LA ROTTA DI ULISSE

 


Contatti: massimomichelini1@virgilio.it

Riflessioni sulla sessualità maschile

di Massimo Michelini

Platone afferma nel Simposio che Eros è il dio più antico poiché nessun saggio del passato cita mai i suoi genitori, quasi come se la forza dell’amore e del desiderio da esso rappresentata fosse preesistente agli dei stessi e all’intera umanità.
L’universo mitologico è specchio di forme psichiche innate nell’uomo, analizzate con estrema lucidità dagli psicanalisti, in particolar modo quelli junghiani, dagli antropologi e altre categorie di dotti studiosi. Concordo quindi con Platone che il desiderio è in qualche modo il motore dell’esistenza e forse nasce prima o insieme a essa.
Sul fronte scientifico, la biologia ha affermato che «il sogno di ogni cellula è sdoppiarsi», come scrisse il premio Nobel François Jacob tanto spesso citato nelle opere di Lisa Morpurgo. Se ogni singola cellula sogna di sdoppiarsi – o riprodursi – figuriamoci quanto desiderio contenga un corpo composto da un numero sterminato di cellule, quale quello umano o animale.
Eros, desiderio e sessualità sono argomenti complessi, che non possono certo venire liquidati in una breve relazione e forse il “mistero” del desiderio – come molti altri misteri che avvolgono l’umanità – non potrà mai essere chiarito del tutto.
Tanto per cominciare, perché per riprodurci – usando un termine scarsamente romantico – dobbiamo sottoporci al giogo del sesso? Sentiamo come inquadra il fenomeno ancora François Jacob. «Il sesso è una delle trovate più ingegnose dell’evoluzione. Gli organismi più semplici ignorano la sessualità. Si riproducono per scissione e la loro divisione è un risultato automatico della loro crescita. (…) La sessualità costringe i programmi genetici a ricombinarsi ad ogni generazione. (…) La sessualità permette agli individui di sesso opposto da un lato di incontrarsi e riconoscersi, dall’altro di riprodursi.»
Immagino che le persone con forti valori lunar-venusiani storceranno il naso udendo simili affermazioni, che parrebbero liquidare l’amore come un semplice fenomeno biologico-ormonale, ignorando quei moti del cuore che invece spesso costituiscono il sale della vita. Concordo con loro: essere colpiti dalla “malattia d’amore” è una delle esperienze più elettrizzanti dell’esistenza stessa, anche se i già citati biologi “ammazza-sogni” affermano che l’innamoramento segna un calo delle difese immunitarie dell’individuo colpito dai dardi di Cupido.
Mette tristezza pensare che, se analizziamo tutto al microscopio, il primo bacio abbia effetti simili al virus della scarlattina o della salmonellosi… Meglio allora correggere il tiro citando i versi finali della Divina Commedia:

“All’alta fantasia qui mancò possa;
ma già volgeva il mio disio e ‘l velle
sì come rota ch’igualmente è mossa,
l’amor che move il sole e l’altre stelle.”

Insomma, intorno all’amore ruotano il mondo e l’intero universo, in qualsiasi modo si analizzi il fenomeno.

Ma come si manifesta il desiderio? Di modi di amare ve ne sono ovviamente molti tipi, da quello materno a quello filiale, ma in questa sede preferisco delimitare l’indagine alla forma classica, tra uomo e donna.
Se la rivoluzione sessuale degli anni Sessanta e Settanta ha costretto a ridisegnare molti schemi fissati nei secoli sui rapporti fra i sessi, esistono comunque regole o pulsioni primarie estranee ai condizionamenti culturali. Una delle molte mogli di un talebano sarà volente o nolente succuba del marito, a differenza di una svedese che, per male che le vada, si porrà in un ruolo di parità rispetto al partner. Succuba però etimologicamente significa «che giace sotto» e in qualche modo indica anche una propensione affettivo-erotica comune a tutte le donne, indipendentemente dalle aree culturali in cui esse vivono.
Ai tempi della mia pubertà l’educazione sessuale in Italia era ai suoi primissimi passi e i pochi che la ricevevano a scuola sentivano fare esempi di insetti che impollinano i fiori o altre immagini poco poetiche. Certi ricordi suscitano un sorriso di tenerezza ma l’esempio riportato, per quanto castigato, risponde alla perfezione a ciò che succede in natura. L’atto sessuale “classico” avviene mediante penetrazione dell’elemento attivo nei confronti di quello passivo.
Certo mi si potrà obiettare che tra le molte razze animali ciò accade solo quando la femmina va in estro – nome scientifico del più prosaico calore – ma finiremmo in interminabili discussioni se sia nato prima l’uovo o la gallina. Meglio allora passare all’astrologia.

In astrologia i pianeti sessuali maschili sono Marte e Plutone, legati anatomicamente a pene e testicoli. Sono pianeti alleati del Sole, con il quale costituiscono la tripletta che forma l’Ariete. Il Sole, si sa, rappresenta la parte attivo-maschile dell’umanità e di ogni singola persona.
Se diamo un’occhiata allo schema di domicili ed esaltazioni ricostruito da Lisa Morpurgo vediamo che è proprio Marte a dare il via al nostro Zodiaco, grazie al suo domicilio nei primi gradi dell’Ariete. Sulle implicazioni legate a questa posizione di preminenza rimando i lettori all’intera opera morpurghiana, in particolare al Convitato di pietra. Ritroviamo Marte e Plutone anche in Scorpione dove Mercurio esaltato nello Zodiaco A prende il posto del Sole, che però si ritroverà esaltato nell’ottavo segno degli Zodiaci B, mandando un influsso per trasparenza nel nostro.
Marte inoltre è esaltato nel Capricorno A, dove trova come alleati Urano, che presiede anche all’efficienza tecnica e, soprattutto, Saturno, indice di durezza, rigidità e durata nel tempo. Infine, sempre solo accennando en passant agli Zodiaci B, è esaltato per trasparenza in Vergine, dove prende il posto dell’Urano esaltato negli Zodiaci A.
Il dio della guerra, dell’aggressività, dell’impulsività e della violenza fallica, ha quindi principalmente come alleati Sole, Plutone, Saturno e, in misura minore, Urano.
Se Marte garantisce anche l’irruenza necessaria al compimento di tutta una serie di funzioni attive, compresa quella sessuale, Plutone ne è in qualche modo il suggeritore occulto.
L’ultimo pianeta noto del sistema solare è depositario dell’autentica potenza creatrice affidata alla parte maschile dell’umanità. Sono infatti gli spermatozoi – da lui simboleggiati – che daranno effettivamente il via a nuove vite, ovviamente se riusciranno a fecondare gli ovuli femminili. Plutone è un pianeta tutt’altro che tranquillo, carico com’è di potenzialità che, se ben indirizzate, possono dare risultati enormi, se compresse o frustrate possono rivelarsi vere e proprie mine vaganti. Legato simbolicamente a tutto quanto è occultato, nascosto e non vuole apparire – oppure apparire sotto mentite spoglie – può spingere a ogni esagerazione, amplificando a dismisura i fatti. È probabilmente a causa dell’influsso di Plutone che molti uomini si vantano di prestazioni erotiche irreali, soprattutto coloro che avvertono in sé forti carenze, mentre per contro chi è uno splendido amante di norma tace: non ha bisogno di gratificazioni che riceve già in abbondanza tra le pareti della camera da letto. Plutone può inoltre sollecitare un forte sperimentalismo, che potrebbe scivolare in quelle che comunemente vengono definite perversioni.
Saturno dal canto suo, nella sede Capricorno, in un certo senso strumentalizza la violenza di Marte per soggiogare la Luna – ossia la parte femminile dell’umanità – rappresentata anche dall’opposto segno del Cancro. La durezza da lui regolata, inoltre, è indispensabile per ogni pratica – definiamola così – riproduttiva. Urano può infine conferire quell’efficienza tecnica anch’essa parimenti necessaria nell’atto d’amore.
Se l’analisi dei pianeti maschili può fornire un chiaro ritratto delle potenzialità virili, nello studio astrologico del desiderio maschile non si potrà non tenere in conto dell’immagine interiore che ogni uomo avrà della donna, ovviamente rappresentata dalla Luna, e delle capacità e necessità affettive indicate da Venere. Senza dimenticare che tutti i pianeti, anche quelli non strettamente inerenti la sessualità, concorrono a determinare la personalità e andranno perciò comunque presi in considerazione.
Questa in rapidissima sintesi la parte teorica. Ma quali risposte troviamo quando applichiamo la teoria ai singoli casi? Per fornire alcune indicazioni di massima ho pensato di analizzare i temi di alcuni celeberrimi personaggi che incarnano archetipi del maschile in campo sessuale.

CASANOVA, IL FARFALLONE AMOROSO
Venezia, 2 aprile 1725, ore 20

Giacomo Casanova“In Italia 640,
in Germania 231,
100 in Francia in Turchia 91
ma in Ispagna
in Ispagna sono già 1003…
(…) Contadine, cameriere, cittadine
ogni donna d’ogni età…”

Sembrano quasi le registrazioni contabili di un ragioniere diligente, eppure si tratta delle conquiste erotiche di Don Giovanni, perfetta incarnazione del vero Casanova.
Il libertino veneziano era Ariete ascendente Scorpione, due segni nettamente maschili ben lieti di portare in alto il vessillo della virilità. Il Sole di Casanova è però confinato nella modesta sesta casa, indicatrice tra le altre cose di una tendenza alla ripetitività, ben suggerita dal catalogo del Don Giovanni di Mozart/Da Ponte.
L’ascendente Scorpione rende un po’ torbida la personalità, ma uno splendido Urano sempre in Scorpione e casa prima indica che la personalità è decisamente opportunistica e in grado di cogliere le occasioni migliori anche in campo sessuale, grazie al trigono a Marte in quinta casa. I pianeti femminili, Luna e Venere, sono in Sagittario e Pesci, segni gioviani e nettunianI, e indicano in modo chiaro una propensione all’avventura, soprattutto sessuale, anche grazie alla fortissima casa quinta. Il Sole è in trigono alla Luna sagittariana, mentre Venere e Marte sono congiunti in Pesci.
Sembrerebbe quindi che ci sia una fusione amorosa tra parte maschile parte femminile e invece… Invece Marte quadra la Luna mentre Venere riceve un’opposizione da Plutone. Insomma Giacomo Casanova – e con lui probabilmente tutti i Casanova del mondo – la donna la temono se non la odiano, nemmeno tanto velatamente. Le prede raccolte nel carniere sessuale saranno tante o tantissime, ma non serviranno mai a dare tregua a un appetito insaziabile.
La coazione a ripetere, come la chiamava Freud, è troppo forte e appena segnata una nuova tacca sul fucile della virilità per contabilizzare le conquiste erotiche, già si pensa a individuare una nuova possibile preda.

PIETRO ARETINO, L’EROTOMANE
Arezzo, 20 aprile 1492

Di come l’Aretino vivesse nel concreto la propria vita affettivo-erotica so poco o nulla. Mi interessa piuttosto il suo essere rimasto alla storia soprattutto come scrittore erotico e licenzioso.
A giudicare dal suo tema natale, purtroppo non domificato per mancanza dell’ora di nascita, il rapporto col femminile è tutt’altro che negativo. La Luna è in Aquario e si congiunge a Saturno, Venere è in Gemelli e in trigono a Urano, elementi che indicano che il rapporto con la donna è vissuto in maniera razionale-opportunistica ma non è prevaricatorio.
I problemi, se di problemi si vuol parlare, nascono probabilmente nel rapporto con la propria virilità. Il Sole congiunto a Marte in Toro suggerisce che l’Aretino investisse molte energie nella propria affermazione virile, pur avendo le armi decisamente spuntate. Plutone in Scorpione infatti si oppone pesantissimamente a Sole e Marte, mentre Urano dal Capricorno quadra salomonicamente sia Marte sia Plutone. Insomma, un vero disastro.
Ma la salvezza giunge da Giove e Nettuno che, formando rispettivamente dal Cancro e dal Capricorno il cosiddetto punto di Talete in rapporto a Marte e a Plutone, propongono una salutare valvola di sfogo alle tensioni di fondo. Giove e Nettuno sono pianeti domiciliati in Pesci e Sagittario e fecero sì che probabilmente la fantasia, l’irrequietudine, ma anche l’ottimismo, la vista e la parola alleggerissero le carenze di base.
Come tanti suoi epigoni odierni da bar dello sport, l’Aretino parlava tanto di sesso. Perché lo facesse con tanta insistenza lo lascio alla vostra immaginazione.

ROCCO SIFFREDI, IL FORZATO DELL’AMORE
Ortona, 4 maggio 1964 ore 11.30

PornocraziaCon la tipica, attuale mania americana di impiegare termini politicamente corretti per non offendere nessuno, coloro che fino a non molto tempo fa venivano apostrofati con ben altri termini, sono definiti sex workers, ossia lavoratori sessuali. L’espressione inglese si riferisce indistintamente a uomini e donne, ma è inevitabile che venga impiegato soprattutto per parlare di donne. Se le storie che inducono una donna a prostituirsi o a diventare una porno star sono spesso infarcite di violenza, per un uomo il trarre vantaggio economico dal proprio corpo è sempre una scelta se non una vocazione.
Rocco Siffredi è il più famoso porno attore italiano. Toro ascendente Leone, presenta un Sole in decima casa opposto a Nettuno, ma congiunto a Giove e in trigono a Plutone. L’esibizionismo è lampante, ma è un esibizionismo interessato anche al tornaconto economico, grazie alla congiunzione del Sole a Giove e al Plutone in seconda casa.
Marte è in Ariete in nona casa, congiunto a Mercurio e Giove e senza lesioni. La virilità è trionfante, avventurosa, curiosa e fonte di grossi introiti. Ricordo inoltre che la nona casa è cosignificante del Sagittario, segno legato ai cavalli e uno dei termini per definire chi esercita la professione di Siffredi è proprio stallone.
Ma che ruolo ha la donna nella mentalità di questa porno star maschio? La Luna in Aquario e sesta casa, lesa da Mercurio, Giove e Sole lascia poche speranze: viene considerata una creatura inferiore usa-e-getta. In fondo l’una vale l’altra.
Ciò che probabilmente più preme a Siffredi è invece la glorificazione dell’Io attraverso l’uso del proprio corpo. Ma il Nettuno opposto al Sole fa sospettare una fissazione di fondo e la difficoltà, se non l’impossibilità, a cambiare.

DONATIEN-ALPHONSE-FRANÇOIS DE SADE, IL PADRE DI TUTTI I SADICI
Parigi, 2 giugno 1740, ore 13.45

Immagine:Sade (van Loo).pngPremetto che ho trovato l’ora di nascita di de Sade sfogliando casualmente un libro non astrologico, che non citava la fonte da cui era stata ricavata. Non so quindi fino a che punto possa essere attendibile. Domificazione presunta a parte, i pianeti del tema natale del perfido marchese risultano comunque parlanti.
Come nel caso dell’Aretino, anche per Sade troviamo Plutone all’inizio dello Scorpione, splendidamente sorretto da un trigono a Nettuno. Come per Siffredi, Marte è a fine Ariete nei gradi di Plutone. A differenza della porno star, il suo Marte è però disastrato, quadrando Venere e Saturno in Cancro.
Anche il Sole quadra la Luna in Vergine, che però riceve dei robusti trigoni da Mercurio e Urano. Il Sole inoltre si trova nei gradi centrali dei Gemelli, quelli dell’esaltazione di Plutone. Insomma, anche se di solito non cerco una dominante astrologica, in questo caso non posso fare a meno di definire il marchese un plutoniano.
Ricordo che Sade non si limitava a immaginare attraverso l’opera letteraria le sue fantasie erotiche, ma le metteva anche in pratica, pur non spingendosi fino all’omicidio intenzionale o alla tortura vera e propria verso persone non consenzienti, come accade invece nei suoi noiosissimi libri. Le cronache storiche riportano però che avvelenò involontariamente con un afrodisiaco troppo potente alcune popolane che aveva coinvolto nelle sue orge.
Probabilmente per Sade il sesso non era soltanto un abbandono ai sensi, sia pure in forma contorta. Era per lui una sorta di necessaria, plutoniana rappresentazione teatrale in cui essere al contempo attore, regista e spettatore e, in un secondo momento, narratore.
Se cercò anche una giustificazione filosofica al proprio modo di intendere l’Eros – guarda caso uno dei suoi libri si chiama proprio La filosofia nel boudoir – astrologicamente ciò si può attribuire alla sua congiunzione Sole-Giove, forse in casa nona. Al di là delle motivazioni che poteva fornirsi, resta il fatto che nella sua carta del cielo risulta evidente una scissione tra maschile e femminile, dove però Marte risulta stimolato ma niente affatto sicuro di sé, mentre Plutone può dare il proprio meglio. O il peggio, lascio ad altri il giudizio.
E l’infliggere dolore agli altri, sia esso morale o fisico, può essere anche una valvola di sfogo per le proprie frustrazioni o per un’affermazione dell’Io che non si può ottenere altrimenti.

LEOPOLD VON SACHER-MASOCH, IL PIACERE NEL DOLORE
Leopoli, 27 gennaio 1836, ore 14.30

Se Sade ha dato il suo nome a quanti infieriscono sugli altri per ottenere il proprio piacere, lo scrittore von Sacher-Masoch è l’incarnazione di chi invece trova il piacere provando dolore. Il temperamento sadico e quello masochistico sono complementari e spesso corrispondono a dati caratteriali che non necessariamente trovano riscontro in pratiche erotiche.
Una vecchia barzelletta narra dell’incontro di due esponenti di questi diversi modi di intendere i sentimenti. Il masochista chiede al sadico: «Ti prego, picchiami!» e il sadico, con estremo piacere, gli risponde: «No, non ti picchierò mai…»
Nella vita di Sacher-Masoch la propensione al dolore fu in parte immaginata nelle sue opere letterarie, in parte anche vissuta. La sua donna ideale era quella in tacchi alti, adorna di pellicce e con una sibilante frusta in mano.
Dobbiamo deludere che si aspettasse di trovare nel suo tema natale una Luna o una Venere in Scorpione, Capricorno o Ariete, segni di Marte. La sua Luna è nel placido Toro e nella “moderata” casa undicesima mentre Venere è nei sensibilissimi, sognanti e masochistici Pesci, nell’avventurosa casa nona. La Luna è però in trigono a Marte e Nettuno e riceve un quadrato da Urano.
Il Sole aquariano dal canto suo è sì congiunto a Marte in Capricorno che, se analizzato senza tenere conto di altri elementi, farebbe pensare a una personalità baldanzosamente virile. Entrambi sono però congiunti al “pericoloso e sublime” Nettuno. Saturno inoltre, in Scorpione e quinta casa, quadra il Sole. I luminari lesi dai loro pianeti naturalmente opposti fanno intuire che la parte attiva e quella emotivo-ricettiva della personalità si sviluppano a fatica.
A salvare sia il Sole sia la Luna ci pensano però Marte e Nettuno con il loro apporto di aggressività, energia, fantasia, ma anche confusione. Infine, per quel che riguarda i pianeti sessuali, Plutone è solo leso in Ariete.
In Sacher-Masoch, se l’affettività è iperstimolata grazie alla bellissima Venere in Pesci e a un “morbido” ascendente Cancro, la figura femminile sarà concreta e solida, ma anche irrequieta e aggressiva, mentre il complesso di castrazione che spesso vive chi ha rapporti negativi con la figura paterna riesce a risolversi con qualche sonora frustata da parte della compagna. Il Saturno in Scorpione in trigono a Venere e Giove apportò alla sessualità un carico di contorta durezza, che si tradusse nella vita di Masoch in quello che i manuali di psicopatologia riportano con abbondanza di dettagli. Le vie per risolvere i propri conflitti interiori sono decisamente infinite…

ROBERTO FORMIGONI, LA SCELTA DELLA CASTITÀ
Lecco, 30 marzo 1947, ore 1

Se la maggioranza degli uomini sbandierano a destra e a manca le proprie conquiste erotiche, anche quelle fittizie, alcuni invece fanno voto – e pubblica dichiarazione – di castità – Roberto Formigoni è uno di questi pochi.
Non avendo più sentito sue esternazioni in proposito, non so se tale voto valga ancora oggi e la dichiarazione risale a parecchi anni fa. Attuale o non attuale, mi pare comunque significativo che un personaggio pubblico professi pubblicamente la rinuncia al sesso, sia pure per motivazioni religiose. Formigoni non ha però preso i voti per entrare in un ordine ecclesiastico e continua a esercitare la professione di politico, con grande successo.
Diamo allora un’occhiata al suo tema natale per capire i motivi di tale scelta. Ariete ascendente Sagittario, presenta un Sole in trigono a Saturno e Plutone in Leone, ma anche opposto a Nettuno. L’io attivo è volitivo, sicuro di sé, amante del potere e in grado di ottenerlo, ma anche pervaso da qualche inafferrabile inquietudine nata forse anche dalla difficoltà a cambiare il proprio modo di essere.
I trigoni che sostengono il Sole si giocano tra le case quarta e ottava, e indicano in modo chiaro la sua attitudine alla politica, intesa anche come guida del proprio territorio natale. Né Plutone né Saturno ricevono alcuna lesione.
Marte invece, l’altro pianeta della sessualità maschile, presenta aspetti più complessi: è in Pesci e terza casa, congiunto a Mercurio e quadrato a Urano in Gemelli e settima. L’immagine che mi viene in mente è quella di un Peter Pan curioso e sognatore che ha difficoltà a confinarsi in rapporti affettivi stabili. Del resto Venere in Aquario, sempre in terza casa, conferma la diagnosi. Il bisogno di amore non è molto forte, un po’ per irrequietudine di fondo, un po’ per radicato pessimismo nei confronti di questo aspetto della vita. Venere infatti riceve un quadrato da Giove in dodicesima casa.
Resta da analizzare la Luna per cercare di far quadrare il cerchio. È in Cancro e, forse, ottava casa. Secondo l’ora di nascita, infatti, sarebbe per pochi sessantesimi di grado già in settima e il dubbio pare legittimo. Se la sua Luna da un lato fa supporre una figura materna dolce e protettiva, dobbiamo però constatare che quadra il Sole arietino e subisce anche il quadrato di Nettuno, ma per sua fortuna riceve un trigono da Mercurio.
Non conosco la storia di Formigoni ma non mi pare un’eresia affermare che – astrologicamente – l’immagine femminile del politico lombardo sia legata anche a angosce, forse causate da traumi o perdite infantili.
Di certo a Formigoni, dotato di splendidi Saturno e Plutone, qualsiasi scelta intrapresa sarà portata avanti con grande coerenza, anche a costo di quelle che – giudicate dall’esterno – possono sembrare privazioni dolorose.
Nella seconda metà del ventesimo secolo, soprattutto dagli anni Sessanta in poi, abbiamo assistito a un fiorire di studi e sproloqui sulla sessualità, culminati nel periodo del soggiorno di Plutone in Scorpione, dall’84 al ’95 circa. Le teorie psicanalitiche, spesso mal interpretate, hanno spinto anche i media a dare uno spazio eccessivo – e sovente volgare – alla sessualità in tutte le sue manifestazioni. Se siamo sommersi quotidianamente da una pletora di immagini di natiche, seni e attributi fallici esposti in tutte le salse dovremmo forse scandalizzarci se qualcuno sceglie la castità?
Non di certo, purché valga la regola della reciproca, aquariana tolleranza.

La galleria di ritratti appena proposta non vuol essere ovviamente esaustiva dell’intera gamma della sessualità maschile. Qualcuno mi potrebbe obiettare che non ho inserito nessun caso di “normalità”, che so, quello di un pacioso padre di famiglia senza tanti grilli per la testa. Va allora detto che ho scelto volutamente alcuni comportamenti estremi, che possono comunque risultare rappresentativi di certe tendenze insite in quasi tutti gli uomini, in misura più o meno sostanziosa.
In chiusura, mi pare di poter affermare che noi poveri uomini, appagati o non appagati, perversi o non perversi, soggiacciamo ai condizionamenti che fecero scrivere alla poetessa Sylvia Plath: «Odio il fascista che c’è in ogni uomo, ma è quello che me lo fa desiderare…» E ai condizionamenti profondi non si comanda.
Donne avvisate, mezze salvate.

Questo studio è stato presentato a un incontro dei Feaci piemontesi, a Stresa, il 7 aprile 2002.

Copyright © 2021La Rotta di UlisseTutti i diritti riservati