delle Moracee, la stessa del Banyan (l’albero dove Buddha ha avuto l’illuminazione) e del sicomoro.È un albero dal tronco corto e ramoso che può raggiungere altezze di 6-10 m; la corteccia è finemente rugosa e di colore grigio-cenerino; i rami sono ricchi di midollo con gemme terminali acuminate coperte da due squame verdi, o brunastre. Le foglie sono grandi, scabre, oblunghe, grossolanamente lobate a 3-5 lobi, di colore verde scuro sulla parte superiore, più chiare e ricoperte da una lieve peluria su quella inferiore. Quello che comunemente viene ritenuto il frutto del fico è in realtà una grossa infruttescenza carnosa, piriforme, ricca di zuccheri a maturità, detta siconio di colore variabile dal verde al rossiccio fino al bluastro-violaceo, cava, all'interno della quale sono racchiusi i fiori unisessuali, piccolissimi; una piccola apertura apicale, detta ostiolo, consente l'entrata degli imenotteri pronubi; i veri frutti, che si sviluppano all'interno dell'infiorescenza, (che diventa perciò una infruttescenza) sono numerosissimi piccoli acheni. La polpa che circonda i piccoli acheni è succulenta e dolce, e costituisce la parte commestibile. Il fico è una pianta lunare e, come tutte le erbe officinali governate da questo astro, ha proprietà antiansia e concilia il sonno; anche la forma tondeggiante ed il sapore dolce dei suoi frutti richiamano a proprietà calmanti. I frutti tagliati a metà, con tutti i loro semi, ricordano l’interno dell’intestino tenue, coi suoi villi intestinali, per cui sono utili come lassativo.

Principi attivi: nel frutto sono presenti flavonoidi e vitamina A antiossidanti, mucillagini emollienti e lassative, enzimi digestivi, zuccheri nutrienti; nelle foglie si trovano furocumarine foto sensibilizzanti; cumarine che distendono la muscolatura liscia.

Proprietà: i frutti sono lassativi, emollienti, digestivi;il latice è caustico; le gemme, sotto forma di macerato glicerico, sono antiansia, anti depressive, antistress, disinfiammanti delle mucose di stomaco e intestino e contrastano le allergie, insieme a Ribes Nigrum, anche quella ai raggi del sole.

Usi
Per stitichezza e digestione difficile: all’occorrenza mangiare alcuni frutti maturi la mattina a digiuno. In alternativa, assumere 50/80 gocce di Ficus Carica, macerato glicerico, con un po’ di acqua, 20 minuti dopo cena.
Tosse: far bollire 2 frutti privati della pelle per 15 minuti in 2 tazze d’acqua, filtrare e bere al bisogno.
Ansia, gastrite, colite, allergie, calazi: assumere 50 gocce di Ficus Carica, macerato glicerico, con un po’ d’acqua, 3 volte al giorno, 15 minuti dopo colazione, pranzo e cena. Proseguire per 2 mesi. Se necessario, ripetere il ciclo.
Mucose della bocca o pelle infiammate: utilizzare il decotto di frutti secchi per gargarismi o lavaggi.

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