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Il mio tema Caro Massimo… di Tania Gargiulo
Tania Gargiulo
Cara Tania, T - Ecco, la cosa strana è che io quel Saturno lo vedo non tanto come censore interno, come autorità introiettata, ma come istanza giudicante e frenante “dal di fuori”: qualcuno di famiglia, visto che è in quarta casa, ma di cui tu non sembri aver davvero accolto e fatto proprie le impostazioni di vita, quindi in sostanza qualcuno con cui arrivi sempre a scontrarti... T - Allora, ecco che la mia cautela nell’affrontare le questioni spinose se ne va a gambe all’aria… Stavamo (stavo) parlando della curiosa situazione per cui un pianeta (Marte, in cui si esprime l’iniziativa e la “primarietà” del soggetto, legato quindi alla prima casa e all’io), dalla settima casa (cioè in una posizione un po’ disagiata), va a colpire con una opposizione un pianeta che non si trova in prima, bensì in seconda. E tu mi stai dicendo, in pratica, che la tua congiunzione Venere-Plutone, in Leone e in prima casa, e ferita dal quadrato di Saturno dalla quarta, ti fa muovere verso gli altri-VII in primissimo luogo, appunto, con una “richiesta affettiva enorme anche se celata il più possibile” (nonostante quel che ho detto all’inizio, Plutone fa comunque il suo mestiere, anche in Leone, anche in prima…). M - Guarda, la presunta aridità della Luna in Vergine con me secondo me non funziona, però non so dirti se è per la congiunzione di Giove alla Luna – che ricostruisce in qualche modo i valori Pesci – o ancora sempre per il mio complicato Marte in Pesci, oppure ancora per il sestile che il Sole riceve da Urano in dodicesima. Ma invertendo la somma dei fattori il prodotto non cambia… Resta il fatto che il mio è un tema difficile da decifrare – e me lo confermi anche tu – con simboli che si nascondono e confondono vicendevolmente, il cui prodotto “originale” è la mia personalità, difficilmente inquadrabile in una cornice rigida. Personalità in cui c’è anche molta poca cautela. E come potrei essere cauto con i miei pianeti con quel po’ po’ di Leone che mi ritrovo? Dai, affonda pure il coltello… T - Il fatto è che per quanto leonina, e così strettamente congiunta all’Ascendente, e sostenuta da un Plutone che suggerisce di non mettere nessun limite all’esigenza di essere amato, ed eventualmente (ma soltanto con il passare del tempo, non certo nel primo affacciarsi alla vita) è perfino disposta a nascondere o a dissimulare quest’esigenza pur di renderne possibile l’esaudimento, Venere (che ha sede in Bilancia, e proprio nei gradi del tuo Sole) subisce non solo il quadrato di Saturno (con il quale invece si accompagna appunto nella stessa Bilancia) ma è in qualche modo penalizzata a sua volta da quella caduta della Luna, e dal fatto che nella sede della esaltazione lunare troviamo invece, guarda caso, Marte. Ossia, i pianeti femminili sono in posizioni disagiate, rendendo problematica l’espressione dell’emotività (soprattutto), perché si può andare dalla totale censura a un esplodere parossistico delle emozioni più profonde, che puntualmente rischiano di suscitare negli altri sconcerto o addirittura spavento. M - No, non ti contesto affatto, ma faccio dei distinguo (la mia Vergine vuole i suoi sfoghi). Ossia credo di essere realista per le vicende umane e storiche, e il realismo – o pessimismo, come lo chiami tu – è aumentato col tempo (effetto Saturno) perché una lunga osservazione sui dati del reale mi ha fatto capire che le cose possono andare solo in un certo modo, e in quel modo soltanto, indipendentemente dai nostri desideri e attese. Certo non è sempre piacevole vedere le cose così come sono, ma tutto sommato vai incontro a minori delusioni, una volta che hai imparato ad accettarlo. Il settore in cui vivo il pessimismo in maniera negativa anche per me, è la questione affettiva. Perché inutile nasconderti che quella Venere in prima pretenderebbe di essere amata, ma quel quadrato di Saturno le sega pesantemente le gambe. Certo, alle spalle c’è un vissuto familiare complicato – o almeno l’ho vissuto così – che sicuramente ha massacrato il mio narcisismo. T - Già, in effetti la complicazione si riverbera parecchio sulla prima casa; mi viene fatto di pensare che l’esuberanza, e anche la vanità, leonina, ci sono (ci saranno state, immagino, con maggior evidenza in età più acerba), ma per l’appunto non possono sfuggire all’inesorabile giudizio di Saturno, e con un Sole in Bilancia una dissociazione Venere-Saturno non può essere vista come un fatto secondario. M - Altro che secondario: salvo rari momenti di sicurezza io mi sono sempre visto brutto e poco amabile, perché probabilmente il primo che si ama male sono proprio io, suppongo per il rapporto che ho con la mia famiglia. Anzi, togliamo pure il suppongo. M - Mah, quel Saturno in quarta a volte ha qualcosa di misterioso anche per me, perché manca nella mia memoria conscia un’autorità subita nell’infanzia. Ossia, nessuno mi ha detto che dovevo comportarmi fin da bambino come un adulto, che dovevo farmi carico tormentosamente (lo Scorpione) delle vicissitudini di famiglia (l’eredità propria dello Scorpione/VIII), eppure è quello che è successo. Inoltre la quarta casa inizia nei gradi dell’esaltazione di Mercurio, quasi a significare che io dovessi costituire in qualche modo l’agnello sacrificale di famiglia. Non ho subito un’educazione palesemente costrittiva o moralistica eppure ho introiettato un senso del dovere mostruoso, che ha inciso assai anche sulla mia vita affettiva. T - Torniamo dunque ai due pianeti maschili, Marte e Plutone. Marte come abbiamo visto è messo maluccio, ma Plutone molto meno: tanto per cominciare è “al suo posto” perché si trova in I casa (cosignificante dell’Ariete, in cui ha una delle sue sedi), e il quadrato di Saturno certo non lo frena, ma piuttosto lo stimola a esprimere con più forza le pulsioni all’autorealizzazione ottenuta anche sfidando… che cosa? Ma gli altri, è ovvio: la massa indistinta degli altri in VII casa… M - Insomma, sempre più un disastro? Eppure mentre leggo le tue righe non mi sento ferito, mi sento descritto, con le mie difficoltà e speranze, attese, sogni. Hai trascurato però fino ad ora una mia fondamentale ancora di salvezza, il senso dell’umorismo, che spesso e volentieri mi ha salvato sull’orlo dell’abisso. Però continua pure con la tua analisi da entomologo dell’anima, ma alla fine gradirei un suggerimento, una speranza, un qualcosa, Perché se è pur vero che ho qualche problema relazionale (e chi non ne ha?) fino ad ora non sono vissuto da eremita, ho avuto una vita affettiva intensa e rapporti umani discontinui ma altrettanto intensi. Almeno credo, e forse varrebbe la pena di chiederlo agli altri, ma non è questa la sede per farlo. T - Ma no! Capisco di non poter riuscire ad accontentare un Ascendente Leone… ma nel tuo tema non mi pare di vedere né mostri né disastri, solo (solo?!) soluzioni molto peculiari e inconsuete di quelli che sono i problemi e gli intralci inevitabilmente connessi al vivere. E cogliere questa peculiarità individuale con la massima aderenza alla realtà mi pare il compito di chi legge un oroscopo. T - È verissimo, la massa in senso proprio sta in sesta, ma volevo dire che con i Pesci e Marte gli “altri” della VII diventano una entità confusamente aggressiva, e quindi in quanto tale “massa”: e del resto, come si è già detto, Marte non dovrebbe stare nella VII (te lo dice una che ha la VII in Ariete...), si ha così un rovesciamento di ruoli che sottolinea ancora la confusione. T - Ma dove, e come, si esprime la TUA iniziativa? Ed è forse sempre conflittuale, o fonte di conflitti? M - Assolutamente vero! T - Quali saranno, poi, i suggerimenti del tuo Marte? e ti sarà possibile individuarli nitidamente? Di questo io tendo a dubitare; ma certo il rischio più grave di questa configurazione così drastica e rigida è che gli Altri diventino nemici per definizione, dai quali bisogna guardarsi soprattutto perché le loro iniziative sono imprevedibili, impossibili da configurarsi in anticipo, misteriose e bizzarre. M - Qui non mi pare: il problema è che penso che gli altri non mi capiscano e nella maggior parte dei casi è così, e io ci soffro troppo, e allora preferisco stare per conto mio. T - Dunque, mentre a me pare che questa situazione sia fin dall’inizio irreparabile, per te c’è stata un’evoluzione, sia pure in peggio? M - No, credo da un lato sia peggiorata, ma dall’altro migliorata. Mi spiego: col tempo ho capito che la mia primaria necessità di venir capito non poteva essere soddisfatta dagli altri. Ho imparato quindi a far da solo, sia pur dolorosamente e questo ha abbassato mediamente il risentimento che in precedenza covavo verso gli altri perché non mi avevano capito. Attenzione, però, non mi sto riferendo al rapporto di coppia ma genericamente al rapporto con gli altri perché quando il cielo mi ha donato un rapporto d’amore, la comprensione l’ho trovata, eccome se l’ho trovata. Il problema è genericamente con gli altri, il prossimo tuo, se mi sono spiegato. T - Comunque, stando così le cose l’unico modo per difendersene sia pure imperfettamente diventa allora rifiutare il contatto con questo prossimo in realtà tanto alieno, arroccarsi in un ambiente ben conosciuto e ben difeso da una lucida razionalità e da una efficace operosità (i pianeti in Vergine che il trigono di Urano a Saturno conferma e sostiene). E quanto ai suggerimenti del tuo Marte, una possibile difesa è considerarli non tuoi, ma alieni, e quindi respingerli per principio... ma anche questa difesa porta con sé il rischio della confusione, della non chiarezza (perché un simile rifiuto è in effetti inattuabile, e comunque basato su una premessa non realistica). M - No, non è così, so perfettamente quando sbaglio, anche se magari non in quel minuto. Ma poi ci rifletto e capisco di aver fatto qualcosa di non ben fatto e chiedo scusa per l’errore compiuto o il comportamento scorretto. T - Già, la famosa meticolosità virginiana che si applica anche a te stesso… M - No, in realtà il lato Vergine s’impermalosisce, è il lato Bilancia che soppesa il giusto e lo sbagliato di un comportamento, in questo caso il mio. M - Assolutissimamente sì! T - E però a me sembra che proprio Marte come eros possa d’altra parte rappresentare, così come è il problema, anche la soluzione... M - Ti correggo parzialmente: il sestile che Urano manda al Sole in realtà mi rende una delle rare Bilance decisioniste, a volte anche troppo. La scissione però dei valori Bilancia, ossia il quadrato tra Venere e Saturno, in qualche modo dilania nel profondo il mio mondo affettivo. La mia Venere può essere cieca e irrazionale, arde forsennatamente senza accorgersi di fare terra bruciata intorno, poi si ravvede, prende coscienza e si dispera perché si colpevolizza (ahimè, questo è l’effetto Saturno). T - Già: e dunque il frutto che in ogni modo si può ottenere dal severo Saturno – la saggezza, la maturazione dovuta all’elaborazione del vissuto – nel tuo caso esige un prezzo particolarmente alto di dolore e fatica. M - È così, ma che palle! Non mi trovi qualcosa di più divertente? T - Che ci vuoi fare, è la mia smania di analizzare tutto… Il fatto è che questa configurazione del tuo tema – l’opposizione, priva di recuperi, fra Marte e Giove – è un bel problema teorico. Dev’essere colpa del mio Urano, ma io non riesco a immaginare una situazione problematica alla quale non si possa cercare (almeno) un qualche rimedio. E non ho dubbi che nonostante manchino i recuperi espliciti di questa opposizione, nel tuo tema, e dunque nella tua esistenza, tu abbia cercato e trovato il modo di rimediare. T - La seconda che sembra così rassicurante, con l’opposizione di quel fantasioso Marte in Pesci si rivela invece essenzialmente normalizzatrice: la negazione delle pulsioni non ben definite ma irresistibili che Marte suggerisce, il tentativo di ricondurre tutto a un ambito noto e consueto e ben delimitato. Uscirne significherebbe affrontare l’azzardo e l’ignoto di quella VII e VIII in Pesci: insidie non ben identificabili né definibili, sfuggenti, ma anche dotate di una carica di seduzione, di un fascino in qualche modo ammaliante. La seconda casa garantisce protezione, sia pure al prezzo di un adeguamento alla consuetudine dominante, al “si è sempre fatto così”, che può risultare soffocante... M - Non credo che adeguamento sia il termine giusto. Mi ci sono sempre adattato ma mai omologato perché non mi ci identificavo. Anzi in realtà non è nemmeno così, perché su un piano ideologico ho sempre condiviso l’impostazione del mio clan, che tutto sommato non era così mentalmente limitante, anzi direi che era più pescino che virgineo. Era virgineo però nelle manifestazioni di affetto, anzi sarebbe più corretto dire di non affetto… T - Può darsi che l’opposizione fra Giove e Marte scalfisca la sua “solidità”, ma la Luna, Mercurio e il Sole vi stanno sorretti da aspetti positivi, e dunque ti offrono una base di partenza che se non altro riesce ad assorbire bene le manifestazioni ostili dell’ambiente esterno, della “società” in senso lato, senza lasciarsene sconvolgere. E però da quella base devi staccarti se vuoi seguire i suggerimenti più tuoi, più profondi: Venere per esprimersi, anche nella sua “plutonicità”, chiede un ambiente nettuniano (torna il richiamo a Marte in Pesci, non ti pare?) che si forma, inaspettatamente, nella III casa, quasi che il lontano venisse attirato nelle vicinanze. Il sestile a Venere di quel Nettuno in terza casa mi fa pensare che per realizzarsi, la vita amorosa e affettiva deve cercare un lontano che tuttavia non ha affatto bisogno di esotismo, ma sa alimentarsi di una fantasia capace di ravvivare anche le situazioni in apparenza più “ravvicinate”, e così anche il Marte pescino riuscirà a esprimersi nel modo più opportuno... Dunque Mercurio, in domicilio in Vergine e benissimo aspettato dalle congiunzioni e dal sestile con Saturno, conferma la propria posizione privilegiata nel tuo tema, in modo diretto ma anche indiretto: si valorizza la curiosità, la memoria, l’archivio lunare, la ricerca di contatti “vicini”, il senso dell’umorismo, gli scambi “prossimi”. M - No, qui ti devo correggere. Il mio Mercurio in seconda casa non mi fa cercare contatti vicini e scambi prossimi. Funziona molto di più il Nettuno in terza casa: ossia, le mie frequentazioni sono sempre state frutto di una scelta orientata verso chi mi apriva nuovi orizzonti mentali, e questi contatti li ho sempre trovati purtroppo lontano da me. T - D’accordo; riprenderemo dopo il discorso su Nettuno. M - Anche qui devo fare il noioso e puntualizzare. Il bisogno di rassicurazione quotidiana, dai gesti e dalle cose note c’è sempre stato e c’è ancora. Ma nonostante la mia apparenza da bimbo perbenino ed educatissimo (anche troppo) ho coltivato sin dalla primissima infanzia un’immaginazione galoppante – indipendente dalla ricerca di affetti e di eros. Mio padre e suo padre erano due artisti mancati, assolutamente irrequieti. Mio nonno felicemente irrequieto mio padre molto più irrisolto. Ho sempre avuto voglia di scoprire il mondo, ma ne avevo una fifa blu. Con l’adolescenza ho cominciato a capire che dovevo uscire dalle mie quattro mura domestiche, questo sì. Prima mi accontentavo di esplorare il mondo attraverso i sogni, i libri e i film. T - E poi c’è un elemento di rilevanza essenziale: la sicurezza, magari un po’ restrittiva e “diminutiva”, della II, è identificata nettamente nella figura materna (e femminile in senso lato...?) e nei suoi inevitabili attributi di contorno; dunque nel momento in cui ti sei reso conto che il tuo interlocutore erotico non poteva essere una donna devi aver avuto anche la percezione di affrontare un vero e proprio “ignoto”, ma forse, tanto più inevitabilmente carico di fascino e di attrattiva... Senza contare che un possibile attributo di una femminilità da Vergine e da II casa può essere una inevitabile tendenza “fagocitante” decisamente poco attraente... M - Forse è poco attraente, ma il tuo è un giudizio esterno, anzi è un giudizio che secondo me non risponde alla realtà. Tu dici che la mia visione della femminilità è in qualche modo negativa, se vogliamo definirla così. Non sono d’accordo, minimamente, e lo dico da un punto di vista astrologico. Se esamini infatti la mia Luna non puoi negare che sia trionfale, anche se è in Vergine. Perché allora non ti sbilanci un po’ di più rispetto alla mia situazione familiare? Del resto la conosci benissimo. T - Non so se la conosco benissimo; certo, la presenza in II casa (lo spazio immediatamente circostante) sia del Sole, sia della Luna, sembra garantire il ruolo rassicurante della coppia genitoriale: per il piccolo Massimo che si affaccia alla vita padre e madre si presentano entrambi come una costante, una concreta garanzia dell’ambiente quotidiano. Ovviamente con sfumature diverse: la madre assicura una presenza dilatata (Luna più Giove) e appare soprattutto alacremente dedita alla cura delle necessità domestiche (Vergine), dell’alimentazione (Giove), e grazie alla vicinanza di Mercurio sembra comunque garantire un ascolto, un orecchio attento alle esigenze dell’infante (interessante che in vecchiaia tua madre abbia per l’appunto perduto l’udito...): ma sono soprattutto le esigenze materiali, concrete; per quelle più finemente affettive non sembra esserci neppure il riconoscimento di una necessità; non c’è la minima idea di creare una culla di affetti, quello spazio che costituisce il terreno di coltura dei rapporti di affetto vero, di amore in tutti i sensi. Come avevamo già visto quest’apparente “ordine e nitidezza” serve ad accentuare fino a renderlo doloroso il senso della nostalgia per tutto ciò che invece è indefinibile, impalpabile, elusivo, ricco di insondabili sfumature e insomma infinitamente attraente e fascinoso. Non solo: viene anche il sospetto che nell’ambiente ben delimitato della seconda casa questa madre usi la congiunzione con Giove, che le assicura una presenza soverchiante (e sì, certo, davvero “trionfale”: ma che trionfa su di te), una dilatazione nello spazio e nella vista del figlio-Mercurio, per impartire le proprie direttive, per farsi ascoltare. Il Sole come padre assicura a sua volta una presenza operosa nell’ambiente domestico, ma la sua attività (Urano) sembra quasi indirizzata soprattutto a indicare una possibilità di uscita, di evasione: una II che addita la via della XII. Avevo ipotizzato una possibile tendenza “equilibratrice” di questo Sole in Bilancia, ma tu la escludi per quanto riguarda tuo padre… mentre mi sembra che, almeno sul piano caratteriale e delle intenzioni, proprio a te Massimo non si possa negare una spiccata inclinazione a ricostruire gli equilibri scompensati o a creare situazioni il più possibile “eque”. M - In realtà, riflettendoci in età estremamente adulta, mio padre era in effetti una buona persona. Era però schiacciato dalla personalità di mia madre, tanto che nella sfilza di pianeti in seconda casa, il Sole-Padre occupa l’ultimo posto dopo Giove, Luna e Mercurio. Il Sole è però anche l’Io e in qualche modo sono stato schiacciato anch’io dalla mia seconda casa, dai bisogni degli altri, del mio clan, ma anche dall’estrema difficoltà mia a staccarmi dal noto, per quanto poco affettivo. Quanto alla ricerca di situazioni eque, è una cosa più forte di me e non posso che confermare in pieno quanto dici. T - La scomparsa di tuo padre, che considererei simboleggiata da quel Saturno in IV casa, sembrerebbe da ritenersi prematura (la IV come casa dell’infanzia). Ma è anche vero che di fatto quando tuo padre è morto avevi già compiuto trentadue anni. Così, quel Saturno in quarta casa mi sembra che possa essere meglio interpretato come precoce assunzione di responsabilità (il sestile a Mercurio) e non solo come un attentato all’integrità della tua sicurezza affettiva, all’esuberanza della Venere in Leone e del Plutone che le si accompagna... Direi che la morte di tuo padre ti abbia costretto ad assumere un carico di responsabilità affettiva nei confronti di tua madre o comunque a prendere coscienza di una tua solitudine affettiva, di una carenza; quindi forse a prendere atto di una carenza di affettività, di una insufficiente capacità di dimostrare affetto, da parte di lei. Mi hai detto che per tutta l’infanzia tua madre ti era sempre apparsa la perfezione incarnata, e in fondo lei si presentava a te come tale (ancora gli effetti della congiunzione Giove-Luna-Mercurio, dove la nitidezza della vista-Giove è sacrificata dall’opposizione di Marte): quindi si direbbe che per poter cogliere in tutta la sua evidenza la realtà della Luna in Vergine, tu sia stato costretto a subire tutto l’impatto del quadrato di Saturno a Venere. M - Non posso che confermare, ahimè. Siamo quasi in dirittura d’arrivo. Il dolore l’abbiamo sviscerato a sufficienza. Mi trovi infine qualcosa che dia lo spunto per un po’ di sane risate, oppure: la sai la strada per la leggerezza? Che ne dici del mio sfuggente e impalpabile Nettuno in terza casa? T - Be’, di certo la tua Venere e il tuo Plutone trovano compenso all’aggressione saturniana proprio nel rapporto di sestile con Nettuno. Così quella spinta a “esporsi” seduttivamente può diventare affabulazione, vagheggiamento della fantasia, creatività; ed esprimersi in una cerchia di contatti e conoscenze congeniali alla III casa, che con ogni probabilità saranno affiorati allo scoccare dell’adolescenza, o negli scritti, o nello studio... Il nesso della sbrigliata fantasia nettuniana con l’intellettualità mercuriale è strettissimo e indissolubile, e trova una ulteriore conferma in quella “nostalgia di infinito” dettata dalla Luna in Vergine. Se ricordiamo che la tua V casa comincia a fine Sagittario, nei gradi di Nettuno, ecco ribadito il legame tra amore (e amori), affetti (e affettività) e fuga verso il diverso, il fantastico, il creativo e l’affabulante… M - Insomma, tu dici che l’unica via di salvezza è l’amore…Oppure la fantasia, in fondo per me non c’è una grossa differenza. L’amore è per me quella “cosa” che ti apre nuovi mondi, poi magari fugge via, ma una direzione te l’ha comunque indicata… T - Non so se è l’unica via di salvezza, ma per me è certo la forma più intensa di comunicazione, e in virtù di questo, una cosa che non riesce a perdere interesse neppure con il passare del tempo e l’incombere della vecchiaia… Ma per ricordare un aspetto del tuo Ascendente Leone che mi pare di non aver sottolineato abbastanza, vorrei citare la tua capacità, assolutamente sistematica e pervicace per quanto ti conosco, di rifiutare di lamentarti anche nelle situazioni più pesanti, di minimizzare le difficoltà, gli ostacoli (anche i dolori, anche i fallimenti), almeno come reazione immediata appena si prova a ricordarteli o a farteli notare. Quasi che l’alleanza leonina fra Venere e Plutone ti suggerisca sempre un atteggiamento di vera superiorità: sono tutte piccolezze, “io” posso passarci sopra... M - In realtà un tempo credo che mi lamentassi molto. Una volta però una mia presunta amica molto più lamentosa di me mi disse che ero una piaga, come si dice da queste parti, e da allora cerco di lamentarmi il meno possibile. T - Be’, se mi permetti, non ci credo: non riesco a credere che tu ti sia mai lamentato molto, e caso mai, immagino che tu possa lamentarti (plutonicamente occultando la realtà delle cose…) di quelle che Totò chiamava “quisquilie e pinzillacchere”, evitando nel modo più assoluto di citare come motivo di lagnanza o di dolore le autentiche, perduranti ferite dell’esistenza… M - Vorresti una risposta? Temo che citerò un brano della Turandot: 31 ottobre 2008
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