LA ROTTA DI ULISSE

 


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Gli aspetti planetari

di Massimo Michelini

Come tutte le cose dell’universo, anche i pianeti non hanno vita a sé stante. Fanno infatti parte di un tutto e con esso interagiscono, e l’astrologia indica che tra le forze planetarie si può instaurare un rapporto capace di influire sulle loro caratteristiche simboliche e di modificarle, almeno in parte. Di certo questo per gli astronomi rappresenta un’eresia, ma a noi non importa.
Facciamo invece un passo indietro per dire che il movimento dei pianeti intorno al Sole fa sì che essi siano “sparsi” sull’eclittica – ossia la fascia spaziale dello Zodiaco – perché ciascuno ha un moto di rivoluzione differente dagli altri. Oltre al moto dei pianeti, va tenuto conto anche di quello apparente del Sole. Ricordiamo infatti che è la Terra a girare intorno al Sole ma, se osservato dal nostro pianeta, sembra il Sole a muoversi…
L’astrologia deve così registrare che i pianeti al momento della nostra nascita non solo si trovano in un determinato segno e in una determinata casa, ma possono essere anche in relazione con le altre forze planetarie. Va detto però che questo rapporto può esistere solo se tra due o più corpi celesti si forma una certa distanza angolare, non esattamente precisa al sessantesimo di grado. Poiché di rado la distanza è esatta, si impiega una cosiddetta “tolleranza”, per cui i due pianeti sono in rapporto tra di loro anche se appunto c’è qualche grado in più o in meno rispetto a quanto geometricamente indicato. Ossia, ad esempio, un trigono tra pianeti – che dovrebbe formarsi sulla carta a una distanza di 120 gradi – ci sarà anche se la distanza sarà di 115 o 125. 
Per individuare tali rapporti, detti “aspetti”, si prendono in considerazione le distanze ottenute dividendo i 360 gradi del cerchio zodiacale per i sottomultipli di 12. Otterremo così

- la congiunzione, quando i pianeti sono vicinissimi, e la tolleranza massima per questo aspetto è di 10 gradi;

- il semisestile (con un distanza tra i pianeti di 30 gradi, e la tolleranza massima di 2°);

- il sestile (con una distanza di 60° e la tolleranza di 4°);

- il quadrato (distanza di 90°, tolleranza 6°);

- il trigono (distanza di 120°, tolleranza 7°);

- l’opposizione (distanza 180°, tolleranza 9°).

Molti astrologi assegnano tolleranze diverse, perché nessuno ha stabilito con certezza quale regola matematica sia sottesa al fenomeno. Come pure impiegano anche altri tipi di aspetti planetari, ma riporto quanto scrisse in merito Lisa Morpurgo nell’Introduzione all’astrologia: «La tradizione parla di altri aspetti (semiquadrato, sesquiquadrato, quinconce e parallelo) che la logica rifiuta in quanto non rappresentano suddivisioni del cerchio in base ai sottomultipli di dodici, e che l’esperienza ha rivelato insignificanti». Non posso ovviamente che condividere.
Gli aspetti succitati si definiscono di solito positivi (semisestile, sestile e trigono) e negativi (quadrato, opposizione). La congiunzione – in quanto sovrapposizione di due forze di vario tipo – va considerata volta per volta a seconda dei pianeti che la costituiscono.
Ma perché un aspetto dovrebbe essere positivo o negativo? È un giudizio fondato su una forma di superstizione? Ovviamente no.
Facciamo un esempio, immaginando una Venere in Toro.
Se ricevesse un semisestile dalla Luna in Ariete o Gemelli ci sarebbe un rapporto tra segni che rappresentano il passo precedente o seguente nella successione zodiacale. Va detto però che il semisestile è l’aspetto più sfumato (a volte impercettibile), quasi sempre riconoscibile solo dopo un’attenta disamina.
Se invece si formasse un sestile con la Luna in Pesci o in Cancro si istituirebbe un rapporto armonico con segni affini, oltretutto anch’essi a valenza femminile.
Il quadrato con una Luna in Aquario o Leone indica invece un conflitto con un modo diverso di intendere la vita, perché riguarda elementi non compatibili con un pianeta in Toro. È una posizione che rappresenta di solito un ostacolo perché indica forze planetarie che stentano a collaborare tra di loro, e in qualche caso si fanno guerra.
Il trigono a una Luna in Vergine o Capricorno (segni di terra) ribadirà invece il realismo proprio della Venere in Toro, che riceverà conferme e sostegni al suo modo di affrontare l’esistenza.
Infine, un’opposizione a una Luna in Scorpione, segno opposto e complementare al Toro, creerà invece una scissione perché delle due forze planetarie in rapporto, una vorrebbe una cosa, l’altra il suo esatto contrario.
L’esperienza però insegna che solo l’insieme del tema natale (oltre alla conoscenza del vissuto della persona da esso rappresentato) potrà dirci se tale aspetto è davvero un punto di forza o di debolezza. Va aggiunto che l’aspetto planetario positivo corrisponde come accennato sopra a un accumulo di energia di un certo tipo che, sulla carta, dovrebbe risultare favorevole, mentre l’aspetto negativo dovrebbe indicare una tensione che spesso (spesso, non sempre) indica un “non perfetto” funzionamento delle forze planetarie coinvolte.
Consiglio inoltre di non farsi spaventare troppo da temi natali densi di aspetti conflittuali, o di gridare al miracolo quando vediamo trigoni all’apparenza trionfali. Ad esempio, ho visto da poco sul web il tema natale di un pedofilo assassino con un gravissimo handicap mentale, nella cui carta del cielo spicca un trigono tra Mercurio e Saturno, in teoria portatore di grande intelligenza. Certo il ritardo cognitivo in questo caso era dovuto ad altri elementi (questi sì conflittuali), in particolare a una Luna massacrata, e si veda in proposito la sua carta del cielo.

http://www.astro.com/astro-databank/Goode%2C_Arthur

Non si può quindi estrapolare un singolo aspetto planetario dal tema natale, perché sarà solo il suo insieme a indicarne la natura.
Casi estremi a parte, l’analisi degli aspetti tra i pianeti risulta quasi sempre lo scoglio più difficile da superare per lo studioso d’astrologia, come spesso si evince anche dalle domande dei lettori del mio forum.
Lo scritto seguente, e quelli che verranno in futuro, tendono a fornire qualche strumento in più per coloro che si approcciano alla materia, fermo restando che qualsiasi descrizione generica non potrà necessariamente inquadrare ogni sfumatura di una personalità e il suo vissuto.
Facciamo un esempio, prendendo una Luna congiunta a Plutone: anzitutto il soggetto è uomo o donna? In che segno cade la congiunzione? In che casa? Forma anche altri aspetti con pianeti diversi? Non si può prescindere da questo insieme di valori, ma perfino il manuale più puntiglioso non potrà fornire tutti i dati sommati e descritti, “addizione” che spetta quindi alla capacità interpretativa dell’astrologo.
Anche il lettore meno esperto può capire che, se non si posseggono ancora gli strumenti interpretativi, e spesso per arrivare a possederli davvero sono necessari anni e anni di studi pazienti, l’autodidatta – ma anche l’allievo di un astrologo già formato – dovrà ogni volta mettere insieme i pezzi del puzzle, impresa tutt’altro che semplice. Accorgendosi sovente che qualcosa gli sfugge comunque, come è normale che sia. Ma se si riesce a vedere il tema per quel che è, come il musicista sa leggere e fondere armoniosamente le singole note di una partitura, si avrà la reale decriptazione di quel reticolo intricato formato da segni, pianeti e case che è appunto il tema natale, lo specchio vero della nostra personalità e del nostro progredire nel tempo.

Un accenno rapidissimo infine al fenomeno dei pianeti isolati, che non ricevono cioè aspetti da altri astri. Il pianeta che non entra in rapporto con altri è spesso un punto di domanda difficile da capire se non dopo un’osservazione attenta del comportamento di chi lo possiede. Anziché spegnere le simbologie interessate (ad esempio per Venere potrebbe trattarsi di amore o bellezza) spesso fa sì che si cerchi di recuperarle ossessivamente, magari esagerando o compiendo strani percorsi, perché la mancanza di contraltare rende complessa l’interazione col mondo esterno. Per la Venere presa ad esempio potrebbe trattarsi della ricerca spasmodica di un affetto che, se si ottiene, non soddisferà però del tutto i bisogni di un soggetto per il quale la sfera affettiva è vissuta in maniera complessa o problematica.



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