Ippocastano
di Laura Nicoli
Nome scientifico: Aesculus hippocastanum L.
Famiglia: Hippocastanaceae
Etimologia: il nome della specie deriva dal greco “ippos” cavallo e “kàstanon” castagno |
Descrizione
L'ippocastano o castagno d'India è un albero molto usato come ornamentale nei viali o come pianta isolata, ma è sconsigliabile sia perché perde le foglie sia perché i frutti pungenti sono pericolosi per la loro brusca caduta. Crea una zona d'ombra molto grande e fitta. Può arrivare a 25-30 metri di altezza; presenta un portamento arboreo elegante ed imponente. La chioma è espansa, raggiunge anche gli 8-10 metri di diametro restando molto compatta. L'aspetto è tondeggiante o piramidale, a causa dei rami inferiori che hanno andamento orizzontale. Longevo e rustico, tollera le basse temperature e non ha particolari esigenze in fatto di suolo, anche se cresce meglio nei terreni fertili. È poco resistente alla salinità del terreno e gli agenti inquinanti atmosferici, ai quali reagisce con arrossamento dei margini fogliari e disseccamento precoce della lamina.
Distribuzione
Originario dell'Europa orientale (penisola balcanica, Caucaso), è stato introdotto a Vienna nel 1591 da Charles de l'Écluse e a Parigi, da Bachelier, nel 1615. In Italia è diffusa in tutte le regioni, soprattutto in quelle centro-settentrionali, dalla pianura fino a 1200 metri di altitudine.
Parti usate
Semi, foglie, corteccia.
Principi attivi
Escina (saponine costituite da circa 30 sostanze diverse), cumarine (esculina, esculetina, frassitina), flavonoidi (quercitrina, quercetina, caempferolo), antociani, vitamine B, C, D, K.
Storia
I frutti della pianta venivano utilizzati come mangime per i cavalli; i semi per produrre farina e, dopo averli tostati, preparare un surrogato del caffé. La corteccia era usata come febbrifugo. Oggi, l’ippocastano è uno dei più efficaci ed interessanti medicinali fitoterapici per il trattamento dei disturbi della circolazione venosa.
Avvertenze
Anticoagulanti. L’assunzione di ippocastano in persone in trattamento anticoagulante o che prendono aspirina va attentamente valutata da un medico. Le sostanze cumariniche, come l’aesculina, contenute nei semi della pianta hanno proprietà antitrombotiche e possono aumentare il rischio di sanguinamento e di ecchimosi interferendo con la normale attività anticoagulante.
Quando e come utilizzarlo
Usato principalmente nei casi di insufficienza venosa particolarmente degli arti inferiori. Ha un’azione diretta sull’endotelio vascolare svolgendo un’azione antinfiammatoria sia vascolare che perivascolare che lo rende utile in caso di flebiti e tromboflebiti e processi di arteriosclerosi. Molto efficace nel trattamento delle emorroidi. Tonifica l’attività circolatoria, sostiene la funzione cardiaca ed il flusso ematico.
Vasocostrittore, l’Aesculus hippocastanum è composto principalmente da triterpeni glucosidi tra cui l’escina. Un’evidente azione antinfiammatoria è stata ben documentata proprio per l’escina. Questo principio farmacologico aumenta la resistenza del circolo capillare, riduce la permeabilità delle venule e svolge un’interessante azione di drenaggio linfatico. L’escina, inoltre, sembra svolgere un’azione vasocostrittrice stimolando il tono della parete venosa. L’escina stabilizza le membrane dei lisosomi cellulari, organelli ricchi di enzimi molto aggressivi verso la cellula, limitando la liberazione degli enzimi lisosomiali. Il rilascio di questi enzimi è spesso aumentato nelle condizioni di malattie croniche delle vene. I semi di Aesculus Hippocastanum sono la base naturale per formulare l’estratto di Ippocastano, un rimedio fitoterapico efficace nella cura dell’insufficienza venosa cronica. Le persone con questo disturbo vascolare lamentano dolore e sensazione di affaticamento agli arti inferiori stando in piedi o camminando. Tali sintomi sono causati dal gonfiore (accumulo di liquido extracellulare) e dall’infiammazione delle vene.
Ricercatori tedeschi hanno evidenziato che l’assunzione di una compressa da 50-75 mg due volte al dì di estratto secco di ippocastano è efficace nel ridurre il gonfiore, il prurito ed il senso di pesantezza e di affaticamento delle gambe per un periodo di trattamento compreso tra due settimane e due mesi. I primi effetti positivi compaiono già entro quindici giorni.
Il gemmoderivato dell’ippocastano agisce specificatamente sui piccoli vasi superficiali dilatati, rinforzandoli e proteggendoli, prevenendo così la fragilità capillare. Questa apprezzata proprietà di Aesculus è legata alla presenza di una particolare sostanza biochimica, l’escina. La ricerca scientifica ha infatti dimostrato che l’escina svolge un’azione antinfiammatoria, tonica sulle vene e riduce il gonfiore e la dilatazione dei piccoli vasi. Assumete Aesculus hippocastanum MG all 1DH, 50 gocce prese un quarto d’ora prima di colazione, sciolte in poca acqua. Può essere usato in casi di ipo e ipertensione. Utile nella profilassi delle trombosi e negli edemi da stasi. Si può usare come coadiuvante nel trattamento di lievi emorragie soprattutto gengivali in decotto come collutorio.
Normalmente, dell’ippocastano si utilizzano le foglie, oppure la polpa del fusto; la farina dell’ippocastano come pappina, un impasto aggiungendo un po’ di olio in una specie di pannolino è ottima da applicare come azione antiemorroidaria.
Come antinfiammatorio sulle mucose va bene anche per gli occhi.
Dosaggio: estratto. Le capsule di estratto secco di ippocastano standardizzato in escina ad un dosaggio compreso tra i 100 e 150 mg al dì sono la modalità di assunzione più studiata ed impiegata con efficacia.
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