LA ROTTA DI ULISSE

 


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Dizionario astrologico delle emozioni e dei sentimenti

Settima puntata

Amore di papà

di Massimo Michelini

“It's not time to make a change
Just relax, take it easy
You're still young, that's your fault
There's so much you have to know
Find a girl, settle down
If you want you can marry
Look at me, I am old, but I'm happy”1,
cantava nel 1970 Cat Stevens, lasciando al mondo un’immagine incantevole del rapporto tra padre e figlio. Forse oggi Cat Stevens scriverebbe altro perché le relazioni tra genitori sono ora differenti, ma il succo della canzone resta ancora valido.
Ma è così semplice essere padri? Non scherziamo, non è mai facile essere genitori.

Il mese scorso ho trattato uno degli amori più istintivi, veri e quasi sempre davvero profondi, quello di una madre per il figlio2, anche se ovviamente non tutte le madri provano autentico affetto per la prole, e le cronache sono piene di esempi mostruosi.
Meno pubblicizzato e apprezzato è invece il sentimento per la propria discendenza di un genitore maschio. Un ruolo che è molto cambiato negli ultimi anni all’interno della società occidentale, perdendo parte dell’importanza avuta un tempo. Nella cultura e nella società occidentale per gran parte al padre sono infatti riservati compiti differenti rispetto al dispensare protezione, affetto e sicurezza emotiva ai figli, non importa se maschi o femmine. Si identifica raramente così come amore un rapporto di questo tipo, eppure lo è. Proviamo a vedere come, con l’aiuto degli astri.
Al padre, papà o babbo che sia, sono assegnati ruoli poco sentimentali, in particolare insegnare e impartire regole di vita, sul piano etico, sociale e personale. 
Secondo quanto impone la nostra tradizione, quindi, alla madre spetta la protezione, al padre l’occuparsi di indirizzare il figlio verso una sua vita autonoma, riconosciuta dalla società. Ovvio che non in tutti i casi ciò accade, per le vicende della vita o per il carattere dei genitori. Può succedere infatti che venga a mancare una delle due figure dei genitori, per morte, abbandono o “solo” perché se ne frega della prole. Oppure, in altri casi perché uno dei due ha un temperamento più vicino a quello che la società attribuisce al sesso opposto. Ci sono quindi padri che si sentono o fanno da mammi (guardare gli uomini Cancro per credere) o, in maniera speculare, ci sono donne che preferiscono impegnarsi nella carriera, delegando alla cura dei figli solo il tempo libero, magari non ritenendosi troppo portate a un accudimento affettivo.

Lo Zodiaco fa sì infatti ad esempio che una donna possa avere la Luna o Venere in segni materialisti o ambiziosi o virili (Vergine, Capricorno o Ariete, per citarne alcuni), come un uomo può essere Cancro, Toro o Pesci o avere Marte in uno di questi segni. In questi casi accade quindi che ci sia un temperamento astrologico di un certo tipo e le scelte esistenziali assecondano il modo di essere del soggetto, indicato in modo indiscutibile dal tema natale.

Non dimentichiamo inoltre che ci sono coppie con genitori dello stesso sesso (anche se l’attuale governo le aborre) o padri e madri single che, nella fase della formazione dei figli e qualche volta anche oltre, devono a volte essere padre e altre madre, sempre secondo l’idea corrente di quella figura. Ossia, devono alternare la protettività alla normatività, instillando di volta in volta la carezza o l’ordine di fare o ancora il divieto di fare.
Ma facciamo un passo indietro. Partiamo dalla questione fisiologica dell’essere genitore maschio, che in linea di massima ha contributo al nascituro donando il seme, se si escludono le adozioni o i casi in cui si fa da genitore perché la compagna non sta più con il partner che ha concepito il figlio. Il padre, comunque, non ha mai portato in sé la creatura o l’ha partorita. In qualche modo l’atto fisiologico della paternità implica quindi un distacco dalla prole, come lo sperma che l’ha generata si allontana dal corpo di chi l’ha generato. Se anche la madre si separa dal figlio nel momento del parto, prima l’ha cresciuto dentro di sé e, per la prima parte della vita, lo nutre e protegge con il suo abbraccio, come fanno tutti i mammiferi.
Il padre no, genera poi aspetta che il figlio sia cresciuto per dire la sua e dare il suo esempio, a volte rompendo le scatole a furia di “Devi, devi, devi!”, oppure non fornendo alcun modello e in qualche modo destabilizzando così la prole. Ma nel frattempo lo scruta sperando o proiettando su di lui il proprio modo d’essere, forse anche in misura maggiore di quanto fa una madre. Spesso, non sempre, ovvio.

Un tempo l’uomo andava a caccia per riportare a casa le prede e nutrire la prole, almeno in gran parte delle culture del genere umano per come le conosciamo. Vero che, secondo il mito, leggenda o vicenda epica di antiche civiltà scomparse che hanno lasciato poche tracce di sé, ci furono anche società matriarcali, come quella delle mitologiche Amazzoni. Nel mondo animale, anche tra i mammiferi che hanno un grado di parentela sia pure lontano con l’uomo, in alcune specie è la femmina a cacciare. Ad esempio, è la leonessa a farlo, mentre il Leone se ne sta a casa in attesa del pranzo, conscio di aver già fatto il suo dovere avendo fecondata la femmina, e aspettandosi così il riconoscimento che ritiene di meritare. In qualche modo si comporta come certi papponi tronfi convinti di avere il diritto di essere serviti e riveriti perché hanno assolto il loro dovere di maschio. Non mi addentro però troppo nel mondo animale e mi concentro su quello umano.

Il maschio, in teoria, ha quindi usato il suo sperma-Plutone, per generare un figlio-Mercurio, che tramandi in qualche modo il suo IO-Sole, ricostruendo così in gran parte i pianeti che strutturano lo Scorpione3. Manca all’appello Marte, ma un qualche ruolo deve avere pure lui, anche se al momento mi sfugge, o per il quale non trovo una attribuzione che mi convinca davvero. In pratica ha seminato, come fa l’ottavo segno a livello del ciclo della natura. Ottavo segno dove, guarda caso, è esaltato Mercurio figlio.
Se ci concentriamo su questi pianeti appare evidente che non rappresentano valori affettivi. Se mai, indicano piuttosto che, nel rapporto col figlio, un padre proietta le sue ambizioni-Plutone, il senso critico come pure il concentrarsi sul momento presente-Mercurio, per illudersi di essere eterno-Sole. Senza dimenticare che alleato fondamentale del Sole-vita-padre nei due segni in cui dà il meglio di sé, Ariete e Leone, è Y, il pianeta legato al tempo lento e al tentativo di bloccare l’entropia temporale attraverso regole, abitudini, norme che ci illudano che il nostro modo d’essere possa durare per sempre. Ossia al padre spetta il compito di tramandare la vita e cercare di trasmettere anche le regole esistenziali e sociali per mantenere lo status quo.
Questo sempre in teoria, ribadisco, perché non tutti i genitori pensano di fare del figlio una propria fotocopia (sempre Y), come pure nelle ultime generazioni le santissime rivendicazioni femminili hanno fatto sì che ora i giovani uomini che diventano padri abbiano compiti simili a quelli della compagna. Con l’eccezione della gravidanza e del parto, ovvio. Un tempo sarebbe stato disonorevole (termine così leonino che più leonino non si può) per un uomo pulire il sederino del bebè o nutrirlo col biberon. Ora viene guardato male chi non lo fa.

Ciò nonostante, anche se dalla prole si aspetta tanto, il padre, ama il figlio. Con tutti gli errori, debolezze, paure, speranze, incertezze che comporta allevare una creatura che si deve formare. Ma di quale amore?

Va detto poi che di rado un genitore, padre o madre esso sia, ha l’autentica consapevolezza che non tutto dipende da lui nel crescere il figlio. Pargolo che infatti non è creta molle da modellare a proprio piacimento. Anzi, possiede un proprio carattere e personalità, in gran parte indipendente da quello che vogliono i genitori. Ognuno di noi ha ovviamente un suo tema natale, ossia una sua storia, modo d’essere, al cui interno però hanno un rilievo fondamentale le origini, perché tutto parte da lì.
Compreso il tema natale di papà e mamma che racconta una sua propria storia con la quale la personalità del figlio deve confrontarsi, almeno fino a quando non ha raggiunto una sua autonomia esistenziale.
Aggiungo poi che, oltre alla propensione ad essere genitore, buono o cattivo non importa, va tenuto conto appunto dell’incastro o non incastro tra tema del padre e del figlio, con tutte le sue infinite varianti. Un minimo di osservazione indica in modo netto che chi ha molti figli non si comporta allo stesso modo con tutti, anche se esistono delle costanti, è ovvio.

Per capire in che modo un uomo si relazioni con i figli vanno esaminati nel tema natale anzitutto Mercurio, simbolo del figlio stesso, la quinta casa, che regola la trasmissione della vita, ma anche il Sole come regolatore dell’esistenza, in qualche caso Plutone, mentre per Y, alleato naturale di Mercurio, non possiamo fare ipotesi. Impossibile scendere nel dettaglio rispetto alle infinite varianti del caso ma, se qualcuno avesse bisogno di una guida più dettagliata suggerisco la lettura degli articoli sui pianeti qui sul sito o meglio ancora, del quarto volume del mio Manuale di astrologia che esce a giorni in libreria e negli store on line4.

Nessuno di questi pianeti, come scritto prima, segnala un particolare atteggiamento affettivo. Eppure, un padre ama. Ma come lo fa?
Al momento della nascita si riempie di orgoglio spesso decantando virtù fisiche che sono solo nella sua immaginazione. L’orgoglio è in gran parte una virtù solare. Quindi ama il figlio perché tramanda la sua vita. Intendiamoci, non sto giudicando, sto cercando di capire.
Quando il bimbo è piccolo ma ha superato la prima fase della vita, il padre ancora è orgoglioso per poterlo portare in giro mano nella mano. Il figlio si sente protetto e guidato, il padre avverte il potere del suo ruolo di adulto avendo tramandato e creato una vita. Qui entrano in ballo anche le altre componenti citate sopra, ossia la comunicazione di Mercurio, le ambizioni di Plutone, impartire le regole sociali di Y.
Dall’infanzia in poi, in molti casi si fanno vistose le proiezioni del genitore, che vuole che il figlio diventi il nuovo Cristiano Ronaldo, anche in virtù della simbologia fallica che la realizzazione sportiva implica. Ma, pure se le ambizioni sono orientate su altri settori, come ad esempio il direttore di banca, si parla sempre di “capo”, ossia di una simbologia fallica. In molti casi, attribuendo la eventuale insuccesso alla sfortuna o, più spesso ancora, all’incontro con nemici insidiosi che hanno impedito un sereno evolversi della carriera del figlio.

Sto parlando ovviamente di figli maschi, è più raro che un padre indirizzi le sue speranze di questo tipo verso le figlie, anche se a breve vedremo la storia esemplare di Richard Williams, genitore nonché manager delle più grandi tenniste di sempre, Serena e Venus.
Nei rapporti con figlie femmine, sempre in linea di massima, si esercita su di loro un ruolo più protettivo, come quello che sulla carta il maschio della specie esercita sulla compagna, ovviamente senza la componente sessuale. In qualche modo il padre si sente ancora più maschio, pur senza aver esercitato la virilità vera e propria. Ad esser sinceri poi anche se, salvo casi rari e scellerati, c’è una componente di gelosia vagamente incestuosa verso la figlia, superata in parte solo quando la piccina da adulta diventa madre. Arricchendo però in qualche modo l’Io di ciascuno di noi. Un uomo, diventato nonno, si sente orgoglioso di aver tramandato il suo seme di generazione in generazione.

Salvo i rarissimi casi di amore incondizionato, a mio cinico avviso più reali nella teoria che nel nostro modo di essere, nel sentimento che proviamo verso gli altri, anche nella carne della nostra carne, c’è sempre una componente egoistica. L’egoismo è una brutta bestia, si sa. Ma l’ego di cui è composta la parola sta a indicare l’Io, e noi possiamo rapportarci col mondo solo perché abbiamo un Io, soggetto e motore del nostro esistere. Tutto il resto è retorica, inutile nascondersi dietro un dito.


Ma l’immensa saggezza dello Zodiaco ha imposto all’Io stesso tutta una serie di altri Dei che concedono o impongono un rapporto affettuoso verso gli umani, o almeno quelli del nostro stesso sangue. Modificando così il nostro comportamento in una direzione o nell’altra.


Perché l’amore verso i figli può assumere anche sfumature utilitaristiche. Come ad esempio quelle del citato Richard Williams, padre – anche – di due tra le più grandi e ricche tenniste di sempre. Alla sua storia è dedicato un film grazie al quale Will Smith ha ricevuto l’oscar5, che gli è stato prontamente tolto dopo che ha preso a cazzotti il presentatore della serata, reo di aver fatto una battuta di pessimo gusto su sua moglie.
Sicuramente senza alcun problema di fertilità, fu sposato una prima volta ed ebbe cinque figli, si unì alla madre delle Williams, Oracene Price a sua volta già divorziata con tre figlie, ed ebbe Venus e Serena, poi divorziò, ebbe un altro figlio dall’ultima moglie ed ebbe pure un figlio al di fuori dal matrimonio. Il conto della progenie fatelo voi, per me è troppo complicato. Per chi non ricordasse la vicenda e non avesse visto il film, Williams capì che aveva generato due probabili grandi campionesse, anche grazie all’aiuto della moglie che aveva insegnato alle figlie i rudimenti del tennis ed era stata a sua volta un’atleta. Deciso a farle diventare grandi e, soprattutto, ricchissime sportive, per loro ma anche per se stesso, fece loro da manager e allenatore, nonostante venisse da un passato di autentica miseria e facesse fatica a trovare udienza negli elitari circoli tennistici. Ci riuscì imponendo quanto voleva alle figlie e al mondo del tennis, facendole diventare le numero uno al mondo.
Nel suo tema natale, purtroppo non domificato per mancanza dell’ora di nascita, Mercurio figli è congiunto alla Luna, in trigono a Giove e quadrato a Marte. Con la prole è riuscito ad avere un buon rapporto comunicativo e da loro ha tratto indubbio vantaggio economico (Giove), ma con un sottofondo di aggressività mal gestita (il quadrato a Marte), forse anche per una sottile forma di invidia o rivalità. In fondo avrebbe voluto lui essere un campione ma, non essendoci riuscito, ha selezionato tra il mare di figli chi potesse realizzare il suo sogno e riempirgli la cassaforte. Con tre pianeti in Toro e quattro in Aquario di certo ama il denaro e sa cercare il suo vantaggio. Una missione riuscita, nel suo caso.

Un altro personaggio celebre più per i figli che per se stesso è Joseph Kennedy, patriarca della famiglia in cui tragedie e successo sono sempre andate di pari passo. Di origini irlandesi, ebbe nove figli dalla moglie, una marea di storie extraconiugali, una notevole disinvoltura nel fare affari, forse arrivando alla ricchezza grazie al commercio clandestino di liquori nel periodo del proibizionismo, di una ambizione smisurata che trasmise ai figli, quattro dei quali perse mentre era ancora in vita. Un maschio e una femmina in incidenti aerei, John e Robert uccisi per il loro ruolo politico, il primo quando era presidente degli USA, il secondo quando era ministro della giustizia e stava cercando la candidatura alla presidenza per il partito democratico.
Con Mercurio-figli in Vergine congiunto a Luna e Venere, in trigono a Nettuno e sestile a Marte e Giove in Scorpione, ma pure opposto a Eris in Ariete, di certo aveva un rapporto molto intenso con la figliolanza che, sulla carta da un punto di vista astrologico, sarebbe molto buono, anche se fece lobotomizzare una figlia perché troppo disinibita sessualmente. Va detto, non a sua discolpa, che in quegli anni forse risultava pratica comune se non rimuovere parte del cervello per moderarne il comportamento, almeno contenere e censurare l’eventuale libertinaggio delle figlie femmine. I maschi al contrario andavano incoraggiati a essere maschi, come vuole anche Marte sestile a Mercurio nel tema natale di Kennedy Senior. Quanto alle tragedie subite, è possibile che l’opposizione tra Mercurio ed Eris coinvolga le case seconda e ottava, ma dubito che riusciremo a recuperare mai la sua ora di nascita e capire così le autentiche ragioni astrologiche di queste tragedie.

Senza cercare sempre vicende estreme, ho pensato di prendere ad esempio anche un personaggio famosissimo che ha fatto molti figli non tanto per glorificare il proprio Io virile, non ne aveva bisogno, quanto per amore della compagna e dei figli stessi. Non poteva che trattarsi di un Toro che è felice o almeno sereno se si contorna di cibo, denaro, amore e figli. David Beckham è da sempre al centro delle cronache sportive e mondane e ha fatto arricchire i tabloid con la sua fama e con la sua love story sbandierata in ogni salsa con Victoria Adams ex Spice Girls. Nonostante una crisi finita in pasto alla stampa come tutto quanto nella loro vita, sono sposati da ventiquattro anni e hanno quattro figli, un’eccezione di questi tempi. A tutti gli effetti sono una famiglia davvero unita, in cui il padre ha bisogno dell’amor dei figli. Mercurio, nel suo tema natale, è in Toro e sull’ascendente e, come nei casi esposti in precedenza, ha rapporti positivi con la Luna, senza ricevere negatività. Da bravo Toro nutre i figli, da cui riceve in cambio sicurezza e amore.

I tempi cambiano e si può essere genitori in maniera diversa da come lo si era un tempo. Quindi, capita sia pure in percentuale ancora minima, che si riesca ad adottare una bambina anche se si è single e pure gay. La storia è nota ed è famosa anche perché si è trattato del primo caso in Italia in cui si è concessa l’adozione di una bambina piccolissima a una persona sola. Va detto per la cronaca che non si era riusciti a trovare una famiglia tradizionale per la piccola, che era stata rifiutata da un numero notevole di coppie perché Down. L’unico a volerla come figlia è stato Luca Trapanese e il tribunale di Napoli per la prima volta ha applicato una legge che era rimasta lettera morta in precedenza, consentendo anche alle persone non sposate di adottare. Ex seminarista da sempre impegnato in attività di volontariato, è attualmente assessore al Welfare del comune di Napoli.
Tanta determinazione da un punto di vista astrologico gli deriva dall’essere Capricorno con il trigono di Giove al Sole (un pizzico di fortuna non guasta mai). Ha pure una congiunzione Marte-Mercurio sempre in Capricorno, in sestile a Venere in Pesci e Luna e Urano in Scorpione, ma pure quadrata a Plutone in Bilancia, che gli ha donato una verve polemica unita però a una sensibilità molto forte verso gli ultimi e incurante delle difficoltà, che anzi gli danno probabilmente un pizzico di amore per le sfide. Se aggiungiamo poi che Saturno in Leone in trigono a Nettuno in Sagittario gli dona l’entusiasmo nel perseguire i suoi scopi, abbiamo il Don Chisciotte dell’adozione ai single e ai gay che non si fa travolgere dai mulini a vento ma realizza pure i suoi scopi.
Donando amore a una piccola che altrimenti forse non lo avrebbe conosciuto.
Perché anche l’amore paterno ha molte facce. Io ho provato a illustrarne alcune.

 

Ci vediamo il mese prossimo, parlerò dell’amore di una figlia per la madre.

 

 

N.d.A. : Alcune delle riflessioni esposte nell’articolo sono ricavate da discussioni e indagini sull’argomento nel mio gruppo Rotte e approdi - Gruppo di astrologia dialettica morpurghiana6, da me creato e gestito.

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1 Tradotta, la canzone suona all’incirca così: “Non è il momento di cambiare/rilassati e prendila con calma/sei ancora giovane, non è una colpa/devi ancora imparare tanto/trova una ragazza, sistemati/se ti va sposala/guardami, sono vecchio, ma felice.”
2 https://www.larottadiulisse.it/dizionarioemozioniesentimenti/amoredimamma.html
3 Ricordo che i pianeti dello Scorpione sono Plutone in domicilio primario, Mercurio in esaltazione e Marte in domicilio base, oltre al Sole esaltato per trasparenza.
4 Massimo Michelini, Manuale di astrologia – I pianeti, i rapporti tra pianeti – L’interpretazione del tema natale, Vol. IV, 2023, Gagliano Edizioni
5 Il film è https://it.wikipedia.org/wiki/Una_famiglia_vincente_-_King_Richard e Smith vinse l’oscar nel 2022, perdendolo alla velocità della luce.
6 https://www.facebook.com/groups/198516613553915/


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novembre 2023


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