LA ROTTA DI ULISSE

 


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Sessualità femminile

di Massimo Michelini

Fino all’Ottocento, nella pudibonda e bigotta società occidentale, la sessualità femminile era considerata argomento tabù se non inesistente. O meglio, da un lato c’erano le donne perbene, che costituivano la stragrande maggioranza della popolazione femminile, e dall’altro le svergognate, un’esigua minoranza che, quasi sempre per costrizione sociale, era costretta a esercitare la più antica professione del mondo. Inoltre le prostitute erano sì dedite al sesso senza tabù, ma del loro appagamento sessuale non era il caso di parlare perché erano al servizio del maschio, che pagava, violentava o picchiava a sangue per ottenere il proprio piacere.
Immagine:Simone Martini 047.jpgSull’altra sponda la donna perbene – resa angelicata dalla censura mentale maschile già ai tempi del Dolce Stil Novo – non lo faceva per piacer suo ma per dare un figlio a Dio, come spesso era ricamato sulle federe dei cuscini delle nostre bisnonne. Mi auguro che dietro alla facciata di perbenismo le nostre antenate riuscissero comunque a ritagliarsi una fetta di piacere, ma resta il fatto che dei loro desideri più intimi proprio non si doveva parlare.
È inutile aggiungere che questo inattuale confinamento del femminile in due categorie sessuali – oltre a non corrispondere a una tendenza naturale – era solo opera di convincimento e coercizione sociale da parte di chi deteneva il potere, ossia il maschio.
E, se all’apparenza nella società occidentale ai giorni nostri esistono uguali diritti e doveri tra uomini e donne, non dimentichiamo che in alcune parti del mondo le adultere sono a tutt’oggi lapidate e che l’infibulazione è pratica tuttora diffusissima.
All’apparenza questa premessa sembrerebbe avere poco a che fare con l’astrologia, ma non è così. Al di là delle implicazioni storico-sociologiche della questione sessualità, chi conosce a fondo le opere di Lisa Morpurgo sa quale importanza abbia nei suoi studi l’analisi delle dinamiche maschile-femminile. Non mi addentro oltre nel problema e rimando ai suoi libri per un approfondimento, ma chiudo questa premessa chiedendomi se è ancora utopico – oppure trova una corrispondenza nel reale – un vecchio slogan delle femministe, che recitava: «Né puttane né madonne, finalmente solo donne».
L’umanità, è ovvio, si divide in due grandi fette, gli uomini e le donne, con le loro infinite differenze che si diramano dal piano fisico a quello caratteriale. Tutti sappiamo che queste distinzioni manichee tra maschile e femminile sul piano della realtà lasciano spesso il tempo che trovano, poiché infinite sono le varianti ed è fenomeno comune la non rispondenza al genere di appartenenza. Così esistono donne mascoline nel fisico oppure solo aggressive caratterialmente, così come uomini remissivi e burrosi, ma non è questa la sede per parlarne. Mi interessa piuttosto, per così dire, il femminile allo stato La nascita di Venere (dettaglio) di William-Adolphe Bouguereaupuro.
Nella dinamica della natura alla donna spetta la basilare funzione di portare dentro di sé la nuova creatura, dal momento in cui lo spermatozoo feconda l’ovulo fino a quello in cui il nascituro è pronto ad uscire dal corpo della madre per iniziare una vita sua propria. Ovviamente il compito della donna non è soltanto questo, come quello dell’uomo non è soltanto quello di fecondatore. Ed è inutile aggiungere che ci sono uomini e donne che hanno vite felicissime pur non procreando.
Però intorno a questo ruota tutto quanto, come primario istinto di vita. Da lunga pezza Freud ci ha insegnato che l’esistenza umana gira intorno a due pulsioni fondamentali, quella di vita e quella di morte. L’istinto di vita è essenzialmente desiderio, non solo sessuale ma principalmente sessuale.
E il desiderio femminile classico, definiamolo così, è incentrato soprattutto intorno al bisogno di accogliere dentro di sé il maschile, che per poter penetrare necessiterà di durezza e calore, come il femminile, per poter accogliere, dovrà essere morbido, elastico e umido. Senza questi due fattori, un atto sessuale in potenza riproduttivo non avrà successo.
E veniamo infine all’astrologia vera e propria.
I pianeti direttamente legati alla sessualità femminile sono Venere e X, o Proserpina. Venere corrisponde anatomicamente alle ovaie mentre Proserpina presiede alle funzioni uterine. Non ci sono invece attribuzioni certe per vulva, vagina e clitoride. Ipotizzo qui che la vagina, per la funzione complementare rispetto al pene-Marte, sia legata a Venere. Mentre la vulva, che ospita grandi e piccole labbra, potrebbe essere in qualche modo collegata a Giove nella sua sede Toro, dove è in compagnia di Venere e Proserpina. La clitoride, invece, non saprei proprio come collocarla astrologicamente. Si accettano suggerimenti...
Ma nell’analizzare la femminilità va tenuto conto anche e soprattutto della Luna che, pur non essendo un pianeta sessuale, è anatomicamente legata al seno e al ciclo mestruale, ed è il principale regolatore di tutti i liquidi corporali, dalle lacrime al sudore.
Ipoteticamente, analizzando questi tre pianeti – tutti in qualche modo legati alla ricettività – si dovrebbe capire in un tema femminile come una donna vive la propria sessualità. Ma non è così semplice.
Punto primo, purtroppo non esistono ancora effemeridi certe di X-Proserpina, facendo così mancare un tassello fondamentale per l’analisi.
Inoltre, all’interno di un oroscopo è rappresentata la totalità di una persona, compreso quindi il suo rapporto con l’altro sesso, indipendentemente dal modo in cui questa persona vive la propria sessualità. Ci saranno quindi persone che hanno un rapporto felice con i propri sensi, ma un fiuto infallibile nel scegliere il partner sbagliato per un sereno rapporto emotivo. Oppure uomini e donne che riescono ad avere situazioni affettive stabili, compensando le carenze sessuali con altri mezzi di varia natura. Potremo così incontrare persone che letteralmente “comprano” un partner, garantendogli una sicurezza economica, oppure tengono accanto a sé il compagno o la compagna con la violenza, fisica o emotiva. Oppure ancora riescono ad ottenere una intesa intellettuale o sentimentale, al di là dell’effettivo appagamento dei sensi.
Soprassedendo sugli intrighi sentimental-sessuali che ingarbugliano la vita del genere umano, possiamo comunque affermare che il femminile “allo stato puro” si esprime secondo una serie di caratteristiche che qui elenco, rubandole pari pari da un libro di un sociologo francese, Pierre Bourdieu.
Il femminile è legato all’umido, al freddo, allo stare sotto, all’interiorità e alla parte interna delle case, alla chiusura verso l’esterno, al concetto di pienezza, alla parte sinistra del corpo, alla natura selvaggia, alla passività. Ribadisco che nessuna di queste caratteristiche vuole essere un giudizio di merito e nemmeno un invito al confinamento in un ruolo che la donna può sentire estraneo e rifiutare, sia sul piano sociale che su quello affettivo.
Partiamo dalla passività, che spesso nella nostra società assume una connotazione negativa. Secondo me in realtà va intesa come il fatto che in natura l’atto sessuale vero e proprio inizia con un ruolo attivo da parte del maschio. Senza l’eccitazione maschile, un coito vero non può esserci. Se poi diamo un’occhiata a quello che succede tra le specie animali, ci accorgiamo di quanto sia solo apparente la passività femminile. Infatti in molti gruppi animali il maschio prende l’iniziativa e tenta di conquistare la femmina della specie, al prezzo di sanguinose lotte con gli altri maschi potenziali rivali, solo quando la femmina va in calore. È quindi la fecondità femminile a dare il via al tutto, e non viceversa.
L’umido, ovviamente, concede maggiore malleabilità e facilita l’atto sessuale, come pure lo stare sotto che favorisce il compito al maschio, se non su un piano fisico di certo su quello psicologico, perché l’uomo si sente in posizione dominante e perciò più sicuro.
L’interiorità che, portata alle estreme conseguenze in negativo, rispecchia la situazione sociale di chiusura riservata alle donne in talune società maschiliste e mentalmente trogloditiche, trova la corrispondenza simbolico-fisiologica negli organi riproduttivi femminili. L’interiorità però va intesa anche come maggiore attenzione a tutto quanto ha a che fare con le emozioni, ossia con quello che si prova dentro su un piano psicologico. Se il pene e i testicoli se ne stanno un po’ tronfi nella parte esterna del corpo dell’uomo, ovaie e utero, Venere e Proserpina, devono stare all’interno del corpo della donna per proteggere la vita di eventuali nascituri.
E la pienezza, infine, corrisponde a quella fase della vita in cui la donna, fecondata e appagata, porta dentro di sé una nuova vita.
Per semplificare quello che avviene nel corpo femminile, la Luna – per tutta la sua vita fertile – segnala alla donna il momento in cui è pronta ad un nuovo incontro con l’altro da sé. Anzi, il ciclo mestruale che ogni mese purifica il corpo, eliminando tutta una serie di umori che vanno gettati fuori, rappresenta una sorta di timer interiore che alterna le sensazioni di pieno e di vuoto. E il vuoto, quando sarà giunto il suo momento, vorrà essere colmato, possibilmente con piacere.
Venere dà poi il suo appoggio di fecondità ovarica, con tutto quello che di psicologico ne consegue. Se pensiamo alle simbologie di Venere infatti comprendiamo appieno quello che in qualche modo dovrebbe accompagnare in teoria la fecondità, ossia la bellezza, la salute, la piacevolezza, la seduttività. Spesso si attribuisce al maschio il ruolo del seduttore, ma contesto decisamente la correttezza semantica di questo ruolo. Seduttrice è infatti la donna, perché secondo l’etimologia “sedurre” significa “condurre verso di sé” ed è attribuibile senza ombra di dubbio a Venere, che in qualche modo ha la funzione della calamita. L’uomo semmai è il conquistatore-Marte, ossia colui che deve cogliere la preda e incidere una tacca sul calcio del proprio fucile. Venere inoltre è assolutissimamente legata a una visione della vita incentrata sul piacere. E questo piacere parte su un piano fisiologico quasi sempre dalla sensibilità epidermica, legata a Venere, in particolare nella sua sede Bilancia. Le good vibrations, che nascono soprattutto quando si viene accarezzati, fanno sì che il corpo si distenda e si rilassi, preparandosi ad accogliere l’altro da sé. La ferita inferta dal pene turgido-Marte non costituirà più in questo modo un dolore ma solo un piacere. E Venere vive di piacere...
Proserpina o X, infine, aspetta che le sue socie Luna e Venere abbiano compiuto a dovere i loro compiti preliminari per godere poi come si deve il frutto del ventre suo. Ma in realtà una Proserpina per qualche motivo carente impedirà che Venere e Luna compiano bene il proprio ruolo, non consentendo il completo abbandono all’altro da sé.
Va ricordato inoltre che Proserpina è una forte componente della possessività femminile, insieme al suo complice Giove. E non dimentichiamo che una delle più radicate angosce dell’uomo, ampliamente sviscerata dalla psicanalisi, è quella di castrazione. Sembra quasi che nell’abbandono totale dell’amplesso, l’uomo abbia paura che l’apparato sessuale femminile divorerà i suoi più preziosi attributi. Sull’altro fronte della barricata, la donna potrà avere il terrore della penetrazione, come se l’accogliere dentro di sé l’altro in qualche modo sbriciolasse le certezze del suo Io.
Riassumendo le varie fasi della sessualità femminile, diciamo che la donna è pronta ad accogliere l’amore quando, carica di emozione, sentimento, fantasia e lacrime in saccoccia (Luna) si rende conto di poter attirare l’altro grazie ad un aspetto piacevole e seduttivo (Venere) e lascia cadere il fazzoletto quando ha scorto un potenziale corteggiatore (dinamica Venere-Marte). E il baldo eroe parte alla conquista della presunta fragile donzella lancia in resta. E se tutto va per il verso giusto anche Proserpina avrà la sua parte...
Ora, nell’apparente iper-razionale e tecnologica società odierna ben sappiamo che quasi mai ad un atto sessuale seguirà il concepimento di una nuova vita. Ma questo ha un’importanza secondaria, perché in ogni atto sessuale in qualche modo gli esseri umani rivivono il senso del proprio essere e vivere, anche se magari coscientemente o per problemi vari non avranno mai figli. Congiungendosi all’altro – ci si augura nella maniera più piacevole possibile – si recupera per un istante, ma un istante soltanto, una sorta di completezza dell’essere. L’unione dei corpi ricostruisce per una frazione infinitesimale di tempo quel mitologico essere unico che aveva in sé entrambi i sessi non separati, descritto da Platone nel Simposio, che scrisse: « [l’amore] ricongiunge la natura antica, e si sforza di fare di due uno, e di guarire la natura umana».

Queste, in linea di massima sono le funzioni degli ingredienti base della sessualità femminile. Non dimentichiamo però che, anche nel tema di una donna, vanno analizzati i pianeti maschili, Sole, Marte e Plutone, mentre anche gli altri pianeti non direttamente sessuali avranno comunque un loro ruolo.
E passando dalla teoria alla pratica che succede? Mi affido a qualche personaggio tipo, ben sapendo però che la complessità dell’essere umano non può venire racchiuso in schemi troppo rigidi e che anzi, spesso essi si compenetrano dentro di noi creando quelle strane alchimie che a volte fanno sì che una top model possa avere molto in comune con una religiosa. Anzi, in certi casi può anche accadere che nel corso di una sola vita si passi dalle passerelle di alta moda al convento. È questo il caso di Antonella Moccia, balzata qualche tempo fa agli onori della cronaca dopo la decisione di abbandonare la carriera di indossatrice per prendere i voti.

LA CASTA PER VOCAZIONE
ANTONELLA MOCCIA
, 7 aprile 1967, ore 7.00, Melfi PZ

La scelta di ritirarsi dal mondo per seguire una vita di meditazione è facilmente riconducibile nel tema della Moccia dal Sole e Saturno in Ariete e dodicesima casa, entrambi isolati o semi-isolati. Sembrano un chiaro invito a fuggire via dalla pazza folla, ma non sono sufficienti a giustificare né il passato da indossatrice né la propensione al misticismo. La bellezza e il suo sfruttamento professionale sono però desumibili con facilità dalla Venere in Toro congiunta all’ascendente, che manda sestili a Luna e Giove, trigoni a Plutone e Urano, ma si oppone anche a Nettuno in settima casa. Quindi, oltre che bella, forse la Moccia ha anche in sé un pizzico di auto-compiacimento per la propria immagine, anche se in maniera confusa, irrequieta e mutevole, come suggerisce lo scorpionico Nettuno in settima casa. Ma quello che probabilmente ha fatto decidere la Moccia a scegliere un ordine religioso è l’opposizione che si gioca tra i pianeti in quinta e quelli in undicesima casa, tra la Vergine e i Pesci. In undicesima infatti troviamo una Luna pescina stimolatissima da una congiunzione a Mercurio, un sestile a Venere e due trigoni a Giove e Nettuno (che tra l’altro rafforzano la sua natura Pesci), ma anche pesantemente opposta a Plutone e Urano. Sensibile oltre misura, la Luna della Moccia sembra quasi volersi astrarre dalla realtà bruta, per il suo essere in undicesima e per l’opposizione ai pianeti in Vergine nella casa del sesso. Urano e Plutone in Vergine e quinta infatti danno una visione utiliritastica del sesso, rendendo arduo un cieco abbandono ai sensi. Urano opposto alla Luna dà inoltre molti dubbi sulla volontà di procreare, come pure l’opposizione tra Mercurio e Plutone. Queste opposizioni così forti tra quinta e undicesima fanno spesso sì che, chi le vive, si senta come un elastico tirato con tutte le forze tra due pulsioni estreme, tanto teso da avvertire forte la paura di spezzarsi. Ma Venere e Nettuno formano due punti di Talete rispetto alle opposizioni succitate e consentono che l’elastico non si spezzi. La scelta religiosa consente di dedicare la propria bellezza al signore e il rapporto con gli altri e il matrimonio, come vuole il Nettuno in settima, sarà mistico. E il Signore non chiede alle proprie ancelle i doveri della carne, soprattutto se questi sono vissuti solo come balzelli e non come piacere. Insomma le estasi ci saranno ma mistiche, con grande soddisfazione di chi ha compiuto scelte di questo tipo.

IL PIACERE COME DOVERE
MOANA POZZI, 27 aprile 1961, ore 3.10, Genova

Non sembri troppo lungo il passo dalla casta religiosa alla pornostar, perché in comune hanno il sesso, sia pure vissuto in un caso come negazione e nell’altro come vocazione, almeno a quello che dichiarava la Boccadirosa del compianto De André. E veniamo quindi alla celeberrima Moana Pozzi. Il suo tema natale suggerisce cose un po’ diverse da quello che lei stesso dichiarava e lasciava apparire in pubblico. La Venere in prima casa, come per la Moccia, inclina al narcisismo, si sa. Ma quello della Pozzi era un narcisismo spuntato perché insicuro: Venere in Ariete è infatti isolata e sembra chiedere conferme. Queste conferme possono però arrivare da Luna e Plutone in settima e Vergine: basterà chiederle... Attenzione, però: la Luna è in Vergine e per quanto sostenuta da un sestile a Marte e da un semi-sestile a Urano suggerisce che la realizzazione della propria femminilità si ottiene anche mettendosi al servizio dell’altro. Questo utilitarismo è in qualche modo double-face: concedendo i suoi favori, la Pozzi otteneva favori. Dal canto suo il Sole in Toro e seconda casa, se pure opposto a Nettuno, riceve un sontuoso trigono da Plutone. Il bisogno di mostrarsi in maniera protagonistica è imperioso e dà la possibilità di sfruttare anche economicamente la propria immagine, grazie a una delle simbologie di Plutone, la pornografia. Infine il Marte leso in quinta casa e Cancro ci indica che il rapporto con la sessualità della compianta Moana non fosse poi forse dei più tranquilli e piacevoli. L’opposizione che Marte riceve da Saturno e Giove pare suggerire amplessi insoddisfacenti, dove in qualche modo la quantità poteva sopperire a una qualità poco appagante. Sembra quasi che nel tema della Pozzi la scelta della pornografia fosse dettata più da bisogni di varia natura che da una sensualità prorompente. Insomma la scalata al mondo del porno, almeno in questo caso, non mi pare rispondere a un sereno rapporto con il sesso.

MAMMA, SEMPRE MAMMA, FORTISSIMAMENTE MAMMA
ROSE KENNEDY, 22 luglio 1890, ore 9.45, Boston MS

Come nel caso di Antonella Moccia, anche nel tema di Rose Kennedy troviamo un trigono a stella tra la Luna, Giove e Nettuno (congiunto a Plutone). La Luna della Kennedy era però in Bilancia e strettissimamente congiunta all’Ascendente, e non riceve lesioni. Il trigono largo tra la Luna in prima casa e il Giove in quinta sembrerebbe quasi dire “Io esisto se sono madre, anzi abbondantissimamente madre” (come vuole il Giove in quinta che può significare anche prole numerosa). E la grande matriarca Kennedy ebbe una vita longevissima, superando il secolo di età, e fu estremamente fertile, raggiungendo la ragguardevole quota di 11 figli. Ebbe anche alti e bassi incredibili, perché uno dei tanti figlioli diventò presidente della nazione più potente del mondo, ma poi venne ammazzato, come trucidato fu anche il figlio Bob, per non parlare dei vari, gravi problemi che ebbero quasi tutti i membri della famiglia. Tralasciando però la biografia e gli altri elementi caratteriali, dal suo tema natale si evince che il bisogno di realizzarsi come madre era nettamente superiore alle esigenze affettivo-sessuali. Se infatti la Luna è al massimo delle sue potenzialità, Venere, Marte e Plutone sono parecchio lesi. Forse, chi sforna figli a ripetizione – se pure multi-miliardaria e provvista perciò di mezzi sufficienti per stipendiare balie a bizzeffe – non ha poi tempo né voglia da dedicare alle altre gioie della vita.

PRENDIAMOLA IN RIDERE
ANNA MARCHESINI, 18 novembre 1953, ore 18.45, Orvieto TR

La comicità sul sesso fino a qualche anno fa era appannaggio del maschio, appannaggio ora messo in crisi da due donne, entrambe Scorpione ascendente Gemelli. Una è la Litizzetto, l’altra Anna Marchesini. Di solito lo Scorpione, pur avendo un gran senso dell’humour che lascia trapelare poco, il sesso preferisce farlo. E, nonostante il ribollir dei sensi, ben difficilmente perde la testa anche se preda di una forte eccitazione. Questo accade sia agli uomini che alle donne, che si cacciano in situazioni complicate per amore del rischio. Se diamo un’occhiata al tema della Marchesini troviamo la bellezza di cinque pianeti in quinta casa, e subito ci rendiamo conto che il sesso – e tutto quello che comporta – rappresenta per lei un interesse primario. Il suo oroscopo però presenta un intreccio di aspetti planetari complicato. Analizzando solo alcuni elementi, notiamo che la Luna, in Ariete e undicesima, riceve un trigono da Plutone, un sestile da Giove, ma anche un quadrato da Urano e un’opposizione di Saturno e Nettuno. La tensione tra spinte erotiche ed emotività che si infiamma, ma cerca a fatica un equilibrio, si stempera grazie al Giove in Gemelli e al Plutone in terza (la parola sarcastica e il protagonismo recitativo), e quell’equilibrio precario si ottiene tramite l’umorismo. Così quando si fa fatica a tenere testa a troppi desideri, si può sempre cercare di riderci su. Il risultato non è proprio lo stesso, ma scarica tanto...

IL DESIDERIO È MIO E LO GESTISCO IO
CATERINA II DI RUSSIA, 2 maggio 1729, ore 2.20, Stettino PL

Se all’uomo di qualsiasi ceto è concesso praticamente tutto sul piano sessuale, perché per la mentalità corrente i desideri del maschio godono di una impunità di giudizio, la donna deve invece arrabattarsi per non venire tacciata di epiteti vari o peggio ancora. Fa eccezione chi, per dinastia, matrimonio o temperamento, può infischiarsene del giudizio altrui. Esemplare da questo punto di vista la storia di Caterina di Russia, la “zarina dissoluta”. Come per gli altri personaggi descritti non tratterò la sua biografia a 360 gradi ma solo nel suo rapporto col sesso. Per la grande Caterina va però fatta una premessa, per spiegare le condizioni storiche che le consentirono di vivere come più le piaceva il rapporto con i propri desideri. Da giovinetta fu infatti destinata in sposa al futuro zar di Russia, con il quale non c’era attrazione sessuale da parte di entrambi. Con il consenso più o meno tacito della zarina regnante, Caterina ebbe tre figli da uomini diversi perché ci fossero comunque eredi al trono. Quando poi la zarina morì e salì al trono il suo legittimo consorte, oltre che non amato anche inetto come sovrano, Caterina non esitò a sostenere una congiura a suo danno, a spodestarlo e forse a farlo eliminare, regnando poi con il pugno di ferro per il resto della sua vita. Dotata di sani appetiti sessuali e per nulla ipocrita, ebbe 21 favoriti ufficiali oltre a molti altri amanti non censiti. Premetto che ho anticipato l’ora di nascita di pochi minuti rispetto all’ora che avevo trovato perché, con una sensualità così intensa, Giove deve capitarle in quinta casa. Il Sole e la Luna, nel tema di Caterina, sono congiunti ciascuno al suo alleato più naturale, ossia il Sole a Marte e la Luna in Gemelli a Venere, e nessuno di questi pianeti riceve lesioni. Sembra quasi che la mascolinità e la femminilità in Caterina II fossero spontanee e naturali. Venere e Luna in Gemelli però sono incostanti e hanno bisogno di nuove conquiste, come vuole il segno che le ospita. Perché accontentarmi di un solo partner se, grazie al ruolo che rivesto, posso averne quanti ne voglio? Il Giove probabilmente in quinta casa, poi allarga il desiderio e i giochi sono fatti. Felice e gaudente, la grande Caterina non si negò mai nulla. Ma quante altre donne potevano e possono concedersi altrettanto senza che la società le crocifigga?
Io non so rispondere e lascio a voi il compito di farlo...

Ottobre 2003



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