Marte,
aggressività e violenza
Il
pianeta nei segni
di
Massimo Michelini
La
violenza è insita nella vita stessa? Possibile o probabile.
La storia dell’umanità è infatti incentrata su
atti di sopraffazione e costellata di episodi carichi di un’aggressività
sproporzionata alle reali necessità del momento, tanto da far
ragionevolmente supporre che davvero sia una componente fondante dell’esistenza.
Non mi stancherò mai di ripetere che lo Zodiaco – specchio
infallibile del nostro essere e agire in questo mondo – prende
il via in Ariete proprio con Marte, dio della guerra. Pianeta datore
di morte ma pure di vita, come ho accennato anche nel mio studio Mal
di marte 1 .
All’aggressività, che può sconfinare nella violenza,
si dà oggi comunemente un significato negativo e la mentalità
attuale la condanna senza possibilità di appello, o almeno
la vede con forte sospetto. Se, per fare un esempio vistoso, pensiamo
alla carica di devastazione degli ultras di calcio non possiamo non
essere d’accordo, la distruttività immotivata va condannata
anzi repressa. Ciò nonostante gli ultras sono una delle manifestazioni
più lampanti di un istinto proprio dell’uomo, ossia affermare
se stesso e quello in cui crede, compresa una qualsiasi squadra di
calcio.
Se analizziamo gli eventi di questo tipo da un punto di vista logico
li inquadriamo nell’ambito della follia singola o collettiva,
ma – se pur esecrabili – sono una manifestazione vistosa
di una pulsione umana, prevalentemente maschile ma non solo, che ha
a che fare con il senso di identità 2. La fede calcistica
rientra in questo ambito, anzi è una delle sue manifestazioni
più vistose.
Sempre restando in ambito calcistico, o sportivo in generale, l’agonismo
si basa sulla rivalità, sulla sconfitta del nemico per affermare
il proprio essere migliori, non potendo essere gli unici sulla faccia
della terra. Per battere l’altro in qualche modo devi inoltre
odiarlo, tanto da arrivare all’omicidio perpetrato ad esempio
in momenti di esaltazione contro un tifoso della squadra avversaria.
Assurto al rango di nemico semplicemente perché la pensa o
tifa in altro modo. Non pensiamo però che gli ultras siano
un’eccezione disdicevole. O meglio, lo sono, ma incarnano alla
perfezione una pulsione basilare della mente umana, l’odio del
nemico. Fuori dall’ambito sportivo abbiamo comunque sempre qualcuno
da odiare, sia lo straniero, sia la persona di una città vicina
alla nostra 3, sia il sesso opposto, sia uno del nostro
sesso che potrebbe rappresentare un rivale in amore, nella carriera,
o anche solo nell’arrivare primo al prossimo semaforo.
Per chi voglia approfondire il ruolo della paranoia nella mente umana
consiglio un volume fondamentale del maggior psicanalista italiano
vivente, Luigi Zoja, Paranoia 4.
In alcune società antiche essere aggressivi era considerato
un valore aggiunto, e a volte pure in quelle contemporanee. Ricordo
che anni fa, nel periodo del cosiddetto “edonismo reaganiano
5”, una signora americana mi spiegò tutta
contenta che il suo capo era “very aggressive”. Avrei
voluto chiederle come mai non era ancora stato rinchiuso in apposite
strutture, ma capii che per lei e il suo ambiente sociale si trattava
di un grande complimento.
Dalla notte dei tempi e in parte anche ora, la sopravvivenza individuale,
della famiglia, della propria gente è affidata alla capacità
di difendersi dalle invasioni esterne.
Tra i primitivi c’era però pure chi non aspettava l’attacco
altrui e partiva per primo 6 ad assaltare e colpire le
tribù vicine per allargare il proprio spazio vitale, l’altra
faccia della medaglia. Allo stesso modo oggi qualcuno preferisce anticipare
le mosse dell’avversario.
Marte per difesa, Marte per attacco.
Se non ci affidiamo a giudizi moralistici ci accorgiamo che nella
natura dell’essere, di certo nelle sue stesse cellule, c’è
un istinto aggressivo come stigmatizzò a suo tempo il padre
della psicanalisi. Nel brano di un suo libro Eric Fromm spiega molto
bene cosa pensava Freud in proposito: "[Freud] nel saggio Al
di là del principio del piacere «ha fatto proprio
il presupposto che in ogni essere umano, in ogni cellula, in ogni
sostanza vivente, siano all'opera due pulsioni: pulsione di vita e
pulsione di morte. E questa seconda, Thanatos (in greco,
morte), come la chiamò Freud, si rivolgerebbe sia all'esterno,
apparendo quale distruttività, sia all'interno, quale forza
autodistruttiva che conduce alla malattia, al suicidio o, se mescolata
a impulsi sessuali, al masochismo. Non sarebbe determinata da circostanze,
non sarebbe prodotta da nulla: l'uomo avrebbe soltanto la scelta di
indirizzare questo impulso di distruzione o di morte contro se stesso
o contro altri, trovandosi pertanto di fronte a un dilemma quanto
mai tragico ». 7"
Se intendiamo la violenza come una carica forte, incontrollata, poco
ragionata e diretta verso l’esterno, è implicita in ogni
fenomeno naturale e serve a tutto, compreso a prolungare la vita attraverso
un atto sessuale. Se il pene infatti non si infiammasse, irrorandosi
di sangue, non potrebbe penetrare nella vagina per fecondare poi grazie
al seme gli organi sessuali femminili. Senza un assalto violento,
o almeno forte, energico, aggressivo, non c’è vita.
Calore, forza, energia, violenza, questa la sequenza propria di Marte.
Certo non si può dare lo stesso valore alla penetrazione di
un atto sessuale consenziente a una carica aggressiva impiegata per
violentare o uccidere, ma il principio fisico in qualche modo è
lo stesso. La differenza la fanno due fattori, ossia la quantità
di aggressività e l’accordo da parte di chi riceve –
o subisce - quell’atto.
Paradossalmente ma non tanto, pure con l’inseminazione artificiale,
una metodologia non naturale, per arrivare al concepimento bisogna
usare una siringa con un ago, uno strumento a forma fallica. Non puoi
inseminare con una pastiglia, ci vuole in qualche modo un “pene”
di plastica, o di altro materiale.
Così in ogni sua manifestazione vitale l’essere umano
esagera, usa energia in eccesso, una forza superiore alle reali necessità.
E, nelle relazioni interpersonali, spesso si eccede, per affermare
se stessi, per farsi valere, per ricordarsi di esistere, senza però
rendersene conto. Diffidando del prossimo, inclusa la persona amata,
perché in qualche modo a volte può rappresentare un
rivale. L’essere umano deve infatti conquistare il partner,
come gli eserciti dovrebbero invadere lo stato nemico, e pure nella
seduzione aleggia una sorta di conflitto in sottofondo. L’uomo
seduce con un’esibizione della forza donata geneticamente al
maschio, la donna con la bellezza. Dietro a un atto d’amore
c’è quindi una sorta di battaglia, una schermaglia sì
piacevole ma in cui ciascuno sfodera le sue armi. Marte quindi, anche
se, per la dialettica zodiacale degli opposti, nel momento in cui
si attiva una forza entra in azione anche quella ad essa uguale e
contraria. Capace di bilanciarla, contenerla e superarla in un secondo
momento. Per venire poi bilanciata, contenuta e superata a sua volta.
Così la violenza di Marte viene spenta dall’affettività
di Venere, mentre l’estetismo di Venere deve essere scosso e
difeso da Marte.
Difesa e attacco sono in realtà spesso intrecciati, ed è
difficile capire se sia nato prima l’uovo o la gallina, se si
inizi difendendo oppure attaccando.
Gira che ti rigira però, la forza e l’energia di Marte
sconfinano sempre nell’aggressività. Faccio un esempio.
Un neonato o un bimbo molto piccolo non sa dove potrà arrivare
e cosa causerà il gesto impulsivo e carico di energia di un
adulto. Così se vede discutere animatamente il padre e la madre
può iniziare a piangere. Una chiacchierata piena di fervore
può equivalere per lui a una violenza vera e propria, a un
atto cruento anche quando gli adulti non hanno alcuna intenzione di
trascendere, di passare alle maniere forti. Stanno solo difendendo
un loro punto di vista, ma lo fanno con troppo calore, ma chi non
ha ancora esperienza può avvertire i toni accesi (altro modo
di dire proprio di Marte) come un’imminente minaccia alla propria
incolumità.
Portando il ragionamento alle sue estreme conseguenze, la difesa delle
proprie opinioni può essere vissuta dall’altro come una
minaccia. La mente priva di filtri del bimbo sbaglia nel vedere una
minaccia reale, ma coglie l’energia di un certo tipo, potenzialmente
pericolosa. Marte è in sottofondo, comunque e sempre.
Mors tua vita mea, vita mea mors tua: tutto ruota intorno
a questa verità apodittica. Pacifisti e fautori dell’amore
universale si rassegnino: questo afferma la vita, questo sentenzia
lo Zodiaco.
Attenzione però, ogni forza planetaria ha un suo contrappeso,
il pianeta suo opposto. Così Marte fronteggia Venere, capace
di costituire un suo antitetico modo di intendere l’esistenza.
Anzi, di amoreggiare, come vuole il mito e come insegna pure la più
banale osservazione del quotidiano,
Ma l’uno non può esistere senza l’altro, come ogni
singola forza zodiacale ha un senso solo come parte di un tutto. I
dodici dei-pianeti rappresentano altrettante funzioni vitali, e insieme
costituiscono la complessità del vivente nel cosmo.
Bene, vediamo allora come Marte manifesta la sua aggressività
nei segni.
Partendo
dall’Ariete, segno in cui ha una delle sue
posizioni più forti. Sempre pronto a vedere l’ombra di
un nemico in agguato, è un Marte scattante, reattivo, furioso
se nel tema natale non intervengono pianeti che inducono all’autocontrollo.
In mancanza di freni prende e spacca, insulta, ma dà pure una
pacca sulla spalla capace di farti finire al pronto soccorso, anche
se nelle intenzioni si tratta di una manifestazione di affetto. Detesta
arrivare secondo in qualsiasi competizione, quindi scatta al semaforo,
in una discussione, in una competizione di non importa quale tipo.
Avendo di solito i riflessi molto pronti non si fa cogliere impreparato
da una potenziale minaccia, anzi di solito precede le reali intenzioni
di chi avverte come un rivale o un pericolo. A volte è invece
violento a prescindere, ma anche la sua carica aggressiva dura di
solito il tempo della sfuriata. Incapace quasi sempre di strategie
programmate, può far fuori però tutti quanti gli si
presentano nei cinque minuti in cui il sangue gli va alla testa. Pur
tanto impulsivo, rispetta l’autorità e, superato il momento
di ira cieca, ascolta chi ritiene socialmente rilevante, e se ha commesso
un delitto si consegna alla polizia. Pur assolvendosi perché
è stato provocato, e alla rabbia non si comanda. O almeno lui
stenta a farlo.
Il Marte in Toro in teoria è refrattario alla
prevaricazione e alla violenza gratuita, ma proprio per questo, quando
si lascia andare, esplode in maniera pericolosa. Prima però
incassa, prova a digerire le cose che non gli stanno bene, tenta di
farsene una ragione. Ma a furia di tenere dentro e di portare pazienza
può esplodere come certe pentole a pressione a cui non è
stato sollevato la valvola per far fuoriuscire il vapore. Quasi mai
attacca per primo, anzi preferisce difendersi mettendo palizzate e
recinti alle sue proprietà. Essendo abitudinario e con riflessi
lenti deve difendere le proprietà e il suo modo d’essere
in questo modo. Può essere aggressivo a parole, ma quando proprio
arriva al culmine dell’ira spacca tutto, e non gli dispiace
pure nemmeno menare le mani, tanto che molti pugili hanno proprio
Marte in Toro. La sua violenza è però di solito di altro
tipo, e preferisce divorare chi ama, e non solo loro. La sua arma
segreta infatti è la voracità.
Sulla carta a Marte in Gemelli non dovrebbe importare
un gran che di perdere tempo nel compiere atti aggressivi o violenti.
All’atto pratico però, se stimolato da determinati eventi,
può arrivare ad atti di crudeltà. Non dimentichiamo
poi che nel segno è esaltato Plutone, di certo non un angioletto.
La potenziale violenza di questo Marte può attivarsi quindi
se vengono insidiate in qualche modo le sue simbologie, in particolare
il protagonismo e una certa sessualità un po’ contorta.
Se poi di solito ci si limita a un’aggressività verbale,
andando però a colpire i punti deboli dell’avversario,
non è escluso che ci si compiaccia nell’infierire, come
fa il gatto che ha già catturato il topo e, prima di finirlo,
vuole divertirsi un po’. E, a differenza di altre posizioni
di Marte in cui la violenza esplode su una sollecitazione momentanea,
qui può avere il gusto della ripetizione, trovandosi a colpire
a scadenze regolari, come certi serial killer che, assaporando il
gusto del sangue, non sanno più farne a meno.
Pure Marte in Cancro dovrebbe in
teoria essere immune da reazioni aggressive. Eppure essendo emotivo
può esplodere in maniera inattesa, perché si è
spaventato vedendo un’ombra e teme che possa trattarsi di una
minaccia, per una ferita emotiva, per suscettibilità. Essendo
così imprevedibile può inoltre spiazzare il potenziale
rivale, incapace di contenere la furia emozionale, simile a un fiume
in piena capace di travolgere. Avendo poi lati di infantilismo, può
non rendersi conto della forza usata in un attacco, come certi bambini
che lanciano massi contro gli altri perché si sono sentiti
offesi. Il bimbo poi non sa ancora impiegare il filtro della ragione
e, quando odia una persona, vorrebbe davvero vederla morta. Anche
l’adulto spesso lo pensa per una frazione di secondo, poi quasi
mai ammazza davvero. Il Marte in Cancro può dimenticare di
essere adulto, e avere i cinque minuti fatali, in cui può combinare
di tutto. Va detto però che in linea di massima tende a evitare
gli scontri, per congenita codardia che lo rende allergico alle dimostrazioni
di forza. Salvo appunto quando qualcuno offende le sue emozioni o
attacca le persone a lui care.
Anche in Leone Marte non è teoricamente violento
e spende gran parte della sua energia a irradiare intorno a sé
il suo calore un po’ narcisistico ma tutto sommato innocuo.
Può diventare aggressivo soprattutto se si sente offeso, e
in questo caso può non sapere dosare le energie, come pure
non ha filtri e dire cose terribili. Capace di tutto in quei momenti,
stenta a capire l’entità del suo attacco e la portata
dei suoi gesti. Dimenticando spesso quanto ha causato, e non capendo
di poter aver ferito gli altri. Quasi sempre sul piano morale, la
violenza fisica non gli appartiene, ma le ingiurie a volte fanno peggio
di una coltellata. Capita di rado, ma quei momenti di ira spesso non
verranno mai dimenticati da chi li subisce, magari anche solo per
le reazioni esagerate rispetto ad ipotetiche offese. In linea di massima
si tratta però di un Marte pacifico, che non viene attaccato
proprio perché gli altri avvertono di avere a che fare con
un osso duro, se provocato.
Marte in Vergine sulla carta è un po’
tignoso e di certo suscettibile. Non vuole farsi cogliere impreparato
da eventuali attacchi, e proprio per questo sta sempre sul chi vive.
Di rado pianifica una strage o un massacro, a meno che non pensi di
trarne vantaggio, ma sa reagire e bacchettare all’istante chi
in qualche modo lo ferisce o lo critica. A differenza poi di altre
posizioni più emotive del pianeta, in un certo senso si tiene
in forma ed allenato per evitare invasioni altrui. Sa poi spesso quel
che vuole e può usare una buona dose di energia per ottenerlo.
Senza prevaricare l’altro, per carità, ma non mollando
l’osso e perseverando, perseverando, perseverando come accadeva
per certi assedi alle cittadelle fortificate nel medioevo. Si prepara
quindi con meticolosità all’attacco, quando lo sferra
vuole essere certo della vittoria. In caso di fallimento si troverebbe
spiazzato e demoralizzato e si processerebbe per gli errori commessi,
per lui imperdonabili. Quindi meglio prevenire che curare. Sa poi
essere spietato nei momenti di violenza, in particolare se si sente
offeso da qualcosa fatto dall’altro.
In Bilancia Marte è tutt’altro che istintivo
anche nelle manifestazioni di aggressività o violenza, è
troppo tendenzialmente controllato per abbandonarsi ad esplosioni
immotivate di ira. Può però trascendere per questioni
ideologiche o se vede qualcuno compiere una palese ingiustizia. In
questo caso sbotta ed esplode, ma scemata la rabbia, cerca o prova
a trovare una soluzione ragionata al problema che lo ha fatto dare
in escandescenze. Nei casi di conclamato fanatismo può però
arrivare alla spietatezza. Ad esempio ai tempi del nazismo qualcuno
che credeva davvero alle teorie di Hitler secondo le quali andavano
eliminati ebrei, rom e altro ancora, e le applicava alla lettera,
incurante delle stragi compiute, ritenute giuste. Intendiamoci, nella
maggior parte dei casi ci troviamo di fronte a persone controllate
e ragionevoli, anzi pure contrarie alla violenza. Anche se l’aggressività
è comunque insita in ogni azione umana, comprese in quelle
della Bilancia, in teorie refrattarie ai modi bruschi e alla crudeltà.
Marte in Scorpione, un po’ come quello in Ariete
e quello in Vergine, è sempre sul trespolo in attesa di qualcuno
che lo provochi, e non fatica certo a trovarlo. Intendiamoci, quasi
mai la sua violenza è fine a se stessa ma spesso nasce dalla
reazione a un’offesa subita, dalla presenza di un rivale o di
qualcuno che vuole rubarti qualcosa. Se si sente provocato o lo è
davvero non gli importa di ferire l’avversario, anzi vuole farlo
morire tra dolori atroci e dopo lunga agonia. Anche se non metterà
poi mai in pratica i suoi pensieri di vendetta non gli dispiace almeno
immaginarli. Lucido com’è, è infatti ben conscio
della carica aggressiva presente in ogni essere umano e se non la
agisce sa di averla a disposizione, in caso di emergenza. Soprattutto
sa che gli altri potrebbero usarla contro di lui, e la minaccia di
schermaglia, battaglia o guerra, lo fa sentire vivo. La sua eventuale
violenza è poi lucida, non colpisce a casaccio e cerca il punto
più debole dell’avversario. Anche se sulla carta potrebbe
sembrare la posizione natale di un sadico, le persone affette da questa
patologia quasi mai hanno Marte in Scorpione. O, se lo hanno, sono
così intelligenti da non farsi scoprire.
Il Marte in Sagittario in linea di massima è
un benintenzionato, ma ciò non significa che la sua grande
carica energetica non possa poi non trasformarsi in un atto di violenza.
In particolare quando sente attaccate le sue convinzioni, e vuole
difenderle ad ogni costo. Anzi, a volte parte come una furia per diffondere
le proprie idee a spada tratta, come facevano i crociati e come fanno
quelli dell’Isis, o comunque chi ha poco spirito critico e crede
alla Verità Assoluta, poco importa quale sia. La difesa/aggressione
di Marte è quindi applicata al campo ideologico, ma spesso
pure a quello del possesso del territorio, perché si usa l’aggressività
per allargare il proprio spazio vitale. A volte essendo convinti di
fare al tempo stesso il bene del mondo, come accade per i crociati
di tutti i tempi, che in realtà pensano soprattutto ad affermare
se stessi, i propri geni, le proprie idee. Marte, in qualunque segno
cada, difende se stesso, attaccando gli altri, e non importa se fa
prima una cosa o l’altra.
Il pianeta in Capricorno non ha tempo
da perdere sprecando energie. Nel segno è in compagnia di Saturno
e Urano, e impiega quindi la ragione per far funzionare al meglio
l’energia e i muscoli, ottenendo il risultato migliore per le
sue necessità. Se in Ariete e in Scorpione – gli altri
segni in cui Marte è più forte - in qualche modo l’Io
e l’esplosione vitale anche violenta spesso si identificano,
in Capricorno preferisce imporsi sugli altri e lo fa preventivamente,
piuttosto che doversi difendere dopo un attacco. Ossia emette segnali
di potenza e pericolosità, pur non esibendosi in comportamenti
eccessivi, ma comunque sufficienti a tenere alla larga eventuali concorrenti.
Se poi è costretto ad attaccare riesce ad essere spietato,
ma senza crudeltà gratuita. Uccide se deve farlo, schiaccia
l’altro se gli serve a qualcosa. Non contempla poi la sconfitta,
o almeno si mette in gioco se sa di avere almeno una possibilità
di riuscire nei suoi intenti. Altrimenti si ferma. La sua potenziale
violenza deve avere un senso, e ottenere qualcosa in cambio.
A Marte in Aquario di essere inutilmente aggressivo
non importa proprio un fico secco. Di solito non ha infatti energie
illimitate o, se ne possiede in abbondanza, sa che potrebbero esaurirsi
se impiegate male. Proprio per questo limita l’uso della violenza,
salvo una reale esigenza. Ossia se viene attaccato da un rapinatore
risponde solo se pensa di riuscire a salvare il portafoglio, altrimenti
lo consegna direttamente per evitare conseguenze peggiori. Gli manca
poi una componente fondamentale per essere stabilmente violento, ossia
la fissa del nemico. Il segno che lo ospita sarebbe infatti portato
all’armonia universale e, se proprio non gli piace chi incontra
o frequenta, si rifugia nell’indifferenza e nel vivi o lascia
vivere. Salvo i casi in cui il motivo di conflitto siano questioni
ideologiche. Allora può scatenarsi, arrivare all’anatema
e a diffidare del prossimo. Poi, quasi sempre, a rabbia sbollita riflette
e trae la conclusione che in fondo l’importante è che
nessuno gli rompa davvero le scatole. A tutto il resto c’è
un rimedio.
Il Marte in Pesci sulla carta è mite e indifeso,
e spesso lo è davvero. Non bisogna però sottovalutare
la sua carica distruttiva. Se pensiamo ai danni e alla violenza che
l’acqua può portare in occasione di temporali, tempeste
o alluvioni possiamo fare un paragone plausibile. Spesso incapace
di attaccare per primo, stenta però a reagire all’istante
se ferito sul piano fisico e, soprattutto, su quello emotivo. Non
dimentica, o crede di averlo fatto sul minuto. Nel frattempo accumula,
accumula, e prima o poi può esplodere in manifestazioni di
ira del tutto imprevedibili per il suo prossimo, che lo supponevano
capace di sopportare ogni cosa per l’eternità. In questi
momenti può essere poi davvero pericoloso, proprio come l’acqua
di un fiume in piena e, travolge tutto quello che trova sul suo cammino.
Possiamo tranquillizzare però chi frequenta un Marte di questo
tipo. Nella maggior parte dei casi è del tutto innocuo, anzi
con una certa propensione al masochismo, e per contenere i suoi rari
ma possibili straripamenti, basterà costruire argini robusti
all’emotività. In questo caso usciranno tutti illesi.
N.d.A. : Alcune delle riflessioni riportate nell’articolo sono
ricavate da discussioni e indagini sull’argomento nel mio gruppo
Facebook Rotte e approdi 8, da me creato
e gestito.
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Per informazioni:
maxmicmax3@gmail.com o edizionigagliano@gmail.com
1
http://www.larottadiulisse.it/studi/malmar.html
2
Il senso di identità è legato però anche al Sole
(in quanto fulcro dell’Io) e Y, il secondo pianeta transplutoniano,
capace di far restare fissati nelle proprie convinzioni. Sole e a
Y sono i pianeti del Leone e dell’Ariete. In questo segno Y
è presente per trasparenza, ma il discorso sarebbe lungo e
va oltre le intenzioni di questo articolo.
3
Il campanilismo nacque nella notte dei tempi, insieme all’uomo.
4
Luigi Zoja, Paranoia, Bollati Boringhieri 2011.
5
http://www.raistoria.rai.it/articoli/reagan-e-gli-anni-ottanta-americani/13143/default.aspx
6
Il primeggiare e il partire per primo è una delle tipiche caratteristiche
dell’Ariete, dove guarda caso Marte è in domicilio primarioI
7
https://it.wikipedia.org/wiki/Aggressivit%C3%A0
8
https://www.facebook.com/groups/198516613553915/
massimomichelini1@virgilio1.it
1/06/2016