Amy Winehouse, l’arte sull’orlo dell’abisso

di Massimo Michelini

Spacca il video con la sua presenza carismatica, fortissima e inquietante e un look creato da lei stessa, look tanto particolare da aver influenzato uno stilista di alta moda quale Karl Lagerfeld; ha una voce unica che fonde soul, jazz, rhythm & blues e che può essere paragonata a quella delle grandissime quali Sarah Vaughan e Billie Holiday e, pur andando a toccare territori musicali completamente diversi e se il paragone non pare blasfemo, Edith Piaf e Maria Callas; vive sull’orlo del precipizio, perennemente inseguita dai fantasmi dell’overdose e del suicidio, assediata da torme di paparazzi pronti a immortalare ogni suo atto sconveniente, e ne fa in continuazione; tutto questo in soli 25 anni di vita, compiuti in questi giorni. Buon compleanno, allora, Amy Winehouse. Ma perché sei tanto grande e perché ti fai tanto male?

Amy Winehouse nasce a Enfield, un sobborgo di Londra, il 14 settembre 1983 alle 22.25. È di famiglia ebraica, il padre fa il tassista mentre la madre è infermiera.
I Winehouse non sono tipi comuni, soprattutto il padre almeno a quanto si racconta. Adora infatti cantare, e lo fa in continuazione, soprattutto cover di Frank Sinatra. Amy presto lo imita, anche a scuola. Ma lo fa un po’ troppo ed è decisamente troppo irrequieta. Tanto che già quando ha soli 9 anni gli insegnanti dicono che non si può continuare così. Amy viene allora trasferita in una scuola particolare per dare spazio alla sua creatività e alle sue doti artistiche. La giovane Winehouse è però incontenibile e a 14 anni viene espulsa definitivamente anche da questa scuola. Troverà momentaneamente riparo in un’altra, ma il suo mondo è la musica. Ha iniziato a suonare la chitarra a 13 anni e a scrivere canzoni un anno dopo. Inizia presto a esibirsi in locali jazz e a 20 anni incide il suo primo CD, che ha un grande riscontro. Ma il boom vero arriva 3 anni dopo, nel 2006, quando ottiene un successo mondiale col secondo CD, Back to Black, e vende la bellezza di 11 milioni di copie.
Perché spendere tante parole su un personaggio così noto e chiacchierato? Perché l’astrologia può spiegare tante cose. Non può ahimè convincerla alla Re-Hab, la disintossicazione che dà il titolo a uno dei suoi più grossi successi, prima di tutto perché lei non la vuole – e lo canta pure – ma può illustrare meglio di un trattato di psichiatria i motivi della sua grandezza e del suo disagio.
Amy è Vergine ascendente Gemelli e nel suo tema natale ha un’unica lesione, il quadrato che Nettuno a fine Sagittario – nei suoi gradi di domicilio base – manda a Sole e Mercurio congiunti a fine Vergine. Tanto per ripassare un po’ di ABC zodiacale, proprio nei gradi del domicilio base di Mercurio.
Un conflitto, dunque, tra l’immobilismo e l’acume un po’ acido della Vergine e il bisogno di muoversi e cambiare del Sagittario, tra la concretezza e la fantasia e l’irrequietudine.
Da notare che i pianeti, nella sua carta del cielo, occupano solo 4 case, e i segni toccati sono quelli che vanno dal Leone al Capricorno. Singolare inoltre la presenza di ben 4 pianeti lenti, solo positivi, in casa sesta.
Se ci fermassimo a un’occhiata distratta e a un’analisi superficiale potremmo pensare – non sbagliando più di tanto – a una personalità estremamente coerente con un unico punto di fragilità. Ma quanto incide quella fragilità e a cosa porta?
Sole e Mercurio sono in quinta casa, quella della vita, della vitalità, degli eccessi. Se i pianeti non fossero lesi, potremmo pensare a un’esuberanza curiosa ed esibizionistica e a una vivacità motoria, entrambi ben presenti in Amy. Caratteristiche ribadite e sottolineate inoltre dall’ascendente Gemelli.
Dal canto suo Nettuno accentua a dismisura la sensibilità umana e artistica, poiché si congiunge a una Luna a inizi Capricorno e invia spettacolosi trigoni a Marte e Venere. È inoltre in settima casa – quella del rapporto con gli altri – e amplifica all’ennesima potenza l’irrequietudine umana, che va però a cozzare come un macigno contro il nucleo vitale dell’Io, il Sole. Si può ipotizzare con ragionevolissima certezza che Amy voglia fuggire e abbia il terrore di fuggire, voglia da un lato essere sempre se stessa e il proprio personaggio (come pretendono l’ascendente Gemelli e il bel Plutone) ma sia avvolta dalle nebbie di Nettuno e dalle conseguenti angosce esistenziali. E allora ripete il gesto che può rassicurare il suo lato Vergine, ma la ripetizione in questo caso è improntata alla dipendenza da alcool, droghe varie, fumo e disturbi alimentari.
Sa che si sta facendo del male, ma non può fare diversamente e guarda caso infierisce tagliuzzandosi proprio sulle braccia-Gemelli, colpiti per riflesso dal quadrato tra Nettuno e Sole/Mercurio.
E intossica i polmoni (il quadrato batte sui gradi finali del segno, quelli che governano questa parte dell’apparato respiratorio) tanto che quando finisce in ospedale per un enfisema, i medici diagnosticano che i suoi polmoni – per l’abuso di fumo e di crack – sono al 70% della loro funzionalità. C’è da stupirsi? L’ha anche cantato: «You love blow and I love puff», ossia, «tu sniffi cocaina, io fumo». Sigarette, ma anche crack.
Questo verso di Back to Black evidenzia un altro punto essenziale nella biografia di Amy: quell’unico aspetto negativo nel suo tema natale riguarda anche il suo rapporto col maschile (né il trigono che Marte riceve da Nettuno può realmente essere considerato positivo da questo punto di vista, perché dà l’attrazione per maschi inquieti, strani e sfuggenti) o soprattutto quello, perché nel suo tema natale Luna e Venere sono all’apparenza molto belle. Ma su di loro torneremo poi. Non sappiamo che rapporto abbia avuto la Winehouse col padre, di certo conosciamo bene quello col marito, attualmente in carcere.
Blake Fielder-Civil, il coniuge, è un tossicodipendente non pentito, di classe sociale inferiore alla sua (il Sole in Vergine di Amy in quinta), incapace fino ad oggi di uscire dai suoi schemi autodistruttivi, anzi è stato proprio lui a iniziarla alla droga. Ma da lui, la Winehouse vorrebbe avere almeno 5 figli, come ha lei stesso dichiarato, e come è deducibile astrologicamente dalla congiunzione di Mercurio al Sole. Mentre il padre di Amy afferma che teme che sua figlia e il marito si suicidino insieme.
Se Blake non ne vuole sapere di disintossicarsi anche Amy è dello stesso parere («They tried to make me go to rehab but I said “no, no, no”»). Così una sera si presenta sul palco completamente fatta, ubriaca, senza voce e stonatissima, e poche sere dopo, quasi miracolosamente, canta come un angelo del paradiso facendo commuovere anche i sassi. Il Sole in quinta non ha mezze misure, o tutto o niente.
I suoi grovigli interiori sembrano al momento inestricabili. Inoltre Amy ha dichiarato che solo quando soffre oltre misura riesce a comporre le sue canzoni. Ma non sa stare sola, come le impone la sua Luna in settima.
Non sa stare da sola, ma quando è in coppia fa a botte con il marito. E non le prende solo, le dà anche. Del resto il suo Marte in Leone è congiunto a Venere e s’infiamma per amore e per orgoglio, non ha mezze misure, né Plutone a fine Bilancia congiunto a un roccioso Saturno in Scorpione la rende malleabile. Anzi. La sua femminilità è virilizzata mentre il suo maschile è fragile. Le emozioni e i sentimenti – tutti, quelli belli e quelli brutti – sono alle stelle, mentre la sua parte attiva è insicura e vacillante.
Insomma, vive di passioni e non sa trovare un equilibrio. Come potrebbe? Quel suo unico, dannato quadrato va a toccare per riflesso – anche se le case sono vuote di pianeti – la prima, quella dell’Io, e l’undicesima, quella appunto dell’equilibrio. La sua undicesima in Pesci inoltre inizia proprio nei gradi di Nettuno, ma il suo Nettuno radix non la può aiutare, anzi.
La valvola di sfogo delle sue tensioni, anche di coppia, è la creatività, e così canta:
«My stomach drops and my guts churn,
You shrug and it's the worst,
Who truly stuck the knife in first»
che, tradotta, suona così:
«lo stomaco mi sprofonda e mi si torcono le budella,
tu scrolli le spalle e il peggio è
chi è stato davvero il primo ad affondare il coltello».
E ancora:
«We only said good-bye with words
I died a hundred times
You go back to her
And I go back to black»
ossia:
«Ci siamo detti addio solo a parole
io sono morta cento volte
tu ritorni da lei
e io ritorno al mio buio».
Pur con dei lineamenti irregolari, Amy Winehouse ha una femminilità regale, come esigono la sua Venere in Leone e la sua Luna in Capricorno sostenuta da Saturno e Plutone. Non può passare in secondo piano, si acconcia i capelli come Marge Simpson, e si ricopre di tatuaggi volgarissimi e quasi caricaturali, alla Braccio di Ferro, ma sa comunque emanare la forza e la potenza della sua unicità.
Amy sbandiera la sua diversità e grandezza, anche se ne soffre per il bisogno della Vergine di restare nella norma, ma non sa fare diversamente.
Di fronte a tanta singolarità e squilibrio – manifesto e impossibile da celare – c’è da chiedersi che ruolo giochino i suoi pianeti in sesta casa, nell’ordine Plutone in Bilancia, Saturno in Scorpione, Giove e Urano in Sagittario.
È possibile che una sesta così forte abbia inciso sulla sua presa quasi immediata sul grande pubblico, pur essendo Amy così atipica. La congiunzione Plutone/Saturno sicuramente rafforza la determinazione di essere solo e soltanto se stessa, mentre quella tra Giove e Urano le concede di usare la voce come uno strumento felice e fortunato, di cui conosce e impiega tutte le chiavi. Ma è anche probabile che questo ammasso di pianeti nell’ultima casa sotto l’orizzonte amplifichi ancora di più il suo disagio, centuplicando il conflitto già ben radicato in lei tra normalità e anormalità, rappresentata dall’opposta dodicesima. Chi cerca inoltre di caratterizzarsi in maniera così forte anche esteticamente forse sotto sotto non è poi tanto sicuro di sé.
Segnalo poi che spesso i cantanti di musica leggera (anche se Amy di certo va oltre questa categoria) hanno spesso forti valori Vergine o casa sesta, forse appunto anche per il grande riscontro pubblico che riescono ad ottenere.
L’ultimo anno è stato importantissimo per la Winehouse nel bene e nel male, anche astrologicamente. Plutone infatti si è congiunto alla sua Luna, mentre – in negativo – Urano si è opposto ai suoi Sole e Mercurio, mentre Nettuno di passaggio in Aquario faceva lo stesso con Marte e Venere. Insomma, successo planetario e squilibrio totale.
Non oso sfogliare le effemeridi per sapere cosa potrebbe riservarle il futuro. Quando un personaggio è così estremo ho paura a farlo.
Mi concentro allora su quello che desidero io, come milioni di altri fan: che abbia infine la forza e la determinazione di affrontare davvero la re-hab.

Amy, hai solo 25 anni e un talento divino: non gettarli al vento!

21/09/2008

TRAGICA POSTILLA DEL 24 LUGLIO 2011

Nessuno si è stupito davvero alla terribile notizia di ieri della scomparsa di Amy Winehouse. Eppure tutti speravano in un miracolo, in un'inversione di rotta, in un re-hab davvero efficace. No, la divina Amy non ce l'ha fatta a uscire da tossicodipendenza e alcolismo, il demone interiore che la divorava ha avuto la meglio. L'angoscia che l'ha uccisa giorno dopo giorno ne ha spento la vita, ma non l'arte. Perché la sua voce resterà a dispetto dello strazio interiore o forse anche grazie ad esso. Amy se ne è andata da questa Terra che non era in grado di affrontare senza ansie e ha così raggiunto altri miti autodistruttivi del pantheon rock, Jimi Hendrix, Jim Morrison, Kurt Cobain, Janis Joplin che - come Amy - non hanno saputo resistere nel mondo più di 27 anni. Hai detto "no, no, no" alla re-hab, ma non potrai sfuggire alla gloria eterna che la tua voce incantevole ti farà vivere, tra i geni della musica giovane. E mai come in questo caso "musica giovane" è un termine troppo restrittivo per contenere il genio della divina, stralunata, unica Amy Winehouse. Ciao Amy, resterai sempre tra di noi.

massimomichelini1@virgilio.it