Pungitopo

di Laura Nicoli

Nome scientifico: Ruscus aculeatus L. Fam Liliaceae
Sinonimi: Pungitopo
Parti usate: rizoma
Principi attivi: saponine steroidee, ruscina e rucoside, tannini e fitosteroli

Descrizione
Il pungitopo, o pugnitopo, comune nella macchia mediterranea, è una pianta cespugliosa sempreverde alta dai 30 agli 80 cm, provvisto di “cladodi”, rametti che per mancanza di foglie ne assumono la funzione, divenendo ovali, appiattiti e rigidi, con estremità pungenti. Le “foglie”, compatte e coriacee, sono in realtà rami ed i fiori bianchi, a forma di piccolo giglio, compaiono direttamente al centro della loro pagina, senza picciolo. In inverno, quando il resto della natura dorme, il pungitopo ha un momento di vera gloria: conserva infatti tutte le sue foglie ancora verdi ed ha portato a maturazione i frutti, le bacche rosse di cui si nutrono gli insetti per la propagazione. Ci sono piante femminili e maschili. Il pungitopo viene coltivato come pianta ornamentale, soprattutto come decorazione durante le feste natalizie.


Particolarità
Sottoposto a tutela in molte zone, cresce su terreni ben drenati e asciutti. Il nome fa riferimento al fatto che anticamente veniva messo attorno alle provviste, per salvaguardarle dai topi. Con l’espressione “pungitopo maggiore” si intende comunemente l’agrifoglio.


Tradizione
È una delle piante di Natale, come quasi tutte quelle che, nel mezzo dell’inverno, manifestano una vitalità particolare (la Natura sembra morta, ma in realtà si sta rinnovando). Quasi tutte queste piante sono legnose, irte, solide, essenziali. Il pungitopo, che in pieno inverno emette frutti rossi (colore del sangue, del fuoco).


Proprietà
Antinfiammatorie, diuretiche, aumenta il tono venoso riducendo la permeabilità capillare. Utile nel trattamento dei disturbi associati all’insufficienza venosa cronica come i dolori e la pesantezza delle gambe, i crampi notturni (ristagno, deficit venoso), i disturbi emorroidari. Si impiega anche nell’idropisia (ritenzione di liquidi) e nelle affezioni delle vie urinarie. In rari casi possono comparire disturbi gastrici e nausea. Azione di drenaggio; azione astringente sulla circolazione arteriosa e venosa. Va bene per chi ha le vene lasse, da evitare a chi ha già troppa tensione in questo distretto, ovvero gli ipertesi.


Quando e come utilizzarlo
Può essere usata sotto forma di decotto o in estratto. Gli estratti di rusco si raccomandano nei prodotti per pelli sensibili, delicate, facili agli arrossamenti e fragilità del microcircolo sottoepidermico.
Tra i componenti principali del rusco vanno citati i flavonoidi con il rutoside. È proprio quest'ultimo ad essere indicato e definito come vitamina P (cioè con caratteristiche simili), e quindi indicato per aumentare la resistenza delle pareti dei capillari. Quindi, il suo utilizzo principale è nella terapia delle varici venose, delle emorroidi, delle flebiti. La pianta viene indicata anche come antinfiammatorio, diuretica e antireumatica. Abitualmente il rusco viene prescritto per via orale, tramite il decotto.
Nella medicina popolare, per le doti diuretiche che possiede, è usato nella “composizione delle cinque radici”, insieme al prezzemolo, al sedano, al finocchio e all’asparago.
I germogli di pungitopo, dal gusto amarognolo, talora noti come "asparagi selvatici", raccolti da marzo a maggio, vengono utilizzati in cucina a mo' di asparagi, lessati per insalate, minestre e frittate.
I semi, opportunamente tostati, venivano un tempo impiegati come sostituti del caffè.
Svolge una potente azione costrittrice sui vasi sanguigni, in particolare su quelli venosi, e favorisce la tonicità delle pareti delle vene. Queste caratteristiche rendono Ruscus particolarmente indicato nella ritenzione idrica con gonfiore e senso di pesantezza delle gambe, nell’insufficienza venosa degli arti inferiori, nelle varici ed anche nelle emorroidi. Alcuni ricercatori in fitoterapia lo consigliano anche per il trattamento della cellulite. Ruscus aculeatus si assume in tintura madre, T. M., in ragione di 40 gocce da una a tre volte al giorno a seconda dell’intensità dell’insufficienza venosa. Il ciclo di trattamento prevede 3 mesi di assunzione consecutiva. È opportuno non superare le dosi consigliate poiché a dosaggi molto elevati Ruscus può indurre vomito o diarrea.
Il pungitopo ti “asciuga”  è diuretico e attenua anche i capillari. Il pungitopo, noto col nome botanico Ruscus aculeatus, appartiene alla famiglia delle Liliacee ed è una pianta ricca di virtù vasoprotettrici. Come raccomandava anticamente la medicina spagirica, il pungitopo può essere efficacemente impiegato di presenza di stasi linfatica e per ridurre il rossore dei capillari e della couperose.
Fai così:: in commercio esistono creme e gel a base di rusco ideali per massaggi sgonfianti e decongestionanti da effettuare preferibilmente la sera dopo il bagno, partendo dalle caviglie e risalendo verso cosce e glutei.

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