LA ROTTA DI ULISSE

 


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Chi sono

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https://larottadiulisse.net/

Massimo Michelini

Non amo raccontare il mio passato, ma non mi dispiace narrare singoli aneddoti che lo hanno costellato. Per spiegare come sono arrivato fin qui meglio partire dall’inizio, come sempre.
Sono nato a Modena il 3 ottobre 1956 alle 2 e 25 del mattino - dunque Bilancia ascendente Leone - in una casa distante non più di un chilometro da quella dove vivo ora, in cui entrai alla bellezza di due anni.
Ho un carattere non semplice e, dopo un’adolescenza complicata come quella di tanti, mi iscrissi alla facoltà di Lettere a Magistero, perché avevo frequentato le magistrali, scuola superiore e facoltà che ormai hanno cambiato nome e forma. Detti tutti gli esami con eccellenti risultati ma andai in crisi al momento di scrivere la tesi e non mi laureai mai. Del resto, non mi interessava insegnare, l’unica prospettiva diretta con quel tipo di laurea.
Anche senza laurea, mi offrirono un lavoro come redattore per album tratti da cartoni animati, alla Panini, quella delle figurine.  Il lavoro era molto divertente, discretamente pagato, ma la mentalità di chi mi circondava era troppo chiusa per il mio modo d’essere. Rimasi per una dozzina di anni e, nonostante fossi molto stimato dai superiori, ero stanco dell’ambiente. Così, con transiti planetari complessi, decisi di licenziarmi. Cominciai a lavorare come free-lance per aziende della concorrenza e, in contemporanea, coltivai le mie passioni rimaste fino ad allora un po’ sopite.
Premessa. Nella mia inquietudine esistenziale ho sempre amato scrivere, tanto, e avrei forse voluto fare lo scrittore. Peccato che non abbia mai perseverato in questa direzione, anzi le prime difficoltà mi hanno sempre spinto a immaginare le storie piuttosto che condividerle con altri. In realtà, per professione ho sempre scritto, quindi non ero un narratore di storie mie ma scrivevo comunque. Cosa che faccio tuttora, tanto. Giusto per capire, rivedendo il sito ora, per ristrutturarlo, mi accorgo che in sedici anni ho messo nero su bianco un numero esagerato di parole e storie, anche se non si tratta di finzione narrativa.  
Nel 1991, quando mi licenziai, decisi così di approfondire una delle mie curiosità di sempre, come ho raccontato con abbondanza di dettagli in un documentario che Tommaso Iaquinta mi ha dedicato, Zodiaco 12 meno 2 - MM (https://www.youtube.com/watch?v=T56y-L8k6nM&t=6s).
Andai così a Riccione per assistere all’undicesimo congresso di studi astrologici diretto da Lisa Morpurgo, poi decisi di dare una struttura solida ai miei studi seguendo un corso di Daniela Nipoti, a Bologna. Daniela mi portò poi a lezione a Milano dalla Morpurgo, insieme a un mio omonimo, Massimo Meloni. Dopo un paio d’anni, io e il mio omonimo proponemmo alla nostra maestra di fondare un gruppo ispirato dai suoi studi e composto dai suoi allievi. Dopo parecchie incertezze e qualche cazziatone dei suoi tipici, ci dette l’ok e fondammo La Nave dei Feaci, un nome che avevo attinto ispirandomi alle ultime righe del testo fondamentale della Morpurgo, Il convitato di pietra. “Forse, nel morbido cielo notturno già i feaci ci osservano, pronti all’accompagno.”
Il gruppo nacque nel febbraio del 1997, ma purtroppo la maestra subito dopo manifestò i primi sintomi della fatale malattia che l’avrebbe portata via un anno dopo, il nove marzo 1998. Nel frattempo, ero diventato presidente de La Nave dei Feaci, incarico che conservai fino a quando me ne andai per la mia strada, nel 2007.
Dopo la scomparsa della Morpurgo io e gli altri allievi eravamo senza una figura di riferimento ma, dopo molte incertezze, convinsi gli altri a organizzare una giornata di studi in ricordo della maestra, nel maggio del 2000. Il congresso andò molto bene, al di sopra di ogni più rosea aspettativa. Forse non solo per merito nostro ma perché il marchio di fabbrica “Morpurgo” ancora attirava tanto. Così decidemmo di ripetere ogni due anni l’esperienza, mentre in contemporanea facemmo uscire un quadrimestrale per specialisti, L’eco dei Feaci.  
Tutto andò avanti fino al 2006, quando un grave lutto affettivo mi colpì. Il dolore personale mi imponeva di cambiare ancora. Fino ad allora continuavo a lavorare come free lance nel campo dell’editoria, ma nel frattempo gli interessi e la competenza astrologica erano cresciuti a dismisura. Al tempo stesso i rapporti all’interno del gruppo erano stanchi, forse poco trasparenti. Non volevo fare più il presidente ma non avevo ancora deciso in quale veste proseguire nel campo dell’astrologia, in cui ero sempre stato considerato soprattutto come un capitano di bastimento, non come astrologo.
Come sempre accade nella mia vita, furono eventi esterni a farmi prendere una decisione che in realtà si rivelò più che felice. Qualcuno all’interno del gruppo voleva infatti farmi le scarpe per interessi suoi e trovò un escamotage legale, oltretutto sbagliato e risibile, per dirmi che non ero più presidente, avendo l’illusione che avrei continuato a lavorare per il progetto che in gran parte avevo creato. Me ne andai sbattendo la porta, ben lieto di farlo e pronunciai una delle mie migliori repliche a codeste persone che volevano trattenermi: “Volete una risposta diplomatica? Col cazzo che lavoro per voi.”
A quel punto senza ragionare più di tanto decisi di aprire il sito e, con un pizzico di ironia cattivella, lo chiamai La rotta di Ulisse. Nell’Odissea e nel Convitato di Pietra I Feaci riaccompagnano infatti Ulisse a Itaca.
Decisi quindi di diffondere sul web gli studi della mia maestra tramite le mie parole.
Intendiamoci. Lisa Morpurgo è stata ed è ogni singolo giorno della mia vita un punto di riferimento intellettuale unico e la ritengo un genio assoluto, senza se e senza ma. Qualcuno pensa che sia esagerato, ma i miei pianeti in Vergine e la forte ironia che è nata insieme a me in quel lontano tre ottobre mi dicono il contrario. Va detto però che in quegli anni la casa editrice che aveva pubblicato tutti i libri della Morpurgo non si decideva a ristamparli e quei tomi essenziali si ritrovavano solo sulle bancarelle o su eBay. Inoltre, la comunicazione col pubblico giovane e non solo si stava spostando sempre più sul web, come sappiamo tutti.
Cominciai così senza un piano preciso e, di mese in mese, di anno in anno, scrissi decine e decine, forse centinaia di articoli divulgativi, in cui insegnavo l’astrologia. È accaduto così che molti principianti, giovani, giovanissimi o adulti abbiano imparato a interpretare un tema natale tramite il mio sito. Senza sborsare una lira o euro che dir si voglia.
Intanto facevo l’astrologo e basta, con il sito, corsi e consulti e collaborazioni editoriali sparse, e le incertezze esistenziali scomparvero. Usavo sempre di più il web e Facebook, allora gli altri social non c’erano o erano fenomeni di nicchia. Dopo qualche anno, nel 2011, su suggerimento di un’allieva, Maria Tenore, aprii su Facebook un gruppo di discussione astrologica morpurghiana. Lo chiamai Congresso di ottobre perché si sarebbero dovute commentare le relazioni di un congresso di qualche giorno prima organizzato a Milano con Valeria Pazzi, Franca Mazzei e Francesco Astore. Delle relazioni del congresso non si parlò mai, ma il gruppo è tuttora vivo e vegeto anche se ha cambiato nome, e ora è Rotte e Approdi.
Passano altri anni di intensa attività e decido di raggruppare ed editare parte del lavoro astrologico di tutti questi e anni e inizio a pubblicare dal 2020 con Gagliano Edizioni la serie del Manuale completo di astrologia. Qui in autunno 2024 uscirà il quinto volume, incentrato sui transiti planetari.
Quelli precedenti sono stati dedicati, nell’ordine, a segni e ascendenti, ai pianeti nei segni, alle case astrologiche, ai pianeti e ai rapporti tra pianeti. Cinque volumi che consentono di avere tutti gli strumenti per interpretare un tema natale.
Aggiungo infine che in contemporanea dal 2018 in poi ho ideato insieme a Laura Toni una tecnica di rielaborazione simbolica dei propri confitti interiori tramite un uso diverso dell’astrologia, il cosiddetto Rammendo Planetario.
Ho sempre ritenuto infatti l’astrologia uno strumento unico, quasi medianico, per conoscere se stessi e, eventualmente, modificare quanto non va nel nostro comportamento, ammesso si possa farlo.
Per concludere, nonostante la veneranda età, ho in mente altre iniziative, editoriali e non solo.
Stare con le mani in mano e ripetere vecchi schemi mi annoia a morte.

 



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