LA ROTTA DI ULISSE

 


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La storia siamo noi

Il ruolo di Plutone nel divenire della storia

di Massimo Michelini

 

“… C’è una gravità in giro, più ragione, meno
godimento. La gioventù, che sarà la nostra
stessa nazione tra venti anni, è cambiata…”
Stendhal, Vita di Haydn, Mozart e Metastasio

«Plutone è un principio vitale alla ricerca di una forma» che «… opera a livello profondo […], regolando quelle forze segrete […] che spingono una creatura vivente a inserirsi nella vita con un atto creativo.»1 Come tutti i pianeti lenti, con il suo passaggio nei vari segni dà una impronta caratteriale a intere generazioni, un influsso che ha una fortissima valenza anche storica.
L’influenza sulla storia è però duplice. Si sviluppa ovviamente mentre il pianeta transita in un dato segno e, per così dire, a scoppio ritardato, quando i personaggi nati in quel periodo, giunti a vita adulta, mentre Plutone attraversa i segni successivi, interagiranno con la società e con la storia stessa, cercando di plasmarla secondo le proprie potenzialità e speranze. Ma saranno anche costretti a fare i conti con il segno che in quel momento sta ospitando il pianeta.
Intendiamoci, il fluire della storia non è legato al solo moto di Plutone, che interagisce comunque e sempre con gli altri pianeti. Un’analisi compiuta del divenire degli accadimenti umani richiederebbe però una trattazione astrologica che non può essere esaurita in un breve intervento. Meglio quindi limitare il settore d’indagine.
Se vogliamo usare la simbologia anatomico-fisiologica principale di Plutone2, gli spermatozoi, per riuscire a fecondare la storia il pianeta dovrà trovare il terreno propizio per far attecchire il suo seme.
Restando a cavallo tra fisiologia e caratteristiche psico-fisiche umane, il neonato maschio ha nel suo corpo la potenzialità per fecondare, ma potrà far sì che il suo seme crei nuove vite solo nel momento in cui il suo corpo sarà maturo per farlo. Anche se già dalla adolescenza potrebbe trasformarsi in padre, solo con la maturità avrà – o potrebbe avere – una paternità consapevole. E dovrà trovare l’ambiente-società disposto ad accogliere il suo seme e a farlo vivere dentro di sé. Quel frutto del suo seme, inoltre, avrà una identità precisa, nonostante metà dei geni appartengano al padre. E a sua volta interagirà con una società di cui non potrà non tenere conto, nel bene e nel male. Ogni Plutone dovrà infatti confrontarsi con i Plutoni che verranno dopo di lui.
Fermo restando che cambi di rotta decisivi nelle vite dei singoli ci saranno quando i transiti formeranno aspetti precisi rispetto alle posizioni radix dei vari pianeti che compongono ciascun tema natale, come vivrà un Plutone in un dato segno i periodi storici in cui il pianeta attraversa i segni successivi?
In qualche modo il tempo di maturazione della creatività propria di Plutone è dettato dal passaggio del pianeta nel segno successivo a quello natale, territorio neutrale rispetto alla posizione di partenza. Il semisestile che li distanzia è infatti un aspetto astrologico blandamente positivo che, se non ostacola, non dà nemmeno grandi spinte propulsive3.
Il passaggio a due segni seguenti invece formerà un sestile, concedendo un territorio propizio per un positivo sviluppo delle potenzialità.
L’ingresso di Plutone in tre segni dopo rispetto alla posizione natale, al quadrato di se stesso, rappresenterà – se non altro – uno scontro di mentalità, mentre il successivo passaggio in un segno dello stesso elemento porta di solito a un rifiorire di progetti in età matura.
Questo accade ovviamente quando il moto di Plutone, estremamente irregolare, lo consente. Ad esempio, nell’Ottocento il passaggio del pianeta in Ariete, Toro e Gemelli fu lentissimo, quasi trent’anni per ciascuno di loro. Le generazioni di quegli anni dunque vissero il suo transito solo in pochi segni. Per contro i nati nel ventesimo secolo lo hanno visto attraversare una fetta consistente dello Zodiaco. I nati con Plutone in Cancro hanno finora assistito al suo passaggio in ben sei segni.

L’idea di questo studio mi è nata rileggendo La certosa di Parma di Stendhal. Per chi non l’avesse letto, ne riassumo la trama.
Il giovanissimo Fabrizio Del Dongo, incantevole adolescente figlio cadetto di una nobile dinastia – destinato perciò a non ereditare né titolo né capitale di famiglia – si lascia sedurre dal mito di Napoleone. Sfidando le ire di un padre ultraconservatore, va in Francia per unirsi alle truppe napoleoniche, giusto in tempo solo per assistere alla disfatta definitiva di Waterloo. Deve perciò rientrare in Italia, ma non può tornare al paterno ostello perché il genitore l’ha denunciato come traditore della patria alle autorità austriache. Si ritira quindi nel ducato di Parma e, poiché con la sua bravata adolescenziale si è bruciata ogni possibilità di fare strada nell’esercito, viene dirottato alla carriera ecclesiastica. Di colpo di testa in colpo di testa, dopo avere sfarfalleggiato di amore in amore, viene trafitto da una passione impossibile perché la sua amata, che lo riama, è costretta a sposare un altro per ordine del padre. Fabrizio finirà autorecluso per il dolore nella certosa della città, con ogni sogno infranto. Tracciando il personaggio di Del Dongo, Stendhal costruiva con la fantasia una sorta di ritratto autobiografico, perché la sua vita ricalcò per certi versi quella del suo personaggio. Immaginiamo che Stendhal e Fabrizio Del Dongo fossero la stessa persona per confrontare astrologicamente le loro vite parallele. Ritratto di Stendhal
Stendhal era Aquario ascendente Scorpione, due segni che hanno in comune Plutone4. Senza entrare nei dettagli biografici, ininfluenti allo scopo di questa ricerca, lo scrittore francese visse sempre in aperto o sotterraneo contrasto con la società del suo tempo. Società che però non rifiuto mai del tutto perché, soprattutto per motivi economici, fu costretto ad accettare incarichi governativi.
Nel suo tema natale inoltre un accumulo di pianeti in Aquario e terza casa gli rendeva imperativo il restare dentro la società del suo tempo, pur con la forte dose di anomalia esistenziale – ma pure di protagonismo e critica sociale – che lo contraddistingueva. Il Plutone di Stendhal è strepitoso. È in terza casa, congiunto a Sole, Venere, Mercurio, in trigono a Nettuno e in sestile a Marte, e non riceve alcuna lesione. Per semplificare, potremmo dire che è un Plutone libero di dare il meglio di sé, perché non riceve ostacoli. Giusto quel che ci vuole per questa ricerca.
Quando parte per seguire Napoleone, Del Dongo ha tra i sedici e i diciassette anni, e 17 ne aveva Stendhal, quando entrò nell’esercito napoleonico. C’è però una sfasatura di 15 anni tra i tempi della biografia e quelli del romanzo. Stendhal si arruolò infatti il 10 giugno del 1800, mentre la battaglia di Waterloo – con cui si concluse la parabola di Bonaparte – si compì quindici anni dopo, nel giugno 1815.5
Diamo un’occhiata alla posizione dei pianeti lenti e semilenti per le due date. Nel 1800 Plutone è a 4° dei Pesci, Nettuno a 14° Scorpione, Urano a 23° Vergine e Saturno a 7° Leone. Nel 1815, Plutone è a 22° dei Pesci, Nettuno a 18° Sagittario, Urano a 4° Sagittario e Saturno a 11° Aquario. Nel 1800 i transiti indicavano per lo scrittore un periodo di metamorfosi dell’Io (Nettuno di transito in prima casa), di bruschi cambiamenti abitativi e lavorativi (Urano congiunto alla Luna, Plutone in trigono a Urano), ma anche una forma di autorità subita che segna un distacco dall’adolescenza (Saturno opposto allo stellium in Aquario e casa terza).
Nel 1815 Urano e Saturno stimolano molto positivamente i pianeti in Aquario dello scrittore. Saturno di transito in trigono al Nettuno radix scioglie momentaneamente il quadrato quasi a voler testimoniare un adattamento al fluire della storia e delle proprie vicende umane. Sembra quindi che Stendhal – transiti alla mano – assistendo alla chiusura di un’era con la disfatta di Waterloo, si adegui comunque a un clima storico che non gli piace più o che non gli è mai piaciuto, ma all’interno del quale sarà costretto a vivere e ad agire. Gli Aquari, per quanto eversivi e innovatori siano, sono dei camaleonti capaci di adattarsi a molti ambienti pur di riuscire ad essere liberi. Se la libertà sociale si rivela un’utopia, bisognerà salvare almeno quella personale. Come vedremo più avanti ciò fu dettato anche dal passaggio di Plutone in Pesci.
Non potendo analizzare tutte le posizioni del pianeta nei vari segni e i moti successivi del pianeta stesso rispetto al segno natale, meglio limitarsi ad un’unica posizione, quella del Plutone in Aquario di Stendhal, che mi ha fornito l’idea per lo studio. I nati di queste generazioni sono distanti nei secoli, e possiamo averne solo testimonianza storica. Inoltre, il prossimo passaggio nell’undicesimo segno inizierà solo nel 2023, per concludersi nel 2041. Davvero troppo lontano nel tempo.
Tra i personaggi illustri nati con Plutone in Aquario possiamo citare Cervantes, Byron, Elisabetta I d’Inghilterra, Tycho Brahe, Simon Bolivar, Gioacchino Rossini, Silvio Pellico, Alessandro Manzoni. Con l’eccezione del conservatore Manzoni si tratta di personalità eversive e individualiste, mosse da un lato da uno slancio idealistico, dall’altro ben in grado di preservare la propria indipendenza, non foss’altro morale. Chi detenne poi il potere per censo e dinastia, come Elisabetta I, lo conservò strenuamente grazie a una attenta, razionale e opportunistica gestione dello stesso. Insofferenti all’autorità precostituita, si ersero a paladini della libertà altrui (Bolívar, Byron e il Don Chisciotte di Cervantes) per preservare la propria. Ma poiché Plutone tende comunque a creare personaggi, l’eroismo “alternativo” di cui erano portatori questi signori nasceva anche dal bisogno di risultare eroi a loro volta. In Aquario Plutone, dove agisce per trasparenza, assorbe ovviamente l’influenza dei pianeti in domicilio nel segno, ossia Saturno, Urano e soprattutto Nettuno. Opponendosi però anche ai pianeti del Leone, Sole, Y e, per trasparenza, X. Se l’influsso di Nettuno si esplica assai bene nell’irrequietudine ideologica, ma anche in una certa dose di fanatismo, Urano e Saturno ancorano alla realtà. Urano, sommato a Nettuno, dà il mimetismo proprio del segno, mentre Saturno, sia pure obtorto collo, fa digerire loro la pillola amara di una realtà poco amata, ma alla quale ci si adatta comunque anche grazie alle speranze di cambiamento suggerite da Nettuno.
Di certo gli ultimi due passaggi di Plutone nel segno – dal 1532 al 1551 e dal 1779 al 1797 circa – contribuirono a far perdere l’aura di potere quasi sacrale del monarca assoluto, figura politica riconducibile al Sole del Leone, minando l’immobilismo ideologico proprio di Y. Questo accadde soprattutto nel Settecento, quando i tempi erano maturi per la Rivoluzione Francese. Ma già nel passaggio precedente, nel Cinquecento, il Plutone aquariano iniziò a minare il potere assolutistico, agendo soprattutto sul braccio ideologico del controllo delle masse, ossia la religione. Un Dio assoluto per l’Aquario è infatti poco credibile. In quel periodo gli scismi religiosi tra cattolici e protestanti tesero a spostare l’asse del potere dalla figura del sovrano e della gerarchia cattolica a un confronto diretto con i testi sacri, gli unici a cui si attribuiva una incontrovertibile autorità morale.
In quegli anni infatti Lutero pubblicò la traduzione della Bibbia in tedesco, consentendo così al popolo digiuno di latino di attingere direttamente alle sacre fonti. Allo stesso modo in Inghilterra il Book of Common Prayer diventa il libro della riforma anglicana, mentre in Francia la lingua della burocrazia diventa il francese, lasciando il latino alle sole funzioni religiose.
In un modo o nell’altro si cerca di corrodere l’ideologia al potere, magari per crearne un’altra alternativa, che consenta comunque una posizione di dominio. Non dimentichiamo infatti che in Aquario Saturno-potere è ben presente. Per quanto alternativo sia, pur sempre potere sarà.
Si trattò in molti casi della creazione di una nuova etica, soprattutto quella protestante e calvinista che, secondo Max Weber6, puntando sul lavoro e sul guadagno è alla base del capitalismo.
In entrambi gli ultimi due passaggi, nel Cinquecento e nel Settecento, si ridisegnano in qualche modo gli assetti sociali, indebolendo lo strapotere aristocratico a vantaggio della borghesia. Il Sole – simbolo anche del padre – perde quota a vantaggio di Saturno e Urano. La nuova ideologia (Nettuno) afferma che il potere lo si otterrà, o lo si vorrebbe ottenere, con il lavoro e non con un semplice passaggio ereditario.7
Grazie al potente influsso di Nettuno, l’Aquario ha comunque bisogno di un punto di riferimento ideologico, che si fabbrica da sé, non accettando dogmi altrui come propri. Se ha rinnegato come referente ideale il Re-Padre, lo sostituisce con i dogmi della riforma protestante, o dell’utopia politica dell’égalité, fraternité, liberté. E le illusioni potranno durare per i nati con Plutone in Aquario anche quando il pianeta transita nei Pesci, governati da Nettuno.
Aquario e Pesci hanno in comune infatti il solo Nettuno. Urano invece, fortissimo in Aquario, è penalizzato in Pesci. La caduta di Urano sembra togliere a Nettuno il vincolo dell’hic et nunc, quindi gli ideali diventano antipragmatici e rarefatti. Gli altri pianeti che strutturano i due segni non entrano in ballo, potendo così agire indisturbati ma nemmeno soggetti a forti stimoli in positivo.

Il Plutone in Pesci (gli ultimi due passaggi avvennero dal 1554 al 1579 e dal 1798 al 1822 circa) crea un clima di caos creativo a cui attingono “geneticamente” i nati del periodo. Hanno nel loro tema natale questa posizione planetaria geni assoluti del calibro di Galileo, Shakespeare, Caravaggio, Darwin, Chopin, Wagner, Verdi, Dostoevskij, Poe, Leopardi e Dickens.
La nascita di personaggi creativi non corrisponde invece in quegli anni a un fiorire di capolavori assoluti, come pure su un piano storico ci troviamo di fronte a un riassestamento in senso conservatore.
Come nell’ultimo mese di gravidanza, simboleggiato dai Pesci, il feto assume il suo aspetto definitivo che però non vediamo ancora, così assistiamo a livello politico-sociale a un rimodellamento dei confini degli stati in virtù delle trasformazioni compiute negli ultimi anni. La “ricerca di una forma” propria di Plutone si somma alla chiusura di un ciclo stagionale-epocale rappresentata dai Pesci.
Il congresso di Vienna, che ridefinì l’assetto dell’Europa dopo gli sconvolgimenti della rivoluzione francese e dell’avventura napoleonica, si svolse a ridosso di Waterloo, nel 1815. In quell’ultimo anno Plutone transitava intorno ai 22 gradi dei Pesci, regolati da Giove e Giove con la forma – e l’immagine – c’entra eccome. Piante tutte le lacrime dei Pesci per disgrazie accadute negli anni precedenti, ci si prepara a un nuovo ciclo vitale.
In questo periodo si parla molto meno di libertà, e l’uguaglianza sociale è finita nel dimenticatoio. L’instabilità pare il leit-motiv dominante, dettata soprattutto dall’allargamento o restringimento dei regni, con annesse sanguinose guerre.
Anche in campo religioso siamo in fase di restaurazione. Nel passaggio di Plutone in Pesci del ’500 venne stabilita infatti una legge secondo la quale al sovrano spetta di imporre la propria religione ai sudditi e venne pubblicato anche il famigerato Indice dei libri proibiti dalla gerarchia cattolica. Nell’Ottocento, Chateaubriand dette alle stampe Il genio del Cristianesimo. Si torna quindi nel grembo protettivo di Santa Madre Chiesa, genitrice a volte perfida e spietata, ma pur sempre madre.
In campo di mode intellettuali, esplode pienamente il fenomeno del Romanticismo, corrente ideologica così pescina che più pescina non si può.
Per citare l’Enciclopedia Zanichelli, vediamo l’affermarsi de «la rivalutazione delle epoche primitive e del medioevo, dello spirito popolare che in tali epoche si sarebbe manifestato liberamente, dello spirito nazionale, del sentimentalismo che riscopre l’individuo nella sua perenne tensione verso l’infinito, destinata a non realizzarsi e a tradursi in una perenne insoddisfazione.» È superfluo aggiungere altro.
Insomma, con Plutone in Pesci si vive di sentimento e di indefinita irrequietezza, mentre la Dea Ragione (saturnina) è messa nel dimenticatoio. Come pure il sogno del «siamo tutti uguali» dettato dal tentativo uraniano-ipsilonica di livellare e dal bisogno saturnino di porre un freno alla megalomania dell’Io. L’eccezione prende invece il potere, sia esso quello del genio, sia quello del monarca che, in nome dell’ordine virgineo, cavalca il disordine per fini suoi.

Ma torniamo al nostro Stendhal. Nel passaggio in Pesci, lo scrittore visse tumultuosamente, arrabattandosi per trovare una sua strada senza avere in mente una carriera precisa. Scrisse sì e pubblicò qualcosa, ma senza successo, che inizierà invece ad arridergli dal 1822, con l’uscita di Dell’Amore. Plutone è già in Ariete. Le esperienze vissute nel periodo precedente sono maturate e hanno trovato una forma.
Non per tutti i nati con Plutone in Aquario andò ovviamente allo stesso modo. Lord Byron8, ad esempio, scrisse quasi esclusivamente con Plutone in Pesci. Con il suo ingresso in Ariete decise per contro di tuffarsi nella lotta politica vera e propria impegnandosi nella liberazione dei greci dal dominio turco.
Simon Bolívar9, rivoluzionario di professione, con il transito in Pesci si impegnò nella liberazione dagli spagnoli dal Sudamerica, ma appena Plutone fece capolino in Ariete si investì di poteri dittatoriali. Le utopie di libertà le accantonò lui stesso, a favore di un potere concentrato nelle sue mani.
Dalle biografie di personaggi illustri emerge che il passaggio di Plutone nell’ultimo segno determinò periodi di grande instabilità anche esistenziale, dove tutto all’apparenza era possibile. La visionarietà dei Pesci si tradusse in un’infinita gamma di vicissitudini umane. Ma furono le vite dei singoli, e non le opere dell’ingegno, a subirne gli influssi maggiori.
I Plutoni in Aquario videro magnificate avventurosità, ideologizzazione e irrequietudine, mentre furono penalizzati nel pragmatismo, venendo a mancare l’humus favorevole per sviluppare la capacità uraniana di volgere le situazioni a proprio vantaggio. I nativi non riuscirono soprattutto ad ancorare a una forma stabile le proprie idee o opere, ma non potevano trovarla nel segno governato anche da Nettuno. Vissero però alla grande, all’insegna dell’avventura e dell’incertezza, esperienze di cui fecero tesoro ma che svilupparono solo quando Plutone uscì dai Pesci.

Con l’ingresso di Plutone in Ariete (dal 1580 al 1608 e dal 1823 al 1853 circa) assistiamo invece alla nascita di un numero infinito di capolavori, sfornate dalle menti dei Plutoni dei due segni precedenti. L’etimologia latina della parola è illuminante in tale senso. Caput significa testa, cranio, guarda caso simboleggiato dall’Ariete. Lavoro inoltre – dal latino laborare – significa fatica e il dispendio energetico dell’Ariete è di certo una fatica. Il capolavoro pare quindi, etimologicamente, una fatica dell’ingegno premiata però da una raggiunta posizione di inimitabile capofila.
Sembra quasi che su un piano artistico, la linfa dell’Ariete dia vita ad opere assolutamente originali, che fungeranno da modello per i secoli successivi, spesso però restando ineguagliate. Tanto per dare un’idea della qualità della produzione artistica, vennero sfornati in quegli anni il Don Chisciotte, buona parte dei capolavori di Shakespeare, le tele di Caravaggio, i libri di Stendhal, Balzac, Poe e Leopardi. Nonostante il clima politico conservatore la creatività artistica è fortissima.
L’Ariete rappresenta l’inizio di un ciclo, stagionale ma forse anche storico. Il seme sotterraneo del Plutone scorpionico viene infine alla luce, e ha trovato una sua identità. È di certo una identità maschilista, perbenista e borghese, ma ha in sé una vitalità fortissima. Tanto che, a livello sociale, scoppiano ripetutamente eroiche ribellioni – quasi sempre soffocate nel sangue – tese a cercare di ottenere maggiore libertà e garanzie costituzionali. Sul fronte delle classi sociali, gli operai iniziano ad organizzarsi in sindacati, mentre Marx pubblica Il manifesto del partito comunista. Ma il fronte della censura e della repressione è ancora potente.
Nel penultimo passaggio in Ariete, a cavallo tra Cinque e Seicento, le rivolte sociali non furono così intense ma in molti regni il problema di un unico culto religioso di stato si risolse in una parziale abdicazione del sovrano rispetto a questo problema. Il protestante Enrico IV di Francia per salire al trono si convertì al cattolicesimo (è sua la frase «Parigi val bene una messa»), mentre in Svezia il re dovette giurare di fronte alla nobiltà di non opporsi al culto luterano.
Con Plutone in Ariete pare quindi che ancora si veneri il capo, ma che si esiga da lui il rispetto per i sottoposti. Più che di autentica democrazia si tratta forse dell’iniziativa di alcuni singoli eroi che, non sopportando le imposizioni che subiscono individualmente, ottengono diritti che vanno a favore di tutti. Sembra diventare obbligatoria l’omogeneità capo-sudditi, nel senso che sono i sudditi ad esigere un capo a loro omogeneo. Come accade ai militari che rispettano solo il capo in cui possono riconoscersi.

E torniamo a Stendhal, che negli anni di Plutone in Ariete accompagna la carriera letteraria a quella diplomatica per il re di Francia. Gli sembra di vivere in una prigione, nonostante i successi letterari, poiché osserva con occhio critico e disincantato la società che lo circonda. Società che non ama, come ben traspare dalla Certosa di Parma e da Il rosso e il nero. Ma non tenta di cambiare il mondo. Le utopie rivoluzionarie sono relegate in soffitta, Plutone in Ariete non le permetterebbe. Meglio concentrarsi per sopravvivere, pensando a sé. È quello che fa Fabrizio del Dongo che, prima di finire carcerato, si concentra sui propri amori e sulla propria carriera. L’eroismo non sarà più speso per liberare le masse quanto piuttosto per costruire un monumento al proprio Io, sia pure anomalo e nettuniano.
Del Dongo, archetipo dell’ingenuità utopistica di un Plutone in Aquario da giovane, così muore recluso. Il suo creatore Stendhal invece sopravvive e diventa immortale grazie a una creazione artistica, la sola concessagli dal Plutone in Ariete.
Rispetto al Plutone aquariano, a fare le spese del passaggio del pianeta in Ariete sono Saturno e Nettuno, domiciliati o esaltati in Aquario e Bilancia.10 L’acquisizione di un proprio potere (Saturno) o di maggiori diritti per tutti (sempre Saturno) diventa difficile per la natura dell’Ariete, mentre l’istanza di cambiamento di Nettuno è bloccata dal Sole A e dall’Y B aretini. Dei pianeti che costituiscono l’ossatura dell’Aquario possono muoversi senza ostacoli Urano e, soprattutto, Plutone. Ossia, restano liberi di agire l’opportunismo, l’adattamento ai tempi e la creatività. Ma dovranno comunque chinare la testa di fronte alla forza del Sole, esaltato in Ariete. Il re rimane ben ancorato al suo trono, riverito dai suoi cortigiani. L’Aquario non lo omaggia ma, o pascola nei regni della fantasia, o si rifugia in una ironia dissacrante ma non diretta. Stendhal disdegna la cortigianeria, odia il re ma, non potendo dirlo a chiare lettere, sposta il proprio immaginario teatro esistenziale in un piccolo e marginale ducato italiano. L’Ariete non se ne accorge o lascia correre.
L’attacco del Plutone aquariano è indiretto, trasversale e sotto sotto rinunciatario. Sa di non potere sconfiggere la forza repressiva del Plutone arietino, ma trova ugualmente il modo per dire la sua.
Accade anche a Don Chisciotte un altro eroe creato da un altro Plutone in Aquario, Cervantes. Gli istinti libertari dell’autore, che non possono trovare spazio per le condizioni storiche dell’epoca, raggiungono una forma indimenticabile quando, con Plutone in Ariete, Cervantes dà alle stampe la storia del “Cavaliere dalla triste figura”.
Il seme di una libertà utopica, nato con Plutone in Aquario, trova una sua espressione chiara con il passaggio del pianeta in Ariete. Don Chisciotte vuole restare famoso nei secoli per le sue imprese eroiche, ma non distingue tra realtà e fantasia e combatte contro i mulini a vento, scambiandoli per giganti. A dispetto delle sue intenzioni, la carica vitale e creativa resterà sì impressa per sempre nella storia dell’umanità, ma per i meriti etici ed artistici.

Non posso analizzare invece come i Plutoni aquariani vissero la permanenza del pianeta in Toro. Esso infatti impiegò circa cinquant’anni a percorrere Pesci e Ariete. E i Plutoni aquariani, almeno quelli celebri, non furono longevi.
Immagino però che avrebbero vissuto con deciso fastidio il suo transito in Toro, poiché la sua esigenza primaria fu forse quella dell’ampliamento e del consolidamento del capitale.

Plutone quindi sparge i suoi fecondi semi nella storia. Ma la storia siamo noi, come cantava Francesco De Gregori, come lo sono stati i personaggi di ieri che hanno incarnato il solo ruolo che Plutone – come tutti gli altri pianeti – concedeva loro. Consentendo in tal modo alle vicende umane di evolvere verso un futuro che, se pure è scritto nelle stelle, riusciamo a cogliere solo a giochi fatti.

Bibliografia
Cronologia universale – BUR Dizionari Rizzoli
Miguel de Cervantes – Don Chisciotte – 1605
Lisa Morpurgo – Tutte le opere
Stendhal – La certosa di Parma – 1839
Max Weber – L’etica protestante e lo spirito del capitalismo – 1905


1 Lisa Morpurgo - Introduzione all’astrologia, p. 68
2 Molte altre sarebbero ovviamente le simbologie di Plutone, menzogna, intrigo, politica, etc. Troppe però per essere trattate esaustivamente in un solo lavoro.
3 Ciò dipende in parte anche dal numero di anni in cui Plutone stazione in un segno. In parte però va ascritta anche all’eventuale creatività o meno del segno attraversato.
4 In Aquario grazie alla trasparenza degli Zodiaci B.
5 Se pensiamo che per Stendhal il mito di Bonaparte si infranse appena Napoleone si rivelò un ambizioso dittatore ci accorgiamo che, per lo scrittore e per il suo personaggio, il mito dell’eroe sul piedistallo dura poco o nulla.
6 Max Weber – L’etica protestante e lo spirito del capitalismo – 1905
7 Sia ben chiaro che siamo ben lontani dalla rivoluzione bolscevica del 1917, quando in Aquario transitava Urano, mentre erano in Leone Saturno e Nettuno. Resta la constatazione che, coi transiti di pianeti lenti in Aquario, assistiamo a un tentativo di ridisegnare l’assetto sociale. È tutto da discutere se si arrivi poi ad una autentica democrazia, ammesso che essa esista.
8 Lord Byron nacque a Londra il 22 gennaio 1788, alle 14.00.
9 Simon Bolívar nacque a Caracas il 24 luglio 1783 alle 22.00.
10 Nettuno ha ovviamente in Bilancia la sua esaltazione B.

Questo studio è stato presentato al Terzo congresso di studi in ricordo di Lisa Morpurgo, a Rimini, nel 2004.



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